Marco Antonellis per Dagospia
salvini a piacenza
Il Capitano leghista ci sarà anche rimasto male: Calderoli, fedelissimo scudiero e super esperto di questioni giuridiche, aveva dato ampie assicurazioni. "Stavolta ce la faremo" era il leit motiv che si poteva ascoltare negli ultimi giorni dalle parti di Via Bellerio. E invece niente anche stavolta il palazzo ha bocciato le aspirazioni leghiste. Ora al Capitano non resta che fare buon viso a cattivo gioco e cercare di capitalizzare al meglio la sconfitta della Consulta.
MATTEO SALVINI
Non per niente i toni salviniani sono subito cambiati ed è immediatamente partito l'ordine di scuderia: "Bisogna utilizzare la bocciatura della Consulta nella campagna elettorale in Emilia per espugnare il fortino rosso e far cadere il governo". Come? Spingendo ancora con più forza sui toni populisti ma sopratutto preparandosi a sfruttare al meglio l'assist renziano che due giorni dopo il 26 gennaio voterà insieme a Lega e Forza Italia la proposta Costa sulla prescrizione.
matteo salvini al museo peppone e don camillo
Insomma, la miccia è accesa e se un'eventuale vittoria salviniana in Emilia dovesse sommarsi allo smarcamento di Renzi sulla prescrizione appena due giorni dopo il voto le conseguenze per la tenuta del governo potrebbero essere devastanti. Ma c'è di più perché autorevoli sondaggisti (numeri finiti sulle scrivanie che contano a via Bellerio e non solo) avrebbero quantificato anche il peso elettorale dell'eventuale bocciatura da parte della Corte costituzionale della proposta Calderoli.
matteo salvini a brescello con la statua di don camillo
Ed anche da questa situazione il Capitano leghista potrebbe trarne vantaggio (si parla di mezzo punto/un punto in più in Emilia e 2 punti percentuali in più a livello nazionale) perché gli permette a ridosso del voto di scendere con più forza e vigore sul terreno di gioco a lui più favorevole: quello del populismo. Insomma, Salvini ha perso la battaglia ma non la guerra.