LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO-…
Elena Panarella per "il Messaggero"
Tra vecchi scatoloni, bottiglie di pomodoro e oggetti del passato conservati in cantina c' erano anche cinque bombe a mano della Seconda Guerra Mondiale. Potevano far saltare in aria un intero palazzo. È questa la scoperta fatta da una signora sabato mattina quando ha deciso che era arrivato il momento di liberare e pulire il locale di proprietà della nonna di 86 anni (presente anche lei a quello strano ritrovamento), in via dei Dauni, a San Lorenzo.
L' ALLARME
Spaventata la donna ha subito dato l' allarme e segnalato ai carabinieri la presenza degli ordigni, quattro di produzione inglese e uno di produzione italiana.
Sul posto sono arrivati anche gli artificieri del comando provinciale di Roma che hanno messo in sicurezza le bombe e poi le hanno fatte brillare in una zona protetta (una delle tante cave utilizzate proprio per questo tipo di attività).
Sul ritrovamento sono in corso le indagini dei carabinieri. Ma chissà da quanto tempo erano lì? «Non ci veniamo mai in cantina, è stata una sorpresa anche per noi», hanno spiegato le due donne ignare della presenza di questi ordigni conservati tra gli scaffali.
GLI ESPERTI
«Le bombe erano attive - spiegano gli esperti dell' Arma - avevano la cuffia in metallo con la levetta di protezione, ma potevano essere attivate in qualunque momento. E comunque erano posizionate una accanto all' altro. Se si trovano ordigni del genere nei terreni o come in questo caso in luoghi non più frequentati bisogna subito dare l' allarme perché il pericolo c' è sempre. Queste probabilmente erano lì da decenni».
Secondo quanto si apprende dai primi riscontri dei militari, le bombe probabilmente era state conservate lì dal marito dell' anziana deceduto ormai da anni.
I RICORDI DELLA ZONA
«Quando si parla di bombe, si torna indietro nel tempo: alla Seconda Guerra Mondiale - racconta un signore con i capelli bianchi che vive da sempre a San Lorenzo, in via dei Frentani - precisamente a quel 19 luglio del 1943».
Quel giorno centinaia di aerei anglo-americani scaricarono, a ondate, settecento tonnellate di esplosivo sui quartieri più popolari della città. Obbiettivo dichiarato: colpire lo scalo ferroviario. San Lorenzo pagò, alla Storia, un tributo di sangue altissimo. Le circa 1.700 vittime del raid erano quasi tutte abitanti della zona.
IL MODELLO INGLESE
Intanto delle cinque bombe ritrovate nella cantina di via dei Dauni, quattro erano proprio inglesi. Ordigni che all' epoca, divennero ben presto parte integrante dell' armamento di ogni soldato inglese. «Un tipo di bomba a mano che divenne subito popolarissima, grazie alla sua affidabilità e potenza d' offesa», spiegano gli esperti.
Si trattava, infatti, del primo tipo di granata a frammentazione, che al momento dell' esplosione era strutturata per sbriciolarsi in una miriade di scheggie-proiettile, proprio come un mini-shrapnel. Al momento del lancio, il soldato rilasciava bomba e levetta di sicurezza (dopo aver rimosso la sicura) e quest' ultima attivava il detonatore tarato per 4 secondi.
In seguito venne dotata anche di un rivestimento impermeabile, per garantirne efficacia e conservazione in qualsiasi situazione atmosferica. E oggi quattro di questi esemplari sono riemersi dal passato in una cantina di San Lorenzo.
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