
DAGOREPORT – ASPETTANDO L'OPPOSIZIONE DE' NOANTRI (CIAO CORE!), VUOI VEDERE CHE LA PRIMA BOTTA…
DAGOREPORT – ASPETTANDO L'OPPOSIZIONE DE' NOANTRI (CIAO CORE!), VUOI VEDERE CHE LA PRIMA BOTTA DURISSIMA AL GOVERNO MELONI ARRIVERA' DOMANI, QUANDO L'ECONOMIA ITALIANA SARÀ FATTA A PEZZI DAI DAZI DI TRUMP? - QUALCUNO HA NOTIZIE DEL FAMOSO VIAGGIO DELLA DUCETTA A WASHINGTON PER FAR CAMBIARE IDEA AL TRUMPONE? SAPETE DOVE E' FINITA LA “MERAVIGLIOSA GIORGIA” (COPY TRUMP), "PONTE" TRA USA E UE? SI E' DOVUTA ACCONTENTARE DI ANDARE DA CALENDA! E GLI ELETTORI INIZIANO AD ACCORGERSI DEL BLUFF DA “CAMALEONTE” DELLA PREMIER: FRATELLI D’ITALIA È SCESO AL 26,6%, E IL GRADIMENTO PER LA STATISTA FROM GARBATELLA È CROLLATO AI MINIMI DAL 2022 – IL PNRR A RISCHIO E LA PREOCCUPAZIONE DEL MONDO ECONOMICO-FINANZIARIO ITALIANO...
DAGOREPORT
DAZIAMI MA DI BACI SAZIAMI - MEME BY EMILIANO CARLI
La special relationship con Trump era solo nella capoccetta bionda di Giorgia Meloni. La Ducetta sognava di diventare il “ponte” tra Usa e Ue e si è ritrovata friendzonata da The Donald.
Come è noto, la premier ha cercato disperatamente di organizzare un viaggio a Washington sognando di farsi ricevere dal “dazista-in-chief” così da offrirsi ai suoi fan come una statista di rilievo internazionale. Una rilevanza che il presidente americano non ha riconosciuto, evitando di concedere udienza
L’obiettivo della statista from Garbatella era trattare sui dazi-killer, per conto dell’Europa, e spuntare qualche concessione commerciale, prima del 2 aprile.
Ma alla vigilia del “Giorno della Liberazione” (così l’ha proclamato Trump), di negoziati sull’asse Roma-Mar-a-Lago non se ne vedono: a trattare per conto dell’Europa c’è l’unica potenza nucleare del Continente, la Francia di Emmanuel Macron, e l’Italia, che avrebbe dovuto ricevere un trattamento di favore da Trump in ragione dei buoni uffici di “I am Giorgia”, vista anche la tanto sbandierata amicizia con Elon Musk, rischia di ricevere il contraccolpo più pesante dalla guerra commerciale.
intenzioni di voto 27 marzo 2025 - sondaggio pagnoncelli
Qualcosa gli italiani devono averlo capito, facendo slalom tra la propaganda di Tele-Meloni e dei trombettieri di Palazzo Chigi sparpagliati tra Rai e Mediaset.
Come certifica l’ultimo sondaggio di Pagnoncelli, non certo un pericoloso comunista, Fratelli d’Italia è sceso al 26,6%, il dato più basso da molto tempo a questa parte (Fdi è tornato alle percentuali delle elezioni dell’autunno 2022, quando ottenne il 26%).
Ancora più allarmante, per Giorgia Meloni, è il dato sul suo gradimento personale, sceso al 41%, anch’esso ai minimi dal 2022.
Una situazione che, vista l’intransigenza mostrata da Trump verso gli europei "scrocconi", non è destinata a migliorare. Le piccole e medie imprese italiane, che hanno contribuito non poco al successo elettorale di Giorgia Meloni e del centrodestra, attratte da ipotetici tagli delle tasse, sono le più esposte ai dazi americani. Come riporta oggi “La Stampa”, sei aziende italiane su dieci sono preoccupate delle conseguenze.
