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    PONZIO PILATES - L’INCREDIBILE STORIA DEL TEDESCO JOSEPH PILATES: DA BAMBINO RACHITICO E ASMATICO A INVENTORE DELLA DISCIPLINA UTILIZZATA NELLE PALESTRE DI TUTTO IL MONDO - A DIFFERENZA DI TANTI GURU ODIERNI, NON HA MAI BREVETTATO IL SUO METODO - PERFEZIONO’ LA SUA GINNASTICA AIUTANDO PRIGIONIERI DI GUERRA


     
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    Gemma Gaetani per “la Verità”

     

    «Tutte le idee nuove sono rivoluzionarie e, quando la teoria che ne è alla base è dimostrata mediante l' applicazione pratica, serve solo il tempo affinché le idee si sviluppino e fioriscano. Le idee rivoluzionarie non possono mai essere ignorate. Non possono essere tenute in secondo piano.

     

    Tempo e progresso sono simili nell' essenza - nulla può fermare l' uno e l' altro. La verità viene fuori e per questo confido che i miei insegnamenti raggiungeranno le masse e alla fine saranno adottati come universali». Chi è che parla, Nichi Vendola? Andrea Scanzi? No, è Joseph Hubertus Pilates, l' inventore dell' omonima disciplina a corpo libero.

     

    Nato nel 1883, Joseph ha scritto quelle parole quasi mistiche sull' affermazione omnia mundi di un' idea rivoluzionaria che si afferma grazie allo scorrere del tempo nella prefazione del suo primo libro: La vostra salute, del 1934. Se, 92 anni dopo, tutto il mondo conosce e pratica il pilates, dobbiamo riconoscergli la saggezza di un profeta.

     

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    Ma la sintesi caratteriale che più ne descrive la storia personale - inscindibilmente legata al pilates - è quella del bimbo un poco nerd che si trasforma in una sorta di supereroe. Se Joseph Pilates fosse stato vivo oggi, lo avremmo visto intervistato un giorno sì e l' altro pure su Millionaire o Forbes, subissato di entusiastiche domande su come trasformare in realtà di estremo successo i propri sogni.

     

    La sua vita è stata un «romanzo di formazione» appassionato e appassionante, a metà tra il macho di fantasia alla Rocky Balboa - il maschio che afferma la sua forza e tramite quella raggiunge il successo - e quella dei grandi e veri guru - che fanno del bene al mondo senza molto interesse per la pecunia. Perché, nonostante abbia messo a punto un metodo di allenamento ginnico dall' altissimo valore anche fisioterapico, in modo quasi naïf rispetto all' avidità di denaro di certi inventori/imprenditori contemporanei, Joseph non depositò il marchio e non aprì palestre a quello collegato.

     

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    La disciplina chiamata zumba, per esempio, che non sappiamo se esisterà ancora tra 92 anni, creata dal ballerino Alberto «Beto» Perez, è un marchio registrato (il marchio esatto è «Zumba fitness»). Assai più semplicemente, Joseph diffuse il suo pilates attraverso i libri (un po' come i testi sacri diffondono «il verbo») e lo studio al civico 939 della Eighth Avenue di New York, nel quale fu teacher del suo metodo in prima persona insieme alla moglie Clara.

     

    Contrology è il nome iniziale di quello che oggi chiamiamo pilates, perché il metodo si basa sul controllo: sul controllo del respiro, sul «controllo» del benessere muscolare e di una corretta postura e, di conseguenza, sul «controllo», cioè sull' autoinduzione attraverso precisi esercizi