franco califano gigi d'amato

I “CINE-FORUM” A LUCI ROSSE A CASA DEL “CALIFFO” – IL SUO EX AGENTE, GIGI D’AMATO, RIVELA: “LA STANZA DELL’AMORE DI CALIFANO NON ERA UNA FAVOLA. AVEVA VELLEITÀ DA REGISTA E LÌ, OLTRE A UNA SERIE INFINITA DI GIOCHINI TIPO FALLI O MANETTE, C’ERANO LE TELECAMERE” – “LA STORIA DELLA PEDOFILIA NASCE DA QUESTO: ORGANIZZAVA DELLE RIUNIONI TRA UOMINI PER VEDERE I FILMATI; UNA DELLE PROTAGONISTE LO HA SAPUTO, HA PRESO IL VIDEO, HA MONTATO LE IMMAGINI E HA LANCIATO L’ACCUSA” – “IN QUELLE STANZE HO VISTO DI TUTTO, (SORELLE, MAMME PRIMA, FIGLIE POI; AMICHE, AMICHE DELLE AMICHE) MA MAI UNA MINORENNE”

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Estratto dell’articolo di Alessandro Ferrucci per “Il Fatto Quotidiano”

 

GIGI D’AMATO

l riflettore è suo, dell’artista. Ma c’è chi gli sta a un passo, di lato, dietro, davanti, quando è necessario; chi amplifica il riflettore stesso, o evita che sia troppo incandescente, accecante, illusorio. Intenso quanto breve. Gigi D’Amato il riflettore lo guarda da decenni. Sulla carta d’identità soggettiva ha scritto “agente” o “manager”, ha seguito da Patty Pravo a Franco Califano (“anche per me è stato un maestro di vita”),

 

ha realizzato i suoi sogni portando sul palco i miti dell’infanzia come Bob Dylan (“è stato meno scontroso di quanto temessi”) o Franco Battiato (“prima di entrare in scena aveva una serie infinita di riti”). Ultimamente la sua categoria professionale è stata bollata come “male assoluto”, specialmente quando si parla di Rai (“lì il vero problema è il continuo avvicendarsi dei dirigenti”). […]

 

Qual è la funzione dell’agente?

Mi sento un artigiano. […] Ho rifiutato di seguire due conduttori, uno dei quali ha un programma, perché non voglio delegare ad altri il mio lavoro; (sorride) non rifiuto perché sono ricco di famiglia, ma per fortuna le mie entrate arrivano dall’editoria, per il resto mi affido a situazioni non stressanti, che si confanno a me.

franco califano mita medici

 

Cosa intende?

Gli artisti vanno seguiti, hanno continue necessità, magari ti chiamano ogni dieci minuti, danno sfogo al loro ego, hanno bisogno di qualcuno che li ascolti. Li capisci e rassicuri. E questo quando lavorano. […]

 

Argomenti preferiti?

I perché e i percome: perché Tizio ha una trasmissione e io no, perché ha una copertina sul settimanale e io no, perché guadagna più di me.

 

Tra i suoi assistiti c’è stata Patty Pravo.

Fine anni 90, era nel suo momento peggiore: la sfida è stata riposizionarla perché era fuori da tutto.

 

Come?

Una delle prima decisioni è stata quella di festeggiare all ’Arena di Verona i 40 anni de La bambola; (sorride) contattai la dirigenza dell’Arena e la conversazione fu a tratti surreale: “Va bene, quel giorno lo spazio è libero. Ma chi è l’artista?”. “Patty Pravo”. “No, forse non lo sa: ma lo spazio è grande”. “Non si preoccupi”.

franco califano nel suo ultimo concerto al sistina il 18 marzo 2013 foto di bacco (9)

 

È stato complicato?

Seimila biglietti venduti.

 

Non il sold out.

Gli altri sono andati via come omaggio e un investimento di 400 mila euro per l’allestimento. Grazie al pieno ho messo in piedi un’operazione con la Sony e ho quintuplicato il suo cachet per le ospitate in televisione. Questo è il mio lavoro.

 

[…] È così complicata la Pravo?

Lo dico con affetto, ma lei è una pazza seria; (sorride, molto) mi ha raccontato dei dialoghi tra lei e Fellini, tutti basati su una visione altra della vita, totalmente surreale, carica di bugie e significati celati.

 

Franco Califano.

GIANFRANCO FUNARI FRANCO CALIFANO

Esperienza tragica.

 

Che ha combinato?

È stato il primo artista con il quale ho lavorato dopo il mio arrivo a Roma dal Salento. Per me rappresentava il mito.

 

Passo indietro: come mai a Roma?

Per studiare, poi conosco un ragazzo che collabora con Maurizio Costanzo, mi coinvolge per guadagnare qualcosina e mi affidano gli autori dei programmi: dovevo seguirli. Da lì, un giorno mi trovo davanti a Califano e capisco che ha bisogno di soldi: era totalmente a secco.

franco califano

 

[…] Insomma, Califano.

Organizzo una cordata di persone, gli porto i soldi e sparisce.

 

Sparisce?

Era sotto contratto con un’altra persona...

 

Dolore.

Di più, a pezzi: ero giovane, ci credevo, e poi dovevo rispondere a chi aveva messo i soldi.

 

Quindi?

Dopo qualche tempo risolve il contratto, mi chiama, iniziamo a lavorare, pubblichiamo l’album Giovani uomini, ma l’operazione non va bene. Anzi, viene coinvolto in un caso di pedofilia.

 

Pedofilo, no.

franco califano

Ho passato molto tempo a casa di Franco: in quelle stanze ho visto di tutto, ma mai una minorenne.

 

Spieghiamo il “tutto”.

(Ride) Sorelle, mamme prima, figlie poi; amiche, amiche delle amiche...

 

Di casa Califano si favoleggia della stanza dell’amore.

Non era una favola, era un mondo inserito in un contesto teorico, quasi filosofico.

 

Traduciamo pure questo.

Aveva anche velleità da regista e in quella stanza oltre a una serie varia, vasta, infinita di giochini tipo falli o manette, c’erano le telecamere e la storia della pedofilia nasce da una delle registrazioni.

 

silvio berlusconi franco califano

Perché?

Franco organizzava delle riunioni tra uomini per vedere i filmati, era una sorta di dibattito, di cineforum; una delle protagoniste lo ha saputo, ha preso il video, ha montato le immagini e ha lanciato l’accusa. Tutto scoppia a ridosso del lancio del disco, Domenica In cancella la nostra ospitata e di seguito tutto andò a morire. […]

CALIFANO ISABELLA FERRARIFRANCO CALIFANO A PROCESSO FRANCO CALIFANO A PROCESSO FRANCO CALIFANO A PROCESSOFRANCO CALIFANO A PROCESSOCALIFANOCALIFANOCALIFANO 9PEPPINO DI CAPRI CALIFANOfranco califano