DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL…
Marco Giusti per Dagospia
mameli il ragazzo che sogno l'italia 7
Che vediamo stasera? Volete recuperare “Mameli” su Rai Play? Vedo che a molti è piaciuto. Perché no… Su Iris alle 21 passa il bel western diretto dal geniale Ti West (quello di “X”) “Nella valle della violenza” con Ethan Hawke, Taissa Farmiga, Karen Gillan, e John Travolta col barbone in versione cattivo. Insomma, non la star bollita che abbiamo visto a Sanremo. TV 2000 alle 20, 55 passa la commedia femminista “The Meddler” di Lorene Scafaria con Susan Sarandon vedova che si sposa dal New Jersey a Los Angeles, Rose Byrne, J.K. Simmons, Jerrod Carmichael, Cecily Strong, Lucy Punch.
Su Cine 34 alle 21 la commedia di Fausto Brizzi “Se mi vuoi bene” con Claudio Bisio, Sergio Rubini, Dino Abbrescia, Lorena Cacciatore, Valeria Fabrizi. Canale 20 alle 21, 05 passa l’action nientedeché “Gemini Man”, malgrado la regia di Ang Lee con Will Smith, Mary Elizabeth Winstead, Clive Owen, Benedict Wong. Su Canale 27 alle 21, 10 propone la commedia piuttosto modesta “Lo stagista inaspettato” di Nancy Meyers con Anne Hathaway, Robert De Niro, Rene Russo, Nat Wolff, Christina Scherer, Adam DeVine. Andrebbe rivisto invece il fantascientifico “Starman” di John Carpenter con Jeff Bridges, Karen Allen, Charles Martin Smith, Richard Jaeckel.
Su Cielo alle 21, 15 trovate l’interessante ma non risolto “Monuments Men” di George Clooney con George Clooney, Matt Damon, Bill Murray, Cate Blanchett, Jean Dujardin, Bob Balaban. George Clooney ha deciso di impostare il suo serissimo film, la ricostruzione di una celebre missione di uomini di cultura americani, inglesi e francesi, i Monuments Men appunto, che sono pronti davvero a sacrificare la propria vita per riportare a casa le opere rubate dai nazisti dai musei, dalle chiese e dai galleristi ebrei, secondo un modello di war movie ironico più alla Brian G. Hutton di “Kelly’s Heroes” che alla Robert Aldrich di “Quella sporca dozzina” o alla Quentin Tarantino di “Inglorious Bastards”.
I Monuments Men di Clooney, eleganti, simpatici, neanche troppo in forma, come il grosso John Goodman o Bob Balaban, sono dei guasconi che vanno in missione col sorriso e un legame d’amicizia alla “Ocean’s Eleven” perché sanno quanto poco interesse abbia il pubblico caprone del cinema di oggi per l’arte classica e per le missioni culturali. Per loro i Picasso e i Matisse possono ammuffire nelle miniere di sale dove gli avevano chiusi i tedeschi o nei sottoscala del Maxxi della Melandri. Per questo Clooney e Heslov cercano di snellire il racconto puntando non sull’aspetto museale, ma sul cameratismo ironico del gruppetto, abilmente costruito con attori di grande richiamo.
Del resto, le scene più riuscite, e non sempre solo divertenti, anzi, sono proprio quelle che vedono i nostri eroi inciampare in una guerra mondiale che sta finendo, ma non è ancora finita, così ci si può ritrovare con un piede su una mina inesplosa, in mezzo a una vera e propria battaglia tra soldati americani e tedeschi, sotto una pioggia di colpi provocata da un cecchino bambino, o a farsi la doccia nel campo militare ascolta il disco che ti è arrivato da casa con la voce dei tuoi. Non piacque a nessuno a Cannes “Il mio Godard”, cioè il biopic su Godard diretto da Michel Hazanavicius con Louis Garrel, Stacy Martin, Bérénice Bejo, Grégory Gadebois, Micha Lescot.
