
DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO…
IL DIVANO DEI GIUSTI - IN ONORE DI ALVARO VITALI SU CINE 34 ALLE 21 APPARE TRIONFANTE UNO DEI SUOI FILM MIGLIORI, “LA LICEALE NELLA CLASSE DEI RIPETENTI” DI MARIANO LAURENTI CON GLORIA GUIDA - RAI4 SPRECA ALLE 23, 10 UNA BOMBA DA PRIMA SERATA COME “JOHN WICK: CHAPTER 4”, 2 ORE E 49’ DOVE L’AZIONE NON SI FERMA MAI CON UN KEANU REEVES FAVOLOSO MA INVECCHIATO – ALLE 3 DI NOTTE PASSA IL MITICO “GUNGA DIN”, SPETTACOLARE FILM DI AVVENTURE DEI GIOVANI UFFICIALI INGLESI IN INDIA DIRETTO DA GEORGE STEVENS, UNO DEI MAESTRI DEL CINEMA, CON SAM JAFFE NEL RUOLO DELL'EROICO TROMBETTIERE INDIANO GUNGA DIN. SE NON L’AVETE VISTO, NON POTETE CAPIRE…
Marco Giusti per Dagospia
E in chiaro che vediamo? Vi segnalo subito “Stranizza d’amuri”, opera prima di Beppe Fiorello con Samuele Segreto, Gabriele Pizzurro, Simona Malato, Fabrizia Sacchi, Antonio De Matteo, storia di amore gay tra ragazzini nella Sicilia oppressiva degli anni ’80. Venne accolto molto bene dalla critica quando uscì.
In onore di Alvaro Vitali su Cine 34 alle 21 appare trionfante uno dei suoi film migliori, “La liceale nella classe dei ripetenti” di Mariano Laurenti con Gloria Guida, Alvaro Vitali, Lino Banfi, Gianfranco D'Angelo, Rodolfo Bigotti. Gloria Guida entra di peso nella commedia sexy dopo l’esordio di La liceale.
gloria guida la liceale nella classe dei ripetenti
Qui, nel sequel, non la dirige Michele Massimo Tarantini, bensì Mariano Laurenti, che cuce il tutto in maniera sostanzialmente più comica che sexy. L’idea di Luciano Martino, il produttore, era probabilmente di fare della serie qualcosa di più visibile a tutti e meno erotico. A questo servono Laurenti e il suo fido sceneggiatore Francesco Milizia.
Per Laurenti è il film che incassò talmente tanto da dare il via a tutto un filone: «Luciano Martino mi incontrò e mi disse che voleva fare un’altra liceale», ricordava Laurenti, «Luciano è un produttore stupendo, perché ti commissiona un film e poi lo vede quando è finito. Da allora scattò un meccanismo tra noi autori: a insaputa sua e dei noleggiatori, capovolgemmo pian piano la situazione facendo in modo che il film fosse più comico e meno erotico.
la liceale nella classe dei ripetenti 1
Il prodotto piacque lo stesso, per fortuna, e dal canto nostro ottenemmo che la gente lo andasse a vedere per divertirsi e non soltanto per guardare un bel corpo». Come spiegava Giovanni Buttafava su Il Patalogo: «è il film di maggior successo della serie erotico-soffice della stagione, basato, come per gli altri esemplari, sulle alte frequenze nelle città meridionali; gli spettatori di Catania equivalgono numericamente a quelli di Milano, quelli di Bari superano di qualche migliaio quelli di Roma».
Su Rai Movie alle 21, 10 trovate, puntuale come ogni estate, “Sissi, la giovane imperatrice” di Ernst Marischka con Romy Schneider, Karlheinz Böhm, Magda Schneider, Gustav Knuth, Josef Meinrad.