GIORGIA MELONI TRA DONALD TRUMP E URSULA VON DER LEYEN - VIGNETTA DI GIANNELLI
E anche i cittadini “semplici” non sembrano gradire i distinguo del Governo: secondo un sondaggio di Yougov, il 56% è favorevole a una “ritorsione” dell’Ue contro le tariffe trumpiane.
Il contrario di quanto prospettato dalla premier, che al Senato, aveva definito “rappresaglie” le eventuali risposte dell'Ue agli Stati uniti. Fino a evocare un “circolo vizioso nel quale tutti perdono” (dimenticando che è Trump, non l'Europa, a voler imporre dazi).
Come al solito, i nodi economici verranno al pettine: oltre ai dazi, c’è la questione Pnrr. Oggi è stato nientemeno che Raffaele Fitto, ex ministro meloniano promosso commissario europeo, a stroncare la balzana idea di Giorgetti e Meloni di prorogare la scadenza del Piano nazionale di ripresa e resilienza: “I traguardi e gli obiettivi del recovery devono essere raggiunti entro agosto 2026”. Il che vorrà dire, per il Governo, rinunciare a qualche miliardo di progetti, per non rischiare guai con Bruxelles.
ursula von der leyen giorgia meloni romano prodi meme by edoardo baraldi
Venerdì, nel frattempo, è stato convocato il consiglio dei Ministri. In programma anche un’altra riunione, mercoledì, in cui dovrebbe essere varato il Def, il Documento di economia e finanza, che dovrà essere trasmesso a Bruxelles entro fine mese.
Come scriveva qualche giorno fa Mario Sensini sul “Corriere della Sera”, sarà sostanzialmente vuoto: “Il documento che arriverà tra un paio di settimane in Parlamento […] sarà un documento asciutto, comunque diverso dai Def del passato, che indicavano gli andamenti correnti e quelli programmatici di finanza pubblica, dando già l’idea in primavera degli sforzi da fare con la manovra per restare negli obiettivi.
giancarlo giorgetti giorgia meloni foto lapresse.
Ora che sono in vigore le nuove regole Ue centrate sulla spesa, ma non sono state ancora modificate le leggi di contabilità nazionale basate sul deficit, Governo e Parlamento stanno cercando un accordo «transitorio» sui contenuti che dovrà avere il nuovo Def, o Rapporto sull’attuazione del Piano di bilancio, come si chiamerà”
Oltre alla trattativa “interna”, però, c’è il tema dei soldi: in attesa di capire quanto potrà influire il piano “Rearm Eu”, infatti, c’è da trovare qualche decina di miliardi per confermare le solite misure, come il taglio del cuneo fiscale. Mentre la Germania spende 1000 miliardi in un mega piano di investimenti, noi stiamo a contare gli spicci nel salvadanaio.
I DAZI DI DONALD TRUMP - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
E se i media internazionali (ultimo, il “New York Times”), hanno svelato il bluff “camaleontico” della Meloni, anche la luna di miele con gli elettori potrebbe presto diventare “di fiele”.
Quando i risparmi verranno erosi e le serrande delle aziende inizieranno a chiudersi, che succederà? Dove finirà il consenso alla Statista della Garbatella?
Amorale della fava: in attesa che si faccia avanti compatta e determinata l'opposizione (ciao core!), vuoi vedere che la prima botta durissima al governo Meloni arriverà domani dal suo caro amico, il "dazista" Trump?
