ECCO LA LIBERTA' DI ESPRESSIONE NELL'AMERICA DI TRUMP - A UN TURISTA NORVEGESE È STATO NEGATO L’INGRESSO NEGLI STATI UNITI DOPO CHE GLI AGENTI DELL’IMMIGRAZIONE ALL’AEROPORTO DI NEWARK, IN NEW JERSEY, HANNO TROVATO NEL SUO CELLULARE UN MEME DI JD VANCE – IL 21ENNE MADS MIKKELSEN HA RACCONTATO LA SUA ESPERIENZA AL QUOTIDIANO NORVEGESE “NORDLYS”: “MI SONO SENTITO COME UN TERRORISTA. DIVERSE GUARDIE ARMATI MI HANNO PORTATO IN UNA STANZA DI SICUREZZA E MI HANNO..."

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mads mikkelsen

Da www.agenzianova.com

 

Un turista norvegese ha accusato le autorità statunitensi di avergli negato l’ingresso nel Paese, dopo avere trovato sul suo telefonino un meme che ritrae il vicepresidente degli Stati Uniti, J.D. Vance. Lo riferisce il sito di informazione “Daily Beast”. Il 21enne Mads Mikkelsen ha parlato al quotidiano norvegese “Nordlys”, affermando di essere stato vittima di “abuso di potere” da parte degli agenti della sicurezza all’aeroporto internazionale Liberty di Newark, in New Jersey.

 

Il giovane ha dichiarato di essere stato fermato dagli agenti per l’immigrazione all’arrivo negli Usa, i quali avrebbero posto “senza motivo” una serie di domande “su traffico di droga, attività terroristiche o estremismo di destra”.

 

Mikkelsen ha detto di essere stato portato all’interno di una stanza d’attesa con “diverse guardie armate”, le quali gli avrebbero chiesto di consegnare le sue scarpe, il suo zaino e il suo telefono. Il giovane ha aggiunto di avere autorizzato l’accesso degli agenti al suo telefono dopo essere stato minacciato di reclusione o del pagamento di una multa da 5 mila dollari.

mads mikkelsen con il meme di jd vance nel suo telefono

 

A quel punto, gli agenti avrebbero trovato il meme: una foto di Vance in cui la faccia del vicepresidente è stata modificata per essere calva e più paffuta rispetto alla realtà. Il meme è diventato popolare dopo lo scontro dello scorso febbraio nello Studio Ovale tra i presidenti Donald Trump e Volodymyr Zelensky.

mads mikkelsen

 

Mikkelsen ha affermato di avere detto agli agenti che la foto si trovava nel suo telefono “per gioco”, senza successo. Gli agenti lo avrebbero perquisito, costringendolo a fornire le sue impronte digitali e anche un campione di sangue. “Mi sono sentito come un terrorista: alla fine volevo solo andare a casa”, ha detto il giovane al quotidiano. Il 21enne ha affermato di essersi recato negli Usa per visitare alcuni amici a New York e poi a Austin, in Texas, dopodiché avrebbe incontrato la madre per visitare alcuni parchi naturali.