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DA STEVE JOBS A MARISA BELLISARIO FINO A SERGIO MARCHIONNE: CHI E’ AL POTERE SI RITROVA SEMPRE IL DILEMMA TRA RIVELARE O NASCONDERE LA MALATTIA - TRASPARENZA DA PARTE DEL CEO DI AIG. NEL PIENO DELLA RISTRUTTURAZIONE DEL COLOSSO ASSICURATIVO, BEN BENMOSCHE, RIVELÒ DI ESSERE MALATO DI TUMORE AL POLMONE E CON IL BOARD ANNUNCIÒ CHE AVREBBE LASCIATO
steve jobs presenta il primo iphone 3
Mario Ajello per “il Messaggero”
Il dilemma tra dico e non dico. Tacere e nascondere la propria malattia, come ha fatto Sergio Marchionne, oppure renderla pubblica come ha fatto Steve Jobs? Il corpo dei top manager appartiene a loro naturalmente, ma un po' anche alla comunità economica e lavorativa che rappresentano. Dunque non è facile, anche perché di drammi si tratta, decidere chi ha torto e chi ha ragione tra quelli che segretizzano la malattia e quelli che la pubblicizzano.
Da una parte, l' etica della convinzione alla Marchionne, il non dico niente perché sono convinto che vincerò anche questa sfida con la morte come mi è sempre capitato con tutte le altre: ovvero mi opero e si ricomincia. Dall' altra, l' etica della responsabilità e dei doveri nei confronti degli investitori. Tutela delle informazioni personali e tutela del mercato: mica facile trovare la via giusta e infatti le soluzioni non sono uniformi.
LA MELA
Steve Jobs, già operato nel 2004 per tumore al pancreas, nel gennaio del 2009 scrisse la sua famosa lettera al mondo Apple in cui disse: «Ho appreso che i miei problemi di salute sono molto più complicati di quanto pensassi. Per concentrarmi sulla mia salute e per favorire la concentrazione di tutti sui prodotti straordinari che facciamo, ho deciso di prendermi un congedo medico. Dunque ho chiesto a Tim Cook....».
Panico. La lettera di Jobs fece precipitare di dieci punti il titolo Apple, e poi la storia della mela è andata avanti. Chissà se John Elkann avrebbe voluto ricevere una lettera così, di fatto lui e Fca continuano a dire - ma molti stentano a crederci - di non aver mai saputo nulla, fino al 20 luglio, della grave malattia che ha colpito l' amministratore delegato italo-canadese. Il quale ha scelto di farsi curare nell' ospedale svizzero, fino alla morte, anche confidando sugli elevati standard di riservatezza garantiti da quel posto.
E così, Marchionne entrava nell' ospedale guidando la sua auto con i vetri oscurati da uno dei garage più nascosti - niente elicottero, perché piloti e tecnici dell' eliporto avrebbero potuto spifferare - veniva accolto da un medico, saliva con un ascensore segreto fino alla camera delle cure, e poi nascondendosi a tutti andava via sempre con la sua auto, guidata nel viaggio di ritorno dalla compagna Manuela.
Un via vai lungo oltre un anno, e nessuno lo ha scoperto. «Io trovo un' analogia tra il comportamento di Marchionne e quello di Marisa Bellisario», dice Lella Golfo, presidente della Fondazione dedicata alla celeberrima top manager, che morì per di cancro nel 1988. «Come Marchionne, la Bellisario non disse niente», incalza Lella Golfo: «E come lui, anche Marisa aveva preso in mano un' azienda da rottamare, l' Italtel, in pochi anni la risanò e la rilanciò, e in tutto questo si era ammalata gravemente senza dirlo a nessuno».
Nel suo libro, «Donna & top manager. La mia storia», la Bellisario racconta del silenzio sul suo male. E c' è una pagina bellissima su un banchetto per festeggiare il successo dei conti Italtel, tutti felici e contenti e lei con loro, ma Marisa non può mangiare niente perché «subito dopo dovevo sottopormi all' anestesia e alle 16 già dormivo in sala operatoria». Il caso della numero uno di Facebook Europa, Nicola Mandelsohn, invece è questo: nello scorso febbraio ha annunciato con un' intervista dall' eco mondiale sul Sunday Times che da un anno aveva un linfoma follicolare, e dunque sarebbe stata una «malata-combattente».
OUTING
Trasparenza da parte del Ceo di Aig. Nel pieno della ristrutturazione del colosso assicurativo, Ben Benmosche, rivelò di essere malato di tumore al polmone e con il board annunciò che avrebbe lasciato. Di Jobs s' è detto, e comunque non solo trasparenza ma anche reticenza (l' azienda diceva spesso: «Sta meglio», per poi doversi smentire) appartengono alla sua storia.
Nel 2012, a Warren Buffett fu diagnosticato un cancro alla prostata e lui diede subito la notizia per evitare indiscrezioni, dicendo agli investitori: «Vi assicuro che la mia non è una malattia letale e neppure debilitante». Così Lloyd Blankfein di Goldman Sachs. Nel 2015 ha informato il pubblico e i mercati di un linfoma, e chiarì che avrebbe continuato a lavorare durante le cure. Dunque, non tutti fanno come Marchionne. E non è detto che Marchionne abbia fatto bene, tra la trasparenza e la privacy, a privilegiare totalmente quest' ultima. Sacrificando magari qualcosa alla possibilità di avere cure migliori.
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