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MA TU CHE NE SAI DEI SOGNI - UN GRUPPO DI RICERCATORI DI LUCCA HA TRACCIATO L’ANATOMIA DEL SOGNATORE IDEALE: NORMALMENTE CHI HA MEMORIA DEI PROPRI SOGNI DORME DI PIÙ AL MATTINO E HA LA TESTA TRA LE NUVOLE DURANTE LA GIORNATA - GIOVANI E ANZIANI SOGNANO IN UGUAL MODO, MA QUALCOSA CAMBIA AL MATTINO, QUANDO LA MEMORIA SOCCORRE MENO CHI È AVANTI NEGLI ANNI – LE DONNE SEMBRANO PRESTARE PIÙ ATTENZIONE AI SOGNI QUINDI LI RICORDANO DI PIÙ. MA ESISTONO ANCHE DIFFERENZE IN BASE ALLE STAGIONI…
Estratto dell’articolo di Elena Dusi per “la Repubblica”
Il sogno è per tutti. Ma qualcuno è dotato di un talento particolare. Nella media dei 5 sogni a settimana di cui ricordiamo almeno uno scampolo, c’è chi ha poco o nulla da riferire e chi intreccia trame ricche di colpi di scena. Un gruppo di ricercatori di Imt Alti Studi Lucca si è chiesto il perché, tracciando l’anatomia del sognatore ideale attraverso i racconti di oltre 200 volontari.
Per 15 mattine, con un registratore sul comodino, ciascuno di loro ha riferito l’ultima esperienza che lo ha accompagnato nel sonno. Lo studio, in collaborazione con l’università di Camerino, è pubblicato dalla rivista Communications Psychology .
«La curiosità è nata durante il Covid » spiega Giulio Bernardi, uno degli autori, che insegna Psicologia Generale alla Scuola Imt di Lucca.
«Molte persone in isolamento riferivano di sognare di più. […] Dormivamo più a lungo, e il sonno ricco di sogni è quello vicino al risveglio» spiega Valentina Elce, giovane ricercatrice dell’Imt e prima autrice dello studio. Provavamo inoltre paura e angoscia, che come tutte le emozioni imprimono le immagini nella memoria.
si puo sognare di andare a letto con il capo
[…] «Sono le persone abituate a sognare anche di giorno» spiega Bernardi. I volontari (che avevano tra 18 e 70 anni) più propensi a fantasticare, pensare ad altro o vagare con la testa fra le nuvole hanno riferito più sogni degli altri. «Non ci stupisce» spiega il neuroscienziato. «Vagare con la mente di giorno e sognare di notte sono attività che coinvolgono probabilmente gli stessi circuiti cerebrali. Esiste un continuum legato alla capacità del cervello di creare spontaneamente esperienze interne».
Un’abitudine a prestare attenzione a se stesse e un’attitudine più positiva verso i messaggi trasmessi dai sogni è forse alla base della leggera prevalenza dei sogni riferiti dalle donne. […] Anche giovani e anziani sognano in ugual modo. Qualcosa però cambia al mattino, quando la memoria soccorre meno chi è avanti negli anni. Spesso i volontari meno giovani riferivano di aver fatto sogni, di percepirne ancora la presenza, ma di non riuscire ad afferrarne il contenuto. Sono i cosiddetti “sogni bianchi”, persi per sempre.
Anche le mezze stagioni hanno una propensione per i sogni, che restano più spesso nella memoria in primavera e in autunno. Le cause hanno forse a che fare con il modo in cui dormiamo.
[…] L’attività onirica si concentra nel sonno Rem, in cui gli occhi compiono movimenti rapidi e le onde cerebrali zampillano vivaci. «Nel 90-95% dei casi chi viene svegliato dal sonno Rem riferisce che stava sognando. Nel sonno non Rem si varia tra 30% e 70%».
[…] Per un’attività impegnativa come il sognare, il cervello ha bisogno di essere riposato a sufficienza. Il sonno lungo e leggero delle ultime ore della notte è quindi il più adatto.
[…]
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