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MA VUOI SMETTERE DI RUSSARE? RIMEDI E BUONE ABITUDINI PER EVITARE LE APNEE NEL SONNO – IL DISTURBO RIGUARDA IL 24% DEGLI UOMINI E IL 9% DELLE DONNE DI MEZZ’ETA’ - SCOPRITE COME INTERVENIRE…

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Enrica Belloni per Oggi.it

 

Spesso, il primo segnale lo danno le mogli, sempre più isteriche perché obbligate ad assistere a orribili concerti notturni per naso e gola. Ma il fastidioso russare può segnalare una sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, disturbo più diffuso di quanto si pensi.

 

«Coinvolge il 24 per cento degli uomini e il 9 per cento delle donne di mezza età», spiega il dottor Claudio F. Donner, medico pneumologo e presidente di Fondazione Mondo Respiro. «Ma molti non lo sanno. Solo il 4% degli uomini e il 2% delle donne si curano».

 

Occhio a questi sintomi

Nella sindrome delle apnee ostruttive, il respiro si interrompe perché la gola si chiude per una sorta di collasso dei muscoli: il corpo va in affanno di ossigeno e il cuore compie uno sforzo maggiore. Si parla di apnee del sonno quando si presentano più di cinque volte l’ora e durano almeno 10 secondi. «Ne soffre spesso chi è sovrappeso oppure obeso, chi ha una circonferenza del collo superiore a 41 centimetri nelle donne e a 43 negli uomini, chi ha una particolare conformazione di naso, gola e bocca», sottolinea il dottor Pierluigi Innocenzi, neurologo e presidente di Assirem, Associazione scientifica italiana per la ricerca e l’educazione nella Medicina del sonno.

 

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«Ci sono segnali precisi da non sottovalutare. Quelli notturni sono il russamento, le pause respiratorie, i risvegli con sensazione di soffocamento e di bocca asciutta; quelli diurni sono l’impressione di non aver riposato a fondo, i disturbi dell’umore, la disfunzione sessuale e l’eccessiva sonnolenza che può incidere sulle capacità di concentrazione e memorizzazione, sul lavoro e alla guida», aggiunge il professor Mario Mantovani, otorinolaringoiatra, chirurgo plastico e maxillo facciale, consulente dell’Associazione italiana di Medicina del sonno (Sonnomed)

 

Attenti alla guida

I dati confermano: da una ricerca dell’Automobile Club d’Italia, un incidente su cinque è dovuto alla sonnolenza e chi soffre di sindrome da apnee ostruttive corre un rischio da due a sette volte maggiore di provocare sinistri. Per questo, l’Italia ha fatto propria una direttiva dell’Unione europea che prescrive, per questi soggetti, l’obbligo di sottoporsi a un esame di una commissione medica per farsi rilasciare o per rinnovare la patente. «Ciò non significa che il permesso di guida non sarà rinnovato o che chi soffre di apnee non potrà guidare», specifica Innocenzi. «Viene verificato che la persona si sottoponga alle cure giuste in modo da eliminare del tutto la sonnolenza durante il giorno».  

 

Gli esami più attendibili

Come si effettua la diagnosi di sindrome da apnee nel sonno? Il medico si fa riferire i sintomi, come si trascorre la notte e come ci si sente di giorno; misura il peso e osserva bocca e gola per verificarne la conformazione. Poi deciderà se prescrivere la polisonnografia. È un esame strumentale che consente di identificare i disturbi del sonno, in particolare le apnee. Viene condotto per tutta la notte e, attraverso alcuni sensori, monitora la posizione del corpo nel sonno, il rumore respiratorio, il flusso dell’aria dalla bocca e dal naso, i movimenti del torace e dell’addome, la frequenza cardiaca.

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Fatta la diagnosi, oltre a sottoporsi alle cure (vedi sopra) bisogna adottare un corretto stile di vita. «Cercate di dimagrire con una dieta», aggiunge il dottor Innocenti. «Consiglio anche l’attività fisica, che fa perdere peso e dà più tono alla muscolatura. Evitate di fumare e riducete il consumo di alcol, che è un miorilassante e indebolisce i muscoli della faringe, aggravando il disturbo».