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Matteo Mottin per APT diary
Lunedi 3 Novembre a Casa Mollino è stato proiettato in anteprima Sèance, il nuovo video di Yuri Ancarani. Il lavoro, prodotto da Sky Arte HD, fa parte della mostra SHIT AND DIE, curata da Maurizio CattelanMarta Papini e Myriam Ben Salah.
Nel video, una sensitiva è seduta al tavolo della sala da pranzo di Casa Mollino e fa da tramite nel rispondere a delle domande che vengono poste all’architetto scomparso nel 1973.
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Il film andrà in onda, in contemporanea alla mostra, su Sky Arte HD dal 4 novembre alle ore 20.30, con una programmazione continua durante Artissima e nel mese di One Torino sui canali 120 e 400 di Sky, e disponibile anche su Sky On Demand.
Abbiamo fatto alcune domande a Yuri Ancarani
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ATP: Puoi introdurci questo tuo nuovo film?
Yuri Ancarani: In verità è il primo lavoro di cui faccio veramente fatica a parlare, perchè ancora mi sto facendo delle domande. E’ nato perchè Maurizio mi ha commissionato il lavoro per SHIT AND DIE, ma stando molto sul vago, dicendomi solo se mi andava di fare un giro a Torino per fare dei sopralluoghi. Durante uno di questi sopralluoghi ho incontrato Fulvio Ferrari, e mi ha raccontando che stava organizzando una cena perchè voleva fare delle domande a Mollino – con questa semplicità e normalità che possono trovarsi solo a Torino. Eravamo in centro, fuori c’era un bosco, c’era il fiume, nella casa c’erano questi animali stampati, oggetti, e Fulvio mi parlava di queste domande che voleva fare a Carlo, e lì ho capito che era questo il film che dovevo fare, e quando si decide di fare dei film così bisogna essere pronti al fallimento più totale, perchè non sai come andrà a finire. E soprattutto non si ha a che fare con degli attori, a cui dici cosa devono fare. Sono persone che vivono la loro vita e fanno quello che fanno in libertà, quindi non sempre uno è d’accordo sull’essere filmato. Non è semplice, il rischio è sempre alto. E’ difficile spiegare questo film
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.ATP: Come hai conosciuto la signora che vediamo nel video?
YA: Fulvio mi aveva detto che voleva fare delle domande a Mollino perchè gli serviva per la sua ricerca, e che avrebbe fatto questa cena con lei. Come dicevo, se pensi di fare un film del genere devi anche essere pronto al fallimento: quando lei è arrivata io avevo già preparato e disposto tutta l’attrezzatura per girare, quindi c’era il rischio che si rifiutasse di farsi riprendere. In ogni caso, se le avessi telefonato chiedendole di fare il video mi avrebbe detto di no, e giustamente, è più facile dire di no che si.
ATP: La colonna sonora è molto particolare. Come l’avete realizzata?
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YA: Mirco Mencacci, il mio fonico, è non vedente. E’ arrivato a Casa Mollino con tutta la sua attrezzatura, che in pratica è un arsenale: nella stanza in cui ho fatto le riprese ha posizionato almeno 12 microfoni. Appena arrivato, con un suo assistente ha preso le misure di ogni stanza, ha piazzato uno strumento che contiene sette microfoni direzionali ad una certa altezza, e di notte, alle 5 del mattino, ha registrato il rumore ambientale. Ha anche registrato il rumore degli oggetti della casa mettendo dei microfoni speciali, perchè ogni oggetto ha un suo riverbero, emette dei rumori che non riusciamo a sentire con le nostre orecchie.
Gli ho poi chiesto di immaginarsi l’aldilà, e per lui, essendo non vedente, l’aldilà è una sovrapposizione di voci. Ha recuperato 150 dialoghi di persone morte – non voci provenienti dall’aldilà, ma dialoghi di persone che ora non ci sono più ma registrate quando erano in vita, e li ha sovrapposti. Per me la musica è il noise, quindi quando Mirco mi ha proposto questo lavoro con le voci ero molto contento. La colonna sonora del video è l’unione di questi elementi, le registrazioni ambientali e le voci dei defunti. Un lavoro di una complicazione incredibile, perfetto e precisissimo, un mix di rumori che noi non sentiamo, ma che esistono, o che sono esistiti, che fa da contrappunto alla voce piana e pacata di questa signora.
