MELANIA RIZZOLI per Libero Quotidiano
intervento agli occhi
Un anno fa a Londra sono stati eseguiti due interventi chirurgici sperimentali con cellule staminali, mai provati prima su un essere umano, su due pazienti volontari, un uomo di 86 anni e una donna di 60, entrambi affetti da cecità acquisita a causa della degenerazione maculare senile, la forma più comune di patologia della retina dell' occhio che spegne progressivamente la vista, e dovuta all' età che avanza. Ebbene, dopo l' intervento del marzo 2017, ad un anno esatto di distanza, quei due pazienti continuano a leggere il loro giornale, a guardare un film in televisione e vedere i volti dei loro familiari. Un successo senza precedenti.
melania rizzoli
Al Moorfields Eye Hospital della capitale britannica è stata di fatto applicata una nuova tecnica, con cellule staminali ottenute da embrioni umani che sono state stimolate a crescere su un tessuto prelevato dallo stesso paziente operato, che è stato poi inserito nel retro di un solo occhio dei due malati, lo stesso occhio che oggi permette loro di vedere, sebbene con visione monoculare.
La macula retinica, l' organo che viene danneggiato con l' avanzare degli anni, o a causa di patologie degenerative, è formata da cellule a forma di coni e bastoncelli che percepiscono la luce, dietro i quali esiste naturalmente uno strato di cellule chiamato epitelio pigmentato retinico.
Quando questo strato di supporto si indebolisce per vari motivi, causa la degenerazione maculare, cioè la distruzione delle cellule, e quindi la cecità. I medici britannici hanno pertanto ideato un modo per costruire un nuovo epitelio pigmentato della retina, per poi impiantarlo chirurgicamente nel globo oculare che ne era irrimediabilmente deficitario.
intervento agli occhi
QUALSIASI CELLULA La nuova tecnica di ingegneria chirurgica, che è stata resa pubblica all' inizio del mese corrente, cioè ad un anno di distanza dalla sua prima applicazione, su "Nature Biotechnology", si basa appunto sull' uso di staminali embrionali, ovvero di cellule pluripotenti, che sono in grado di trasformarsi e di diventare qualsiasi cellula del corpo umano; in questo caso infatti, esse sono state convertite, tramite l' ingegneria genetica, in cellule dell' epitelio pigmentato della retina, ed incorporate in una sorta di impalcatura biologica per tenerla fissa in posizione retrobulbare, in un composto spesso circa 40 micron, lungo 6 millimetri e largo 4, praticamente grande quanto un frammento di un chicco di riso.
problema occhi
Tale tessuto è stato posto sotto le aste e i coni della retina, cioè nella parte posteriore dell' occhio, quella deputata alla vista, ripristinando la visione ormai insperata nei due pazienti.
È doveroso sottolineare che tale intervento non è considerato una vera e propria cura o terapia risolutiva, primo perché è troppo presto per affermare che la vista sia effettivamente tornata in modo definitivo, o che resti tale nei prossimi anni, ma comunque quei due pazienti da dodici mesi hanno una visione nell' occhio operato, anche se non perfetta, cioè non al 100%, ma quasi all' 80%, e comunque il loro occhio, una volta cieco, oggi legge, guarda e soprattutto vede.
cieco
Il chirurgo ideatore ed attore di questo tipo di intervento, Lyndon de Cruz, intervistato dalla Bbc, ha spiegato che si tratta di un sistema incredibilmente eccitante dal punto di vista scientifico, considerando che quando si invecchia alcune parti del corpo rallentano o smettono di funzionare, e lui e la sua équipe per la prima volta sono riusciti a trasformare una cellula staminale embrionale in una parte specifica dell' occhio, quella che si era ammalata gravemente e stava perdendo colpi, ottenendo il ritorno della visione.
melania rizzoli
L' esperto ha anche precisato che non è noto se la vista resterà tale in modo definitivo, ma nell' anno post intervento i suoi due pazienti dalla cecità quasi completa sono passati a leggere 80 parole al minuto, aggiungendo ed annunciando che altri otto malati sono in lista per prendere parte a questa sperimentazione clinica, che avverrà subito dopo Pasqua, e che dovrà anche appurare nel tempo se le cellule trapiantate possano in qualche modo nuocere, ad esempio trasformarsi o diventare cancerose, sebbene fino ad ora non c' è stato alcun segnale in questo senso.
FETI ED EMBRIONI Non è stato specificato, né nello studio pubblicato, né tantomeno nell' intervista televisiva, da dove siano state reperite le cellule staminali embrionali, ma è naturale supporre che esse siano state prelevate da due uniche condizioni: da embrioni inutilizzati, quelle migliaia di vite in pectore inespresse che restano per decenni abbandonate inutilmente in contenitori di azoto liquido dopo le fecondazioni assistite andate a buon fine, in attesa della loro scadenza per essere eliminate, oppure da feti abortiti entro il terzo mese, i quali, anziché essere distrutti vengono destinati volontariamente alla scienza ed alla ricerca scientifica.
Come la storia insegna, da vita nasce vita, e fortunatamente ci sono Paesi che permettono di non sprecare, e quindi di usare a fin di bene, la scellerata conservazione di embrioni creati artificialmente, o le migliaia di feti abortiti, che mai si svilupperanno in una vita umana, ma che sono in grado di ridare la vita a milioni di malati nel mondo, che alla loro vita vera sono attaccati, e che, anche ad 86 anni, la vogliono vivere appieno, guardandola con la luce dei loro occhi.
CIECO COL BASTONE INTELLIGENTE