Lontano da Cannes e dal cinefilismo militante trinariciuto, diventa se non un film migliore, qualcosa di più gradevole. Per un po’, inoltre, è anche parecchio divertente, soprattutto quando si sforza di rimettere in scena la vita di Godard come se fosse ripresa con lo stile dei suoi film. Dopo un po’, almeno nel ricordo di Cannes, diventava imbarazzante e anche irritante. Specialmente quando l’azione si sposta in Italia.
Insomma, hai voglia a citare Mao e Lin Piao, a ricostruire i colori e le inquadrature di La Chinoise e i bianchi e neri di Une femme marriée, a ridacchiare su Louis Garrel che parla come Silvio Muccino con la zeppola in bocca e a incantarsi per la bellezza di Stacy Martin col sedere di fuori come Brigitte Bardot, ma questa versione comedy dell'amore tra Jean-Luc Godard e Anne Wiazemsky, appena scomparsa, ahimé, tratta dal libro non bellissimo di lei, alla fine non si riesce a salvare sotto nessun punto di vista, neppure come stracult o stratrash.. Eppure qualche idea buona nel film c’era.
Era buona l'idea di trattare non il primo Godard, ma quello in crisi dopo i capolavori, che vuole uccidere se stesso, il proprio mito, la propria origine borghese in nome della rivoluzione, quella della sua trasformazione in collettivo Dziga Vertov assieme a Jean-Pierre Gorin, ma ridicolizzarlo così è una cosa che nemmeno Luciano Salce in Io e lui si sarebbe permesso.
Se la parte francese ha molte cadute, ma almeno una dignità di buona ricostruzione, soprattutto per le scene degli scontri di piazza, la parte italiana, con Bernardo Bertolucci interpretato da Guido Caprino, il leghista Bosco di 1993 e Marco Ferreri che sembra un cialtrone qualsiasi interpretato da un attore genovese, Emmanuele Aita, malgrado nella colonna sonora si senta "Azzurro" cantata da Celentano, è una farsa che nemmeno una brutta fiction italiana si potrebbe permettere.
Il tentativo di suicidio di Godard, geloso della Wiazemsky, sul set de Il Seme dell'uomo di Ferreri, che molti italiani ricordavano, come Gianni Barcelloni, anche se forse successiva a quel set, diventa da dramma un momento di commedia per chiudere una storia che non sta mai in piedi. E non si citano i tanti film che fece Anne Wiazemsky in Italia, con Carmelo Bene, con Gianni Amico, ma soprattutto con Pasolini, come Porcile e Teorema, che certo Hazanavicious non osa toccare.
Nightmare Alley, Bradley Cooper
Su Rai 4 alle 21, 20 avete l’ottimo “Nightmare Alley” di Guillermo Del Toro con Bradley Cooper, Cate Blanchett, Rooney Mara, Toni Collette, Willem Dafoe, Ron Perlman. Non possiamo che condividere l’entusiasmo di Martin Scorsese per l’opera di Del Toro, tratto più che dal film di Edmund Goulding con Tyrone Power del 1947, da noi invedibile da anni, dal romanzo di pochissimo precedente e di gran culto (lo trovate su Sellerio con traduzione di Tommaso Pincio) del misterioso William Lindsay Gresham, scomparso suicida, malato e depresso nel 1962.
la fiera delle illusioni – nightmare alley
Un romanzo semi-autobiografico costruito sull’autodistruzione del protagonista, come tanta letteratura e tanto cinema americano dello stesso periodo. Una storia circolare, come in “Freaks” di Todd Browning, e una storia faustiana come “Alias Nick Beal” di John Farrow con Ray Milland. Del Toro e la sua nuova co-sceneggiatrice nonché nuova moglie, Kim Morgan, già sposa e musa del bizzarro Guy Maddin, sembrano interessati da una parte alla grande ricostruzione visiva dei baracconi del terrore così vivi nella cultura americana della prima metà del secolo scorso, grazie anche alla fotografia e alla scenografia incredibili del suo fidato Dan Laustsen e della favolosa Tamara Deverell, da un’altra a ricostruire quel tipo di cinema del primissimo dopoguerra a metà tra il noir e il fantastico dove la caduta finale del protagonista nelle tenebre è l’unica soluzione.
la fiera delle illusioni – nightmare alley.
