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    LA FEBBRE DEL SABATO MATTINA - CON 39,2 IN SPIAGGIA A SPERLONGA, COLPA DEL COVID, DEL TERMOSCANNER O DEL SOLE CHE ''INCOCCIA'', COME SI DICE A ROMA? - SINDACI IN RIVOLTA: ''METTONO REGOLE COMPLICATE SENZA CONSULTARCI, MA POI SIAMO NOI CHE DOBBIAMO APPLICARLE. 1 METRO DI DISTANZA IN ACQUA? MASCHERINE PRONTE SOTTO L'OMBRELLONE? ELENCO DI TUTTE LE PRESENZE IN SPIAGGIA?''


     
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    1 - A SPERLONGA CON LA FEBBRE A 39

    Barbara Savodini per “il Messaggero

     

    termoscanner aeroporto 4 termoscanner aeroporto 4

    Sono attendibili i termoscanner? A pochi giorni dall'avvio della fase 3 sono in tanti a domandarselo. Fa discutere quanto avvenuto lo scorso 2 giugno in uno stabilimento di Sperlonga. I gestori del Lido Olimpo, nella zona di Lago Lungo, per garantire maggiori standard di sicurezza, hanno infatti deciso di acquistare un termometro a infrarossi e di misurare la temperatura a tutti i clienti in ingresso anche se la legge non li obbligava a farlo.

     

    mascherine nella spiaggia mascherine nella spiaggia

    Nessun cliente aveva mai sollevato obiezioni ma la situazione si è complicata martedì quando, sottoponendo al controllo una turista di Roma, il dispositivo ha restituito per tre volte consecutivo la stesso risultato: 39.2. «Ho ripetuto la misurazione tre volte - racconta il parcheggiatore dello stabilimento - alla terza non me la sono sentita di far entrare la signora e le ho chiesto di tornare a casa». «Misuriamo la temperatura tutte le mattine sul personale e sugli altri clienti - aggiunge Francesco Corpolongo, titolare del lido - raramente il dispositivo ha raggiunto i 37 gradi. Lo abbiamo pagato 80 euro e ci è sempre sembrato affidabile». L'attendibilità dei rilevatori è piuttosto dibattuta anche se, in genere, le differenze rispetto ai termometri ascellari non sono mai superiori a un grado.

     

    A Ponza ad accendere il dibattito è invece l'accesso dei cani sulle spiagge l'argomento del giorno. Ad onor del vero, in tutto il litorale pontino la presenza di animali domestici sulla battigia è consentita solo nelle aree attrezzate ma il fatto che nell'ordinanza sindacale ponzese l'esclusione dei cani sia stata associata al covid ha mandato su tutte le furie animalisti e ambientalisti.

     

    spiagge spiagge

     

    2 - DISTANZA DI UN METRO IN ACQUA - I SINDACI: CONTROLLI IMPOSSIBILI

    Diodato Pirone per “il Messaggero”

     

    L'Istituto Superiore di Sanità ieri ha fornito le tre regole di base per le ferie al mare degli italiani al tempo del Covid. Prima regola: nessun problema per i bagni al mare stando però a 1 metro di distanza dagli altri bagnanti. Secondo: sotto l'ombrellone i turisti dovranno avere la mascherina a portata di mano per indossarla quando non si può stare lontani. Terzo: gli stabilimenti dovranno misurare la temperatura a ospiti e personale.

    L'Istituto ieri ha ribadito un dato importante: il virus può essere presente in acqua (in generale portato dalla rete fognaria o magari da passeggeri di barche) ma si diluisce e dunque non costituisce un pericolo.

     

    Tutte le indicazioni sono pubblicate sul sito dell'Iss e sono chiare. In spiaggia restano vietati gli assembramenti, le feste e gli eventi musicali: la musica si può solo ascoltare. Gli accessi agli stabilimenti attrezzati sono regolati: servirà la prenotazione. Mentre per le spiagge libere, dove la sorveglianza risulta di difficile praticabilità, sono chiamati i sindaci e gli altri enti locali competenti ad applicare le regole utili alla riduzione del rischio.

     

    LA PROTESTA

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    Ma da parte dei sindaci non arriva certo un applauso. «Noi - attacca Antonio Decaro, primo cittadino di Bari e presidente dell'Anci - siamo stati esclusi dalle decisioni su regole complicate».

     

    «Ma poi su noi sindaci - dice ancora Decaro - finisce la responsabilità della loro applicazione». Come se non fosse già chiaro Decaro conclude così: «Ci danno il compito impossibile di far rispettare, sulle spiagge libere, le nuove regole del distanziamento. Nonostante sia noto che non abbiamo nemmeno le risorse per continuare a pagare i servizi essenziali e che il controllo spetti alle forze dell'ordine». Forse proprio per questo Decaro era stato uno degli ideatori del piccolo esercito di 60.000 vigilanti civili che poi pare sia stato accantonato.

    CORONAVIRUS AL MARE CORONAVIRUS AL MARE

     

    Ma torniamo al rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità (al quale hanno collaborato anche l'Inail, i tecnici della Conferneza Stato-regione e gli esperti dell'Arpa) che risponde al tentativo di tranquillizzare gli italiani sul fronte delicatissimo delle ferie al mare.

     

    Le raccomandazioni riguardano sia gli stabilimenti che i bagnanti. A cominciare dalla prenotazione dell'accesso agli stabilimenti (anche online) per fasce orarie e dalla registrazione degli utenti per rintracciare eventuali contatti in seguito a contagi. L'elenco delle presenze dovrà essere tenuto dalle strutture per almeno 14 giorni e nel rispetto della normativa sulla privacy. L'Iss sottolinea che spiagge, terreni, arenili o ambienti naturali non devono essere trattati in alcun caso con prodotti biocidi.

     

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    Il distanziamento deve essere di almeno 1 metro tra persone che non appartengono allo stesso nucleo familiare, anche durante la balneazione. Permane la responsabilità di vigilanza sul distanziamento dei bambini.

     

    La pulizia, con regolarità almeno giornaliera, riguarderà tutte le superfici, gli arredi delle cabine e le aree comuni; va fatta in modo regolare e frequente la sanificazione delle attrezzature (sedie, sdraio, lettini, inclusi galleggianti e natanti), oggetti e servizi igienici, limitando l'utilizzo delle strutture come cabine-doccia singole e spogliatoi quando non sia possibile assicurare una disinfezione tra un ospite e l'altro. Ai bagnanti verranno forniti disinfettanti per l'igiene delle mani, mentre il personale dovrà essere dotato di dispositivi di sicurezza personale (mascherine, schermi facciali, guanti) e dovrà utilizzarli obbligatoriamente in caso di contatti ravvicinati con i bagnanti. Le mascherine dovranno essere smaltite con i rifiuti indifferenziati.

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