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    SOCIAL KILLING - NONOSTANTE LE POLEMICHE SULLA GOGNA MEDIATICA, ILARIA CUCCHI RI-PUBBLICA LA FOTO DEL CARABINIERE CHE ACCUSA DI AVER ''UCCISO'' SUO FRATELLO STEFANO: ''SI PUBBLICANO LE FOTO DEI 'MOSTRI' ANCHE PRIMA DELLA SENTENZA DEFINITIVA. LUI VA DIFESO PERCHÉ HA LA DIVISA? AL CONTRARIO, HA PIÙ RESPONSABILITÀ'' - IL MARESCIALLO SU FACEBOOK: 'NON DICO QUELLO CHE STEFANO PENSAVA DELLA FAMIGLIA''


     
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    1.ILARIA CUCCHI RI-PUBBLICA LA FOTO DEL CARABINIERE: PERCHÉ IL FATTO DI AVERE UNA DIVISA DOVREBBE TUTELARLO PIÙ DEI ''MOSTRI'' PRESUNTI CHE VENGONO SBATTUTI IN PRIMA PAGINA?

    Post di Ilaria Cucchi su Facebook

    maresciallo roberto mandolini caso cucchi maresciallo roberto mandolini caso cucchi

     

    Sto ricevendo numerose telefonate anche di giornalisti su questa fotografia.

    La prima domanda che mi pongo è: se fosse stato un comune mortale, cioè non una persona in divisa, non ci si sarebbe posto alcun problema. La cronaca nera e piena di 'mostri' rei o presunti tali di efferati ed orrendi delitti sbattuti in prima pagina.

     

    Sto passando le mie giornate ascoltando quelle intercettazioni. Leggo sul sito del Fatto Quotidiano le infamanti ricostruzioni del mar. Mandolini che si permette di offendere me e la mia famiglia raccontando le sue presunte verità dopo aver taciuto per sei anni e dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere di fronte ai pubblici ministeri.

     

    Non sono ipocrita. Questa foto non è uno scatto rubato in violazione della privacy del soggetto ritratto ma è stata addirittura postata dallo stesso sui social network. Questa foto io non l'avrei mai pubblicata ma l'ho fatto solo perché la ritengo e la vedo perfettamente coerente col contenuto dei dialoghi intercettati e con gli atteggiamenti tenuti fino ad oggi dai protagonisti. Per sei anni si è fatto il processo a Stefano e a noi membri della sua famiglia.

     

    ilaria stefano cucchi ilaria stefano cucchi

    Il mar. Mandolini incurante di quanto riferito sotto giuramento ai giudici sei anni fa e non curandosi nemmeno della incoerente scelta di non rispondere ai magistrati ha avviato un nuovo processo a Stefano e a noi, che abilmente sarà di una violenza direttamente proporzionale alla quantità di prove raccolte contro di loro dai magistrati. E quindi io credo che non mi debba sentire in imbarazzo se diventeranno pubblici anche i volti e le personalità di coloro che non solo hanno pestato Stefano ma pare se ne siamo addirittura vantati ed abbiamo addirittura detto di essersi divertiti.

     

    commenti del carabiniere roberto mandolini a chi lo accusa su facebook commenti del carabiniere roberto mandolini a chi lo accusa su facebook

    Difronte al possibile imbarazzo che qualcuno possa provare pensando che persone come queste possano ancora indossare la prestigiosa divisa dell'arma dei carabinieri io rispondo che sono assolutamente d'accordo e condivido assolutamente questo imbarazzo. Ma non è un problema o una responsabilità di Stefano Cucchi o della sua famiglia. Non è stata una scelta di Stefano Cucchi quella di subire un 'violentissimo pestaggio', come lo hanno definito i magistrati, per poi morirne. Non è stata una scelta della famiglia Cucchi quella di essere processata insieme al loro caro per sei anni.

     

    Quella di avere invece pestato Stefano è stata una scelta degli autori del pestaggio.

