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"IL LINGUAGGIO È IDENTITÀ E CAMBIARLO FA PAURA: QUANDO TOCCHIAMO LE PAROLE, TOCCHIAMO LE PERSONE" – LA SOCIOLINGUISTA VERA GHENO DA’ LA SUA INTERPRETAZIONE AL “LINGUAGGIO INCLUSIVO”: LA LINGUA CAMBIA PERCHÉ CAMBIAMO NOI” (MA SIAMO SICURI CHE LA SOCIETA’ SIA “CAMBIATA”? O C’E’ UNA MINORANZA CHE SPINGE PER UN CAMBIAMENTO, IN MODO FORZATO? E IN TAL CASO, LA MAGGIORANZA NON HA DIRITTO DI "RESISTERE" A UN CAMBIAMENTO COATTO?) – “NON ESISTONO PAROLE DA ELIMINARE, MA DA USARE CON CONSAPEVOLEZZA. IL FEMMINILE PROFESSIONALE È UN SEGNO DI RISPETTO. LA RESISTENZA A USARLE PAROLE QUALI MINISTRA, SINDACA, ASSESSORA E QUESTORA MENTRE NON È LO STESSO PER PAROLE COME CASSIERA, INFERMIERA E MAESTRA NASCE DAL PATRIARCATO…”  

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(ANSA) - UDINE, 13 NOV - "Il linguaggio è identità: quando tocchiamo le parole, tocchiamo le persone". Così la sociolinguista Vera Gheno nel corso dell'incontro 'A tu per tu' al Fake News Festival, moderato da Giulia Zoratto.

VERA GHENO

 

Tra ironia e riflessione, Gheno ha affrontato i temi del linguaggio di genere e delle bufale online, raccontando anche di essere stata al centro di una tempesta di insulti e critiche violente al causa del suo diniego nel dedicare sui suoi social contenuti a sostegno della causa palestinese: "Sono stata accusata di essere sionista. Ho capito quanto sia fragile la reputazione e quanto sia facile costruire una realtà parallela".?

 

Sulla questione del linguaggio inclusivo, ha affermato che "non esistono parole da eliminare, ma da usare con consapevolezza. Il femminile professionale non è un vezzo, ma un segno di rispetto. La resistenza a usarle parole quali ministra, sindaca, assessora e questora mentre non è lo stesso per parole come cassiera, infermiera e maestra nasce dal patriarcato, una struttura che assegna valore e prestigio al maschile. La convinzione è che il femminile svilisca".

VERA GHENO

 

Gheno ha invitato a non temere l'evoluzione linguistica "ogni neologismo, come ogni novità, genera allarme, ma la lingua cambia perché cambiamo noi" e il femminismo "viene associato a un'idea di rompiscatole. In realtà, esserlo non significa voler sovvertire i ruoli, ma contrastare una visione della società che danneggia tutti, anche gli uomini, costretti a nascondere fragilità e emozioni".