ALLARME ROSSO A VIA DELLA SCROFA: FRATELLI D’ITALIA E’ AL 26,6%, IL DATO PIU’ BASSO FINORA REGISTRATO NEI SONDAGGI BY PAGNONCELLI – AI MINIMI ANCHE LA VALUTAZIONE POSITIVA SUL GOVERNO (40%) E IL GRADIMENTO DI GIORGIA MELONI, (AL 41%, DATO PIU’ BASSO DAL 2022) – GODE SALVINI CHE GRAZIE ALLA SVOLTA TRUMPUTINIANA FA RISALIRE LA LEGA AL 9%, SUPERANDO FORZA ITALIA AL 8,4% - IL “PACIFINTO” CONTE RILANCIA IL M5S AL 13,8% MENTRE IL PD, NELLE MANI DI QUELLA PERA COTTA DI ELLY SCHLEIN, PRECIPITA 21,5%...
GIORGIA MELONI - URSULA VON DER LEYEN
“GIORGIA MELONI CERCA SEMPRE PIÙ SPESSO DI TENERE IL PIEDE IN DUE STAFFE” - IL “NEW YORK TIMES” BOCCIA IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA, CHE VUOLE FARE LA TRUMPIANA SENZA SCONTENTARE L’EUROPA: “CONTINUA A PREDICARE PRAGMATISMO, CERCANDO DI NON PRENDERE UNA POSIZIONE NETTA. MA QUESTO EQUILIBRIO POTREBBE DIVENTARE SEMPRE PIÙ DIFFICILE DA MANTENERE”
https://www.dagospia.com/politica/new-york-times-boccia-camaleontismo-ducetta-vuole-trumpiana-429734
PARIS, TEXAS - VIGNETTA BY ROLLI PER IL GIORNALONE - LA STAMPA
SUL PNRR FITTO AZZITTISCE GIORGETTI – IL VICEPRESIDENTE MELONIANO DELLA COMMISSIONE UE AFFERMA CHE “TUTTI I TRAGUARDI E GLI OBIETTIVI DEL RECOVERY DEVONO ESSERE RAGGIUNTI ENTRO AGOSTO 2026”. UNO STOP SECCO ALLA LINEA DEL MINISTRO DEL TESORO, CHE VUOLE CHIEDERE UNA PROROGA DI UN ANNO PER LA MESSA A TERRA DEL PIANO – L’ITALIA HA SPESO SOLO 64 DEI 122 MILIARDI INCASSATI FINO AD ORA DA BRUXELLES, MENO DI UN TERZO DEL TOTALE DELLE RISORSE. MA FITTO TIENE IL PUNTO: “DOBBIAMO RESTARE FERMI SULLE REGOLE…”
SONDAGGIO, 'GLI EUROPEI FAVOREVOLI A RITORSIONI UE SUI DAZI'
DONALD TRUMP URSULA VON DER LEYEN
(ANSA) - La maggioranza degli europei propende per una risposta dell'Ue ai dazi di Donald Trump. E' quanto indica un sondaggio condotto da YouGov in sette Paesi europei: Danimarca, Svezia, Francia, Germania, Italia, Spagna Gran Bretagna.
Il minimo comune denominatore è il dirsi favorevole a ritorsioni commerciali di Bruxelles alle nuove, annunciate tariffe americane sui prodotti. Le percentuali, tuttavia, cambiano. La Danimarca, che sulla vicenda Groenlandia è diplomaticamente ai ferri corti con Washington, registra un 79% a favore delle ritorsioni Ue.
RAFFAELE FITTO - GIORGIA MELONI
All'altro estremo, la percentuale minore, pari al 56%, si registra in Italia. Gli intervistati in tutti e sette i Paesi si sono espressi a favore di una risposta equivalente agli Usa nonostante i danni che si aspettano dalle tariffe statunitensi alle loro economie nazionali, con il 75% dei tedeschi che ha dichiarato di aspettarsi un impatto "notevole" o "discreto".
Questa valutazione è stata condivisa dal 71% degli intervistati in Spagna, dal 70% in Francia e in Italia, dal 62% in Svezia, dal 60% nel Regno Unito e dalla metà dei danesi intervistati nel sondaggio, condotto nella seconda e terza settimana di marzo.