    Quella di nascondere questo pestaggio e di lasciare che venissero processato altri al loro posto è stata una scelta di altri. Così come quella di farsi fotografare in quelle condizioni e di pubblicarla sulla propria pagina Facebook è stata una scelta del soggetto ritratto.

    commenti del carabiniere roberto mandolini a chi lo accusa su facebook commenti del carabiniere roberto mandolini a chi lo accusa su facebook

    Io credo che sia ora che ciascuno sia chiamato ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Accollandosene anche le conseguenze. E il fatto che questo qualcuno indossi una divisa lo considero un aggravante non certo un attenuante o tantomeno una giustificazione.

     

     

    2.. “HA UCCISO MIO FRATELLO, ECCO LA FOTO” - ILARIA CUCCHI METTE SU FACEBOOK IL RITRATTO DI UNO DEI CINQUE INDAGATI. SUL WEB LO INSULTANO, POI LA FRENATA: “VOLEVO FAR VEDERE CHE ERA IL DOPPIO DI STEFANO. NON RISPONDIAMO ALLA VIOLENZA CON LA VIOLENZA”

    Mauro Favale per “la Repubblica

     

    «Volevo farmi del male, volevo vedere le facce di coloro che si sono vantati di aver pestato mio fratello, coloro che si sono divertiti a farlo. Le facce di coloro che lo hanno ucciso». C’è una foto accanto al messaggio scritto da Ilaria Cucchi su Facebook. Poche righe e un’immagine visibile a tutti, in special modo ai 135 mila follower della pagina dalla quale la sorella di Stefano Cucchi tiene viva la sua battaglia per conoscere la verità su quanto accaduto a suo fratello, il giovane ragioniere romano morto nel 2009 dopo «un violentissimo pestaggio», scrive la procura, in seguito al suo arresto per possesso di droga.

     

    ilaria cucchi ilaria cucchi

    La foto è quella di Francesco Tedesco, 34 anni, carabiniere, da pochi mesi indagato per lesioni insieme ai colleghi Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, i tre militari che la sera del 15 ottobre 2009 perquisirono la casa dei Cucchi e condussero il ragazzo nella caserma Appia. Altri due militari, Roberto Mandolini e Vincenzo Nicolardi, invece, sono indagati per falsa testimonianza.

     

    Ilaria quell’immagine l’ha presa dal profilo di Tedesco, fotografato a mare, torso nudo, muscoli in evidenza, in costume da bagno tra le rocce. «Ora questa foto è stata tolta dalla pagina — aggiunge la Cucchi — Si vergogna? Fa bene». In pochi minuti, sotto quel messaggio, si accumulano commenti di centinaia di utenti di Facebook.

     

    Molti sono di insulti nei confronti dell’uomo, da «verme» a «buffone», quelli meno pesanti. Altrettanti gli augurano la morte: «Deve crepare». Altri ancora sono di più o meno velata minaccia: «Quanto vorrei trovarti in un vicolo mezzo buio e senza quella sporca divisa». Oppure: «Perché non organizzare una squadra di tre o quattro persone di buona volontà per sgonfiare i muscoli a questo bastardo con il cervello pieno di letame?».

     

    l cast della trasmissione - Ilaria Cucchi è la prima da sinistra l cast della trasmissione - Ilaria Cucchi è la prima da sinistra

    Un po’ troppi, tanto che non passa un’ora e la stessa Cucchi, sempre su Facebook, precisa: «Non tollero la violenza, sotto qualunque forma. Ho pubblicato questa foto solo per far capire che Stefano era la metà di questa persona, la fisicità e la mentalità di chi gli ha fatto del male. Ma se volete bene a Stefano vi prego di non usare gli stessi toni che sono stati usati per lui. Noi crediamo nella giustizia e non rispondiamo alla violenza con la violenza».

     

    I “contro-commenti” parlano di «gogna mediatica» che «non rende onore alla memoria di Stefano. I processi si fanno in Tribunale e chi ha sbagliato, qualora verranno accertate responsabilità, pagherà per i suoi errori». Tedesco, a sua volta, annuncia che querelerà la Cucchi per diffamazione.

     

    ilaria cucchi ilaria cucchi

    Lei, interpellata da Repubblica, prima valuta di «cancellare il post se continueranno i commenti violenti». Poi, sempre su Facebook, rilancia: «Io credo che sia ora che ciascuno sia chiamato ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Accollandosene anche le conseguenze. E il fatto che questo qualcuno indossi una divisa la considero un’aggravante non certo un’attenuante o tantomeno una giustificazione». Il riferimento è a quanto sta emergendo dalle intercettazioni degli indagati.