Su Canale 20 alle 21, 10 passa l’action-thriller di Stallone girato a Roma “Daylight – Trappola nel tunnel” di Rob Cohen con Sylvester Stallone, Amy Brenneman, Stan Shaw, Viggo Mortensen, Sage Sylvester. C’è anche Harold Bradley, uno dei primi artisti/attori/cantanti afroamericani arrivato a Roma, già fondatore del Folkstudio e attore in “Barabba” di Richard Fleischer.
Stallone venne pagato 17, 5 milioni di dollari al tempo. Rimase tre mesi a Roma all’Excelsior facendo pagare alla produzione la stanza, $3,600 a notte. Leggo però che pagò lui stesso 28 milioni di dollari per realizzare il film. Viggo Mortensen girava di mattina a Roma “Daylight” e da un’altra parte di Italia la sera “Ritratto di signora” di Jane Campion.
la liceale nella classe dei ripetenti 3
Rai Storia alle 21, 10 ci stupisce con un bel film di Mario Camerini del 1945 sul collaborazionismo e cosa fare se scopri il tuo amante che se la fa coi tedeschi, “Due lettere anonime” con Clara Calamai, Andrea Checchi, Carlo Ninchi, Otello Toso, Dina Sassoli, Giovanna Scotto. Andrebbe visto, sapete. Chi se lo ricorda più? C’è Checchi che torna dalla campagna di Russia nella Roma del 1943 coi tedeschi cattivi e scopre che la sua donna, la Calamai, sta con un tipografo, Otello Toso, probabilmente infame…
Su Canale 27 alle 21, 15 c’è il primo “Batman”, meraviglioso, di Tim Burton con Michael Keaton come Batman, Jack Nicholson come Joker, Kim Basinger, Jack Palance, Robert Wuhl, Pat Hingle, Jerry Hall, Michael Gough. Strepitose le scenografie, le musiche di Danny Elfman. “Quello che mi piace di più del Joker è che il suo sense of humour è totalmente privo di gusto”.
Nicholson, oltre a guadagnarci 60 milioni, adorava la sua interpretazione. Sembra che se la vedesse una volta a settimana a casa. Tim Burton trovava il film un po’ noioso, bello solo a tratti. “Più un fenomeno culturale che un film davvero riuscito”.
La7 alle 21, 15 passa “Un marito per Cinzia” di Melville Shavelson con Cary Grant, Sophia Loren, Edoardo Ciannelli, Martha Hyer, Harry Guardino, dove dovreste credere che Sophia Loren è figlia di un grande direttore d’orchestra italiano (e già…) e si innamora del vedovo Cary Grant e della sua massa sterminata di figli.
Mi rivedrei subito, Mediaset Italia 2 alle 21, 15, “Non ho sonno” di Dario Argento con Max Von Sydow, Stefano Dionisi, Chiara Caselli, Rossella Falk. Non me lo ricordo per nulla. Su Iris alle 21, 15 trovate il dimenticabile “15 minuti. Follia omicida a New York” di John Herzfeld con Robert De Niro, Edward Burns, Kelsey Grammer, Avery Brooks.
Rai Due alle 21, 20 propone un altro assurdo thriller come “Nuotando nella follia” di Doug Campbell con Sydney Hamm, Cj Hammond, Shellie Sterling, Kiarra Beasley, Mackenzie Possage (mai sentiti, vero?), dive un padre assume come istitutrice di nuoto della figlioletta una pazza psicotica.
Cielo alle 21, 20 passa lo stracultissimo “Manhattan gigolò” diretto da Amasi Damiani nel 1986 con Gianni Dei, Andrea Thompson, Aris Iliopulos, Kayko Kawamoto, Ghisu Azari, Alexis Allen. Sorta di risposta di Gianni Dei a Richard Gere. Vabbé…
Su Rete 4 alle 21, 30 andate sul sicuro con “Il fuggitivo”, grande thriller diretto da Andrew Davis con Tommy Lee Jones poliziotto che non molla la preda, Harrison Ford come l’innocente inesguito, Joe Pantoliano, Julianne Moore.