LE IMPRESE ITALIANE PIÙ SVANTAGGIATE SEI SU DIECI TEMONO RIPERCUSSIONI
Estratto dell’articolo di Claudia Luise per “La Stampa”
giancarlo giorgetti giorgia meloni al senato
Tra gli «sporchi 15», come li ha definiti il segretario al Tesoro americano Scott Bessent parlando dei quindici Paesi che hanno il maggior surplus bilaterale con gli Usa, potrebbe essere proprio l'Italia lo Stato più svantaggiato dall'introduzione dei dazi. Perché, secondo un calcolo fatto da Bloomberg, oltre alle tariffe incidono anche altri fattori che gravano sulle imprese italiane che esportano negli Usa e che, già di base, sono più alti rispetto a nazioni concorrenti.
E così, anche se nell'elenco degli Stati con la bilancia commerciale più squilibrata è dodicesima (con un deficit verso gli States di 44 miliardi), mentre la Germania è quinta (deficit 85 miliardi) e la Cina è prima con 295 miliardi, si sommano voci come ad esempio l'Iva e il peso degli iter amministrativi che già ora rendono più costose le esportazioni per il nostro Paese e potrebbero finire per rendere ancora più care le nostre merci a parità di percentuale dei dazi.
Anche se al momento non è ancora ben chiaro quali effetti avranno, i timori sono generalizzati tanto che sei aziende italiane su dieci sono preoccupate delle conseguenze, secondo un'indagine di Promos Italia con le Camere di Commercio su un campione di imprese che operano negli Usa.
Il 34,2% delle imprese infatti ritiene che il clima economico internazionale […] non sia «né particolarmente favorevole né particolarmente sfavorevole» e il 32,9% considera, invece, il contesto «abbastanza favorevole».
Inoltre, il 45,6% delle imprese ritiene che la nuova amministrazione americana non influirà sulle loro strategie, al contrario il 22,8% si vorrebbe espandere verso mercati emergenti come Sud-Est Asiatico, Africa, America Latina e Medio Oriente.
[…] Le esportazioni Oltreoceano sono arrivate a oltre 67 miliardi secondo l'osservatorio economico sui mercati esteri del Governo. In base alle ultime proiezioni del Csc di Confindustria i solidi legami produttivi tra le due sponde dell'Atlantico sulla chimica e il farmaceutico «potrebbero essere un deterrente alla rincorsa tariffaria» perché circa il 90% dello stock di capitali investiti dalle imprese farmaceutiche italiane nei paesi extra-Ue è diretto negli Usa.
GIORGIA MELONI DONALD TRUMP - IMMAGINE CREATA CON GROK
Prodotti farmaceutici di base e preparati, con oltre 8 miliardi nel 2023, figuravano sul podio merceologico nell'export verso gli Usa. Ma gli States rappresentano anche il terzo mercato per le esportazioni della moda italiana, con un interscambio commerciale da gennaio a ottobre 2024 di ben 4,5 miliardi per la moda, 3,1 miliardi per i settori collegati affermano le associazioni di categoria. E poi c'è l'agroalimentare. Il blocco delle spedizioni di vino potrebbe costare 6 milioni al giorno alle cantine italiane, afferma la Coldiretti.
«I dazi sono di fatto già applicati. Gli importatori americani hanno fermato l'import dei nostri vini temendo di dover farsi carico loro del dazio, perché non c'è una norma che quantomeno adesso escluda dai dazi i prodotti che sono in transito» denuncia il direttore generale Unione italiana Vini, Paolo Castelletti. Con il 96% dell'export agroalimentare verso gli Usa che viaggia su nave, il timore è che i carichi possano arrivare a destinazione quando i dazi sono già scattati. E che si aprano dispute su chi debba pagarli.