ATP: La struttura portante del video quindi è la colonna sonora, o la musica è stata aggiunta in un secondo momento?
YA: Per me la musica è il 50%, forse anche il 60% del lavoro. Io quasi sempre monto in muto, poi in base al montaggio spiego dove voglio arrivare al mio fonico e lui interpreta le mie esigenze e mi porta dove voglio io con l’atmosfera sonora, perchè il suono ti dà tridimensionalità. Dà una sensazione di tridimensionalità fortissima.
ATP: Il lavoro di Mollino ti ha influenzato in qualche modo nella realizzazione del video?
YA: No, perchè in verità non è un lavoro su Mollino. E’ una riflessione sulla vita dell’artista e sulla missione che ha l’artista in vita. Alla fine è un film su questo. Fra l’altro, sarà trasmesso in TV, e penso che il 15% degli spettatori conosca Mollino. Ed è scritto alla fine, dopo il titolo, che stiamo parlando di Carlo Mollino. Non per creare confusione e destabilizzare lo spettatore, ma è che se sai subito che si sta parlando di Carlo Mollino pensi a una cosa, e invece secondo me è più interessante godersi la riflessione che si fa nel video.
Non è importante che si conosca che sia su questo architetto, perchè lo conoscono veramente in pochi. Mi sono chiesto se fosse necessario scrivere un testo all’inizio che spieghi in poche righe chi è, per lo spettatore che non conosce Mollino, e alla fine ho pensato che chi conosce Mollino riceve certe informazioni, viene arricchito dal fatto che lo conosce, e chi non lo conosce si porta a casa delle altre informazioni, di tipo diverso. E’ un film che può essere visto e capito anche da chi non conosce Carlo Mollino. Parla di vita, della vita dell’artista, della missione che può avere un artista in vita. E’ un film sull’esistenza.
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Per dare la giusta prospettiva al film di Yuri Ancarani abbiamo fatto anche qualche domanda a Fulvio Ferrari, che dal 1999 si occupa del Museo Casa Mollino.
ATP: Cos’è Casa Mollino?
Fulvio Ferrari: E’ importante chiarire che cosa sia Casa Mollino, perchè questa strana casa introduce sempre dei punti interrogativi. In buona sostanza, è stato ricostruito questo interno, in cui Mollino durante la sua vita non ha mai abitato, per la cui realizzazione però ha impiegato lo stesso tempo che ha dedicato per la costruzione del Teatro Regio.
Per farti capire l’importanza di questo suo progetto, di cui lui in vita mai parlò, mai fece fotografie, posso dirti che i soli bicchieri di cristallo che sono stati comprati per arredarla costavano più di un’automobile. E’ stato possibile svelare e capire cos’è questa casa attraverso un simbolo, la testa di una regina egizia, trovato nel libro sulla fotografia che lui scrive nel 1943 e che pubblicherà nel 1949. Questa testa, inesplicabile in un contesto fotografico moderno, ci ha quindi aperto una strada: il vecchio direttore del Museo Egizio di Torino Silvio Curto ci ha fatto vedere che il modo in cui è stata costruita la casa rispecchia sostanzialmente la disposizione di un’abitazione ultraterrena. Andando avanti nella ricerca del significato reale della casa abbiamo capito che Mollino segue una visione per cui la nostra vita è propedeutica a una vita successiva.
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Noi in questa vita siamo materia, quello che sta intorno a noi è materia, quindi dobbiamo conoscere la materialità del mondo, che poi ‘traslocherà’ con noi in una fase successiva della vita. Questo spiega perchè Mollino nella sua vita ha fatto cose apparentemente molto distanti tra loro, come lo sci, le acrobazie aeree, eccetera. Mollino è stato avido di vita, ha saputo assorbire quello che gli stava attorno e ri-emetterlo secondo la sua persona. Vorrei anche chiarire che le famose polaroid che tutto il mondo conosce sono un lavoro in Mollino cui usa il corpo della donna, che è l’oggetto più bello che esista sulla faccia della terra, per carpirne le leggi che lo rendono così bello.