Passiamo alla seconda serata con “After Work” dello svedese-bergamasco Erik Gandini, Rai Storia alle 22, 35, sul rapporto tra lavoro e tecnologia per l’uomo di oggi e del futuro. Magari è interessante.
La7D alle 2 passa la bella commedia francese “Il mio peggior incubo” di Anne Fontaine con Isabelle Huppert, Benoît Poelvoorde, André Dussollier, Virginie Efira, dove due tipi di genitori single totalmente differenti, si innamorano malgrado tutto. Ma la convivenza non sarà semplice. Faceva molto ridere.
Rai Movie alle 23 propone il film americano di Gabriele Muccino “Padri e figli”, con Amanda Seyfried, Russell Crowe, Aaron Paul, Diane Kruger, Quvenzhané Wallis. Non era male. Ma so che già scalpitate per “La minorenne”, film erotico di Silvio Amadio con Gloria Guida, Rosemary Dexter, Marco Guglielmi, Luciano Roffi, Cine 34 alle 23, 05.
Rai4 spreca alle 23, 10 una bomba da prima serata come “John Wick: Chapter 4” di Chad Stahelski con Keanu Reeves, Donnie Yen, Bill Skarsgård, Laurence Fishburne, Hiroyuki Sanada. 2 ore e 49’ dove l’azione non si ferma mai e non osiamo pensare cosa fosse la versione di 3 ore e 49’, con un Keanu Reeves favoloso ma invecchiato, quando deve rifare per la terza volta i 222 gradini che lo portano al finalone al Sacre Coeur de Monmartre, lo vediamo proprio provato, è una bomba assoluta.
Non amo particolarmente gli action movie, ma questo è davvero sublime. Da saltare sulla sedia. Non solo l’azione non si ferma mai e il John Wick di Keanu Reeves non ha quasi battute a parte l’iniziale “Sei pronto?” – “Sì” che dice al suo Caronte Laurence Fishburne, ma ognuna delle lunghissime, incredibili scene di guerra, a Osaka a Berlino a Parigi, è coreografata divinamente, inventiva, piena di sorprese e di citazioni, da “I guerrieri della notte” a “Highlander” (c’è pure Clancy Brown!).
Non c’è nessun tipo di ricerca psicologica del personaggio, l’unico gesto di umanità di John Wick è quando preferisce salvare il cane killer che addenta le palle dei cattivi piuttosto che sparare a chi lo sta per uccidere, ma anche gli altri si muovono per poche rudimentali idee, Ian McShane deve vendicare la morte del suo compagno Charon (il gigantesco Lance Reddick, scomparso da poco), il Marchese di Bill Skarsgard vuole solo il potere, la stupenda spadaccina giapponese Rina Sawayama vorrà vendetta.
Se si parla, il copione è di Michael Finch e Shay Hatten, si recitano frasi fatte o battute celebri, Laurence Fishburne cita addirittura Dante all’inizio del film (“Per me si va nella città dolente…”) aprendo allo spettatore le porte dell’inferno (“Lasciate ogni sperava o voi ch’intrate”).
La7 alle 23, 15 passa la commedia “Il visone sulla pelle” di Delbert Mann con Cary Grant, Doris Day, Gig Young, Dick Sargent. Fu un grande successo, ma a Cary Grant, allora 57 anni, che interpreta un ricco signore ancora in cerca di avventure che si innamora della ben più giovane Doris Day, allora 39 anni, in cerca di stabilità, il film non piacque molto.
doris day cary grant il visone sulla pelle
Doris Day ricordava che "Di tutte le persone con cui ho recitato, Cary Grant è quello che posso dire di aver conosciuto meno di tutti. È una persona completamente riservata, e non c'è niente da fare con lui. Il nostro rapporto sul film è stato amichevole ma privo di qualsiasi scambio...
