anziani di okinawa

VOLETE VIVERE A LUNGO E IN BUONA SALUTE? PRENDETE ESEMPIO DAGLI ARZILLI NONNETTI DI OKINAWA, DAI SARDI E DAGLI ABITANTI DI NICOYA IN COSTA RICA: ATTIVITÀ FISICA QUOTIDIANA, ATTEGGIAMENTO POSITIVO NEI CONFRONTI DELLA VITA E DIETA MEDITERRANEA - SI POSSONO GUADAGNARE 5 ANNI DI VITA IN PIU’

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Isabella Fantigrossi per www.corriere.it

 

ANZIANI DI OKINAWA   ANZIANI DI OKINAWA

Come vivere felici campando come un centenario (e senza fare troppi danni al pianeta)? Al netto di faccende personali e innumerevoli eventualità che la vita può riservare, il segreto di lunga vita in fondo è semplice. Un menù sostenibile del tipo 5+2. Che significa seguire per cinque giorni alla settimana una dieta vegetariana e per i rimanenti due un menù che preveda anche il consumo (moderato, ovvio) di carne.

 

E che è un po' come adottare lo stile di vita di cinque particolarissime zone del mondo dove la popolazione vive molto più a lungo della media e l'incidenza di malattie croniche è molto bassa. Il villaggio di Loma Linda in California, la penisola di Nicoya in Costa Rica, la Sardegna, l'isola di Ikaria in Grecia e Okinawa in Giappone.

 

ANZIANI DI OKINAWA  ANZIANI DI OKINAWA

Sono le cosiddette «zone blu» del mondo, identificate dagli studiosi Gianni Pes e Michel Poulain e dove gli abitanti, secondo i ricercatori della Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition (impegnati a organizzare per il prossimo primo dicembre a Milano il settimo forum internazionale su alimentazione e nutrizione), presentano alcuni tratti comuni: l'abitudine a svolgere attività fisica quotidiana, un atteggiamento positivo nei confronti della vita e, soprattutto, una dieta uguale o molto vicina al modello mediterraneo.

 

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Via libera, dunque, a tanti, tantissimi ortaggi e frutta, cereali, legumi, frutta secca e olio extravergine d' oliva. Pochi latticini, uova, carni bianche e pesce. E ancor meno dolci e carni rosse, saturi di grassi e zuccheri semplici. Un regime alimentare capace di salvaguardare sia salute individuale che ambiente.

 

«Un recente studio americano - ha detto la ricercatrice Katarzyna Dembska che ieri, assieme al vicepresidente della fondazione Luca Virginio e a Livia Pomodoro, nuovo membro dell' advisory board della Fondazione, ha anticipato alcuni temi del forum - ha rivelato che seguire fedelmente la dieta mediterranea consente di guadagnare fino a 4,5 anni di vita rispetto a chi adotta altri modelli alimentari. Che è un po' la stessa differenza di aspettativa di vita che c' è tra fumatori e non fumatori».

 

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Non solo. Il modello sostenibile 5+2, «più accettabile e facilmente praticabile di una dieta interamente vegetariana o vegana, ha anche un minor impatto ambientale rispetto a un regime carnivoro tutti i giorni». È il principio che sta alla base della doppia piramide alimentare elaborata dalla Fondazione Barilla una prima volta nel 2010 e oggi riproposta con il supporto di un maggior numero (1.300) di fonti scientifiche.

 

I cibi in cima alla piramide, come carni rosse e salumi, da consumare con moderazione, sono quelli che hanno l' impronta ambientale più alta. Viceversa, gli alimenti alla base, come cereali e ortaggi, sono quelli con minore impatto. E mangiare bene, come spesso si teme, non vuol dire spendere per forza di più: secondo gli ultimi dati, un menu carnivoro costa 45 euro alla settimana a Milano e 36 a Napoli, uno sostenibile 41 e 34. Vivere a lungo, insomma, si può. E pure con il portafoglio non troppo sguarnito.