E i timori si estendono anche alla tenuta dell'occupazione: «rischiamo perdere 50-60mila posti di lavoro», è il calcolo del leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, sulla base dei settori più colpiti (meccanica, agroalimentare e moda) che contano complessivamente 400 mila addetti. […]
DAZI USA PER TUTTI, BORSE A PICCO L’EUROPA BRUCIA 245 MILIARDI
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco e Massimo Ferraro per “la Repubblica”
Tariffe su tutti i beni importati, da tutti i Paesi. Poi, eventualmente, si inizierà a trattare.
Donald Trump sui dazi tira dritto, alza la posta alla vigilia di quello che definisce il «giorno della liberazione » per l’America e fa tremare le Borse. Nella seduta di lunedì le europee bruciano 245 miliardi di euro. […]
friedrich merz al bundestag foto lapresse
Da domani, 2 aprile, le barriere doganali si alzano verso «tutti i Paesi», assicura Trump, non solo la sporca quindicina evocata dal suo segretario al Tesoro. «I dazi saranno molto più generosi di quelli che sono stati imposti a noi nel corso dei decenni spiega il presidente - ci hanno fregato, noi saremo molto più gentili con loro di quanto loro siano stati con noi». La guerra commerciale entra così nel vivo.
Dopo lo scudo del 25% su acciaio e alluminio, le misure al rialzo con la Cina e la stretta contro il Venezuela - con l’Eni che si è vista cancellare le autorizzazioni agli scambi con Caracas - è il turno dei dazi reciproci. Barriere doganali pari a quelle che i partner commerciali applicano sulle merci statunitensi, tariffarie e non: dai requisiti sulle emissioni di CO 2 ai vincoli sui prodotti alimentari fino all’Iva. Il timore è che si inneschi un effetto a spirale di aumenti incrociati. Il 3 aprile tocca alle automobili, 25% su quelle finite o con componenti realizzate all’estero.
DONALD TRUMP - DAZI COMMERCIALI
E poi? Per il Wall Street Journal, almeno inizialmente, verranno imposte tariffe universali al 20% verso tutti i partner. Le principali cancellerie sono state già avvertite dalla diplomazia di Bruxelles: Trump potrebbe fare addirittura peggio di quanto annunciato.
Se così fosse, risulta a Repubblica, la Commissione europea potrebbe accelerare la reazione, colpendo Washington prima del previsto. L’idea originaria, infatti, era stata quella di congelare la ritorsione per tredici giorni, dal 2 al 15 aprile, spendendo quel tempo per trattare. […] Adesso, però, Ursula von der Leyen – così sanno anche a Palazzo Chigi, dove il messaggio è stato recapitato – potrebbe imporre contro-dazi immediati, nel giro di qualche ora o comunque di pochissimi giorni. “Scongelando” un pacchetto già pronto, chiuso in cassaforte e in attesa soltanto di essere ufficializzato.
Che il clima sia quello che precede la battaglia lo si intuisce anche da altre indiscrezioni. Una, pubblicata ieri da El Pais, sostiene che l’Unione stia preparando una risposta «senza linee rosse nel catalogo europeo di rappresaglie ». Secondo il quotidiano spagnolo, la Commissione starebbe valutando di applicare il cosiddetto strumento anti-coercizione per la sicurezza economica, che consente di chiudere il mercato Ue a determinati beni e servizi, impedendo alle aziende statunitensi di partecipare a concorsi di licitazione pubblica o a progetti finanziati con il bilancio comunitario.
Non è una buona notizia per l’Italia, che da tempo lavora per provare a scongiurare un’escalation che penalizzerebbe pesantemente Roma, esposta con gli Stati Uniti e seconda nella scala del rischio soltanto a Berlino. […]
DONALD TRUMP - MATTEO SALVINI - GIORGIA MELONI - MEME BY EDOARDO BARALDI
DAZIFASCISMO - MEME BY EMILIANO CARLI
usa vs ue 1
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