Grande scommessa per attori star come lo fu Tyrone Power, così bello e per nulla maledetto, o come lo è oggi Bradley Cooper, che Toni Colette nei panni dell’indovina Zeena, vedendolo nudo nella vasca da bagno, descrive come uno spettacolo per gli occhi. Se la prima parte del film, tutta ambientata nella fiera delle illusioni, saldamente tenuta dal direttore Willem Dafoe, è una sorta di wunderkammer dove muovere l’ambiguo Stan Carlisle di Bradley Cooper tra personaggi speciali che Del Toro sa descrivere alla perfezione, dal forzuto Ron Perlman al minuscolo Maggiore di Mark Povinelli, dalla coppia di illusionisti, Toni Colette e David Strathairn, alla ragazza elettrica Molly di Rooney Mara, nella seconda, dove Stan e Molly diventano ricchi coi numeri da mentalisti le cose si complicano.
willem dafoe la fiera delle illusioni – nightmare alley
Perché Del Toro entra in un mondo da noir che non ha così frequentato, pieno di ricchi potenti con un passato pericoloso, come Richard Jenkins, che né lui né il suo protagonista sanno bene come affrontare. Ma è in questo rischioso secondo mondo che domina il grande talento di Cate Blanchett, nel ruolo della femme fatale, la psicanalista Lilith Ritter, che non può che portare alla distruzione Stan e i suoi sogni. Su Tv8 alle 21, 30 passa il lacrima movie moderno “Io prima di te” di Thea Sharrock con Emilia Clarke, Sam Claflin, Jenna Coleman, Charles Dance, Matthew Lewis, Janet McTeer
Passiamo alla seconda serata. Su Iris alle 23, 15 abbiamo l’ottimo western “Quel treno di Yuma” di James Mangold con Russell Crowe, Christian Bale, Logan Lerman, Peter Fonda, Ben Foster, Alan Tudyk, remake del celebre film di Delmer Daves con Glen Ford e Van Heflin. Trovo divertente anche “Il barbiere di Rio” di Giovanni Veronesi con Diego Abatantuono, Rocco Papaleo, Zuleika Dos Santos, Irene Grandi, Cine 34 alle 23, 20, soprattutto quando l’azione si sposta da Roma a Rio e vediamo Diego Abatantuono che torna a fare il personaggio degli esordi. Poco vista la commedia “Donne, regole… e tanti guai” di Garry Marshall con Jane Fonda, Lindsay Lohan, Felicity Huffman, Dermot Mulroney, Cary Elwes, una storia a tre, nipote, madre e nonna. Non funzionò molto.
Ricordo particolarmente buono “Brothers" di Jim Sheridan con Jake Gyllenhaal, Natalie Portman, Tobey Maguire, Bailee Madison, Mare Winningham. Remake di un celebre film di Susanne Bier, va detto che “Brothers” vive anche di vita propria a un lavoro sulla storia e ai suoi due stupendi protagonisti. Solo per maniaci “Sartana nella valle degli avvoltoi” di Roberto Mauri con William Berger, Wayde Preston, Aldo Berti, Carlo Giordana, Franco De Rosa, 7Gold all’1, 30. Da recuperare assolutamente “Trespass” di Walter Hill con Bill Paxton, Ice T, William Sadler, Ice Cube, Art Evans. Da qualche parte ho la Colonna Sonora.
Rete 4 alle 2, 45 presenta il folle progetto di Francesco Maselli “L’alba” con Nastassja Kinski e Massimo Dapporto solo in un appartamento. Terribilmente stracult e stratrash. Su Rai Movie alle 2, 55 passa il film più amato da Alice Rohrwacher, cioè “Lazzaro felice” con Adriano Tardiolo, Alba Rohrwacher, Tommaso Ragno, Luca Chikovani, Nicoletta Braschi e Antonio Salines. Andrebbe assolutamente rivisto. Chiudo con “Furore di vivere”, credo da anni scomparso dalla tv, diretto da Michel Boisrond con Françoise Arnoul, Bourvil, Lino Ventura, Alain Delon, Jean-Claude Brialy, ambientato a Parigi nell’estate del 1944, in piena occupazione nazista.
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