Non che non fosse amichevole ed educato - lo era. Ma distante. Molto distante. Ma molto professionale - forse l'attore più professionale ed esigente con cui abbia mai lavorato. Nelle scene in cui stavamo assieme, si è preoccupato di ogni piccolo dettaglio: vestiti, set, arredamento, opere. Cary è stato anche coinvolto anche nella scelta del tipo di visone che avrei dovuto indossare nel film".
Sembra che quando gli piaceva un vestito o un oggetto, chiamava lui stesso un negozio o una fabbrica e nessuno pensava che fosse davvero Cary Grant.
Su Iris alle 23, 35 trovate il più pesantuccio “Rivelazioni” di Barry Levinson, tratto d aun romanzo di Michael Crichton su lavoro e molestie sessuali usate come arma per far carriera con Michael Douglas, Demi Moore, Donald Sutherland, Caroline Goodall, Roma Maffia.
Rai Tre a mezzanotte punta su “Sundown”, di Michel Franco con Tim Roth, Charlotte Gainsbourg, Iazua Larios, Henry Goodman, Albertine Kotting, rilettura de “Lo straniero” di Camus in salsa moderna. Infatti, come nel romanzo di Camus, la storia si apre con la morte di una madre e con un figlio che si perde in una città che non è la sua precipitando sempre più in basso verso una sorta di rassicurante indifferenza.
Il figlio, in questo caso, è Tim Roth, inglese finito con la sorella, Charlotte Gainsbourg, e due nipoti, in un ricco resort di Acapulco. Quando i fratelli ricevono la notizia della morte della madre, cercano di partire per Londra, ma Tim Roth non trova il suo passaporto. O forse finge di non trovarlo.
Appena può, decide così scomparire nella città mentre la sorella e i nipoti partono per il funerale. Infatti non andrà né al resort a cercare il passaporto né al consolato per tornare a casa, come ha detto alla sorella, ma, a causa di un tassista poco rassicurante, finisce in un albergo malfamato, da dove potrà raggiungere la spiaggia e bere birra fino a stordirsi. Incontrerà una bella ragazza del posto, Iazua Larios, e inizierà una relazione composta di giornate sulla spiaggia a prendere il sole e bere birra e scopate chiusi nella stanza d’albergo.
Ovviamente la sorella tornerà, con il loro avvocato, perché i due fratelli hanno ereditato una fortuna dai genitori, imperatori della carne di maiale. Forse è proprio da quello che Tim Roth vuole scappare. Le cose si complicheranno non poco via via che il film andrà avanti, ma non cambierà l’indifferenza del protagonista interessato solo al sole, al sesso, e a bere. Inizierà però a vedere maiali, vivi o morti, dove non dovrebbero esserci.
Ottimo film, viene invaso improvvisamente da una violenza che sembra allargarsi a macchia d’olio in un paese dove i rapporti di classe e la povertà sono problemi ben evidenti. C’è una scena bellissima di un uomo ucciso sulla spiaggia da un killer con il sangue che va ovunque in mezzo al mare. Ma non è che a Tim Roth, in fuga dai miliardi della famiglia, sembri un posto più pericoloso dell’Europa. Inutilmente stroncato da molti critici italiani…
ALVARO VITALI LA RIPETENTE FA L’OCCHIETTO AL PRESIDE
Molto carino “The Nice Guys”, Rete 4 alle 0, 20, diretto dallo sceneggiatore specialista in buddy-buddy Shane Black (scrisse “Arma letale”), giallo ambientato a Los Angeles nel mondo del primo hard con la coppia di poliziotti Ryan Gosling e Russell Crowe. Ma ci sono anche Kim Basinger e Margaret Qualley, la figlia di Andie MacDowall, prima che facesse “C’era un volta a Hollywood”.
