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Glauco Maggi per “Libero Quotidiano”
Chi era Syed Farook, prima di diventare l' ultimo co-protagonista di una strage di massa americana? Il «devoto musulmano della porta accanto», come lo descrive qualche vicino di casa di Redlands, cittadina di 70mila abitanti appena fuori San Bernardino?
«Il collega di lavoro timido ma sempre educato» nelle parole di una coetanea che lavorava nel suo ufficio e lo conosceva da anni? Tutto questo e anche di più, nel profilo della sua personalità banale così come l' ha consegnata lui stesso a Internet, descrivendosi su un sito di "incontri galanti tra musulmani": «Cerco di vivere come un buon musulmano. Non bevo.
Non fumo. Cerco una ragazza che ha la mia stessa visione, che indossa il velo, ma vive la sua vita in pieno». Seyd aveva gusti borghesi, e abitudini americane: gli piaceva andare in campeggio con i familiari quando era un ragazzo, e adorava lo snowboard.
Il padre Syed, che ha lo stesso nome del figlio, ha ripetuto il clichè rassicurante alla notizia choc, sconvolto per l' accaduto: «Mio figlio è molto religioso. Andava a lavorare, veniva a casa, andava a pregare, tornava a casa. È un musulmano».
syed raheel farook fratello del killer
Sono parole inquietanti, perché gettano un' ombra cupa sulla religione anziché assolvere l' assassino. Se uno tutta casa e moschea combina una strage così, dal nulla, sarà meglio scoprire in fretta che Seyd è invece uno dei tanti radicalizzati, non una persona normale com' era fino a ieri, un islamico-americano nato in Illinois da immigrati pakistani, pienamente inserito nel sogno americano.
Un impiego da ispettore della sanità che gli fruttava 70mila dollari l' anno. Ed è quanto comincia a trasparire, infatti. Le prime segnalazioni di contatti con elementi sospetti di appartenere al giro internazionale della jihad cominciano a filtrare sulla stampa da fonti delle agenzie antiterrorismo. E il viaggio di quattro settimane in Arabia saudita, meno di un anno fa, acquista un sapore più che sospetto.
syed raheel farook fratello del killer
Al suo ritorno si era sparsa la voce che Farook si era sposato, e infatti poco dopo era stato raggiunto in America da Malik, che lui ha descritto come una farmacista. Dopo non molto tempo è nata una figlia, la moglie ha avuto la carta verde e la coppia ha vissuto una vita normale. Ma, vista con gli occhi di oggi, anche quella barba lasciata crescere da qualche mese poteva essere un campanello d' allarme.
Poi c' era la passione per il tiro a segno, e la pratica per diletto delle armi che accomunava il giovane alla sorella. Essere fanatici delle pistole e delle carabine, in America, non è certo un carattere distintivo dei musulmani, ma con il senno di poi qualche vicino avrebbe potuto dare l' allarme. Invece, la correttezza politica ha zittito tutti.
I suoi vicini di Redlands sono rimasti choccati nell' apprendere quello che stava succedendo a pochi isolati da casa loro ma un uomo, parlando con la CBS, ha ricordato di aver notato una mezza dozzina di medio-orientali che si aggiravano con aria sospetta per il quartiere. E ha detto di non aver riportato nulla alle autorità perché non voleva passare per razzista. «Eravamo seduti a cena e ci chiedevamo che cosa staranno mai facendo da queste parti?», ha ammesso.
Il fatto che l' Isis "ufficiale" non abbia ancora rivendicato l' operazione come sua non è affatto tranquillizzante. Ci sono comunque state dichiarazioni immediate via twitter dei simpatizzanti quando ancora l' attacco era in atto: «Tre leoni ci hanno reso orgogliosi (l' allusione è a un terzo attentatore che nelle prime ore si pensava fosse parte del commando, ma questa pista è poi caduta NDR) e sono ancora vivi.
Come ha detto Rudy Giuliani, il sindaco reduce dell' 11 settembre ed esperto in terrorismo, la semplice dinamica dell' attacco è rivelatrice di un atto di terrore: la preparazione meticolosa, le armi professionali, il vestiario, l' arsenale sono tutte prove. «È parte del libro-guida dell' Isis», ha aggiunto, «incoraggiare i convertiti a portare la jihad nel proprio Paese».
Tra i candidati presidenti repubblicani, i primi a ipotizzare senza giri di parole la pista del radicalismo islamico sono stati Carly Fiorina e Donald Trump, che ha accusato Obama di non chiamare con il suo nome la minaccia all' America. Il presidente, circa una settimana fa, aveva rassicurato gli americani in TV che non c' era nessuna avvisaglia di un attacco imminente. Oggi ha rilanciato la polemica sulle troppe armi facilmente acquistabili e ha chiesto una legge ad hoc.
Ma forse quello di cui il paese ha più bisogno dopo il tragico caso di san Bernardino è di ripristinare al più presto il sistema di spionaggio sulle telefonate dei sospetti, perché i contatti e l' indottrinamento dei gruppi islamici non sono meno importanti delle armi automatiche per spargere il terrore.
il suv di syed farook
il suv di syed farook
il suv di syed farook
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