Quando Mollino produce i suoi disegni, i suoi mobili e le sue visioni, lo fa avendo dentro di sé questo navigatore meraviglioso che è la conoscenza di questa legge – oltre alla conoscenza di tantissime altre cose. Il secondo motivo per cui fa questo enorme lavoro fotografico è stato possibile capirlo solo attraverso Casa Mollino dove, nella cosiddetta ‘stanza delle farfalle’, che in realtà è la mimesi della cripta egizia, Mollino mette a parete un esercito di farfalle, che rappresenta un esercito di donne, che rappresentano gli Ushabti che nella civiltà egizia accompagnavano il faraone nella vita ultraterrena in qualità di servitori – ma in una elaborazione più completa rappresentano la costruzione, secondo un mito di Platone, della parte che a noi tutti manca, che è il sesso apposto a quello a cui apparteniamo. Mollino ha quindi costruito un enorme ritratto al femminile di se stesso, completando una casa che può essere considerata come testimonianza di quello che lui ha capito della vita, e questa completezza di se stesso di fronte al giudizio finale, che gli Egizi inventano 5000 anni fa, e che è quello che ci permetterà – o purtroppo forse no – di procedere in una vita successiva. In tutto questo, l’apparente balzana storia di una vecchia psicologa di 72 anni che parla con Mollino è stata meravigliosamente risolta da Yuri e dalle persone che hanno lavorato con lui.
ATP: La signora del video secondo lei parla veramente per conto di Mollino?
Yuri Ancarani SERATA CRACCO E CATTELAN A PIAZZAFFARI
Fulvio Ferrari: La signora nel video non sapeva nulla di Mollino, e le parole che dice sono straordinariamente vicine a quelle che Mollino scrisse nella sua vita in luoghi completamente diversi, a partire dagli anni ’20. Per capirci, Mollino è uno che scrive e pubblica su Casabella la sua autobiografia quando ha 28 anni, che era capace di disegnare in contemporanea con due mani, due matite e due fogli di carta. Progettava in contemporanea, ad esempio, due modelli di poltrone diverse, uno per una signora e l’altro per suo marito. E’ quindi un personaggio veramente molto complesso.
Questo colloquio è molto interessante perchè è assolutamente piano, non c’entrano niente le sedute spiritiche e tutta questa serie di corbellerie. Questa signora è semplicemente capace di fare una cosa che noi non siamo in grado di fare, e la fa in un modo molto interessante. E’ un processo che ognuno di noi potrebbe fare se fosse interessato a sviluppare queste doti che ognuno di noi ha. Non è una cosa speciale, è una cosa assolutamente normale. La signora nel video non fa questo di professione, ma usa questo sistema per risolvere i problemi che le persone hanno con i loro genitori defunti. Lei li rimette in contatto in modo che possano risolvere dei presunti conflitti – perchè poi in realtà il genitore non ha un conflitto con il figlio. Lei non aveva mai fatto una cosa di questo genere, noi non le abbiamo detto che cosa stava succedendo. L’abbiamo invitata a cena, poi le abbiamo detto che a cena non saremmo stati tutti assieme, ma solo lei e Mollino.
yuri ancarani SERATA CRACCO E CATTELAN A PIAZZAFFARI
Quando è stato il momento di fare la prima domanda, la signora ci ha detto che bisognava chiederle qualcosa che sapevamo già esattamente, così da capire che la persona con cui avremmo parlato era davvero lui. Io ho chiesto: ‘come hai fatto ad arredare questo interno?’, e la risposta è stata: ‘ogni tanto chiedevo aiuto a una mia amica, la moglie di un avvocato, che viene da una famiglia molto importante’.
Allora, io conosco benissimo questo avvocato, molto amico di Mollino perchè volavano insieme, e la moglie di questo avvocato era in effetti la persona che lo aiutava – e questa testimonianza me l’hanno data le due figlie di questa coppia, che oggi hanno 65 anni, e tutt’e due mi hanno detto la stessa cosa, che la loro mamma aiutava Mollino nell’arredamento. E io non ci ho mai minimamente creduto: figuriamoci se uno come Mollino chiede ad una sua amica di dargli una mano ad arredare l’interno. Ma a quanto pare è stato effettivamente così.
Interviste di Matteo Mottin.
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