     

    «Queste persone — prosegue la Cucchi — si vantavano di aver pestato “quel tossico di m...”, così lo definivano, di mio fratello. Per questo dico: adesso basta. Questa foto io non l’avrei mai pubblicata ma l’ho fatto solo perché la ritengo e la vedo perfettamente coerente col contenuto dei dialoghi intercettati e con gli atteggiamenti tenuti fino ad oggi dai protagonisti ».

     

    STEFANO CUCCHI E LA SORELLA ILARIA STEFANO CUCCHI E LA SORELLA ILARIA

    Infine rispetto alle polemiche che si sono sollevate, la Cucchi conclude: «Se fosse stato un comune mortale, cioè non una persona in divisa, non ci si sarebbe posto alcun problema».

     

     

    3.CUCCHI E LA FOTO DEL CARABINIERE

    Giusi Fasano per il “Corriere della Sera

     

    La sorella di Stefano Cucchi, il giovane picchiato dopo l' arresto e poi morto in ospedale, ha pubblicato su Facebook la foto di uno dei carabinieri accusati delle percosse. Il post scatena reazioni e diventa un caso. Ilaria va alla guerra. Non quella di sempre, non più con la fotografia di suo fratello morto fra le mani e la voce a scandire quella parola: giustizia. No.

     

    Ilaria Cucchi candidata con Ingroia Ilaria Cucchi candidata con Ingroia

    Stavolta Ilaria Cucchi usa nuove armi, se così si può dire. E per la prima volta si muove in direzione dello stesso piano che lei ha sempre creduto appartenesse soltanto ai suoi «nemici», i cinque carabinieri indagati per la morte di suo fratello Stefano, arrestato per droga e restituito cadavere alla famiglia una settimana dopo. Era il 2009. In questi sei anni l' abbiamo vista mille e mille volte, Ilaria, quasi avvolta in quella gigantografia di Stefano con la faccia tumefatta. Una sorella che chiede la verità, nient' altro che la verità, per suo fratello.

     

    Ma ieri no. Ieri abbiamo visto (anzi, immaginato) un' Ilaria diversa, per la quale è un po' più difficile provare quell' empatia spontanea che si prova per le vittime e per le loro famiglie. È successo che dalla sua pagina Facebook Ilaria ha deciso di postare la fotografia di uno dei carabinieri sotto inchiesta per la morte di Stefano.

     

    Un uomo in costume in posa davanti agli scogli, fisico da evidente dipendenza da palestra e sorriso verso l' obiettivo. «Volevo farmi del male» diceva la didascalia, «volevo vedere le facce di coloro che si sono vantati di aver pestato mio fratello, coloro che si sono divertiti a farlo. Le facce di coloro che lo hanno ucciso».

    ILARIA CUCCHI ILARIA CUCCHI

     

    Una gogna, in sostanza. In un momento e in una fase in cui la strada verso la verità che Ilaria chiede da anni non è che all' inizio. Perché il fascicolo sui carabinieri è aperto da giugno 2015, perché - al di là delle convinzioni personali di ciascuno di noi - non siamo ancora arrivati nemmeno alla richiesta di rinvio a giudizio degli indagati e perché vale sempre quel famoso principio secondo cui nessuno è colpevole fino a prova contraria. Quella stessa mancanza dello stato di diritto che Ilaria lamenta per suo fratello Stefano non può essere evocata per i suoi (al momento presunti) carnefici.

     

    Da donna intelligente quale è deve aver capito anche lei di aver fatto quantomeno un passo falso, anche perché contro il carabiniere si sono esibiti i giustizialisti del web. Tanto da convincere Ilaria a un nuovo post: «Non tollero la violenza, sotto qualunque forma. Ho pubblicato questa foto per far capire la fisicità e la mentalità di chi gli ha fatto del male, ma se volete bene a Stefano vi prego di non usare gli stessi toni che sono stati usati per lui. Noi crediamo nella giustizia e non rispondiamo alla violenza con la violenza». Ecco. Questa è l' Ilaria di «prima», quella avvolta nella gigantografia di Stefano. Quella che crede nello stato di diritto.

    stefano cucchi stefano cucchi

     

     

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