Anche se allora ci sembrò un’operazione un po’ facile e non sempre funzionale, la ricostruzione della scena porno americana anni ’70 è davvero notevole. Cine 34 alle 0, 45 propone “La ripetente fa l’occhietto al preside” di Mariano Laurenti con Annamaria Rizzoli, Lino Banfi, Alvaro Vitali, Carlo Sposito. E’ proprio un’altra cosa “Starman” di John Carpenter con Jeff Bridges, Karen Allen, Charles Martin Smith, Richard Jaeckel, Rai Movie all’1.
Iris ale 2, 05 propone il secondo film di Tom Ford, “Animali notturni” con Amy Adams, Jake Gyllenhaal, Michael Shannon, Armie Hammer, Isla Fisher. Lo ricordo come un complicato, disturbante, ambiziosissino meta-thriller. Parecchio divisivo, visto che ha trovato la critica non così compatta come per la sua opera prima, anche perché il romanzo di Austin Wright è considerato un capolavoro. Susan vive da parecchi anni con un bell’uomo inutile e traditore, Arnie Hummer.
Per lui ha lasciato diciannove anni prima il suo vero amore e primo marito, il texano Edward, uno scrittore timido, romantico e soprattutto debole. Ha fatto esattamente come le aveva predetto la mamma, ricca borghese e antipatica. Perché, alla fine, “tutte le figlie diventano come le madri”.
gloria guida la liceale nella classe dei ripetenti
In piena crisi, anche economica, malgrado lo sfoggio di Jeff Koons e Damien Hirst (finto?) in casa e in galleria, perfettamente cosciente delle corna che le mette l’inutile marito bono, Susan riceve le bozze di un libro dedicato a lei proprio dal suo primo amore Edward, Jake Gyllenhall.
E le pagine del libro prendono forma sulla scena, e nella testa della lettrice, diventando una storia truculenta ambientata nel Texas, durante un viaggio notturno in quel di Marfa,che è anche metafora di sentimenti non detti e nascosti. Nel libro, che si chiama, appunto “Nocturnal Animals”, un timido professore, Tony, che nella ricostruzione visiva di Susan ha il volto di Edward, cioè di Jake Gyllenhaal, porta in auto nella notte la moglie e la figlia, Isla Fisher e Ellie Bomber, quando incontrano un gruppo di balordi, capitanati da certo Ray, Aaron Taylor-Johnson, che stuprano e uccidono le donne.
Tony, con l’aiuto di un sceriffo texano ammalato di cancro ai polmoni, un grandioso Michael Shannon, avrà la sua vendetta. Ma il percorso che Tom Ford e il suo scrittore, Edward, ci propongono, non è solo quello del revenge movie. Perché è durante la costruzione prima della violenza subita e poi della vendetta messa in scena che prendono vita le pulsioni sessuali, più o meno represse, e i sentimenti del protagonista. Cioè di chi scrive, Edward, di chi lo interpreta nel romanzo, Tony, e di chi legge, Susan, perché lei è la sola lettrice del libro.
Chiudo col mitico “Gunga Din”, Rai Movie alle 3, spettacolare film di avventure dei giovani ufficiali inglesi in India diretto da George Stevens, per me uno dei maestri del cinema, già direttore della fotografia di tanti film di Laurel e Hardy, con Cary Grant, Douglas Fairbanks Jr (mia madre era pazza di lui), il più rozzo Victor McLaglen e Sam Jaffe nel ruolo dell'eroico trombettiere indiano Gunga Din che si sacrificano per salvare i soldati della Regina.
Se non avete visto Gunga Din non potete capire pienamente la prima scena della parodia che fa di Sam Jaffe in "Hollywood Party" Peter Sellers, quando rovina tutta la scena finale perché non la smette di suonare quella cavolo di tromba. Tutti e due i film, proprio per il blackface di Sam Jaffe e Peter Sellers che fanno gli indiani, sono considerati politicamente scorretti. Cosa un po' ridicola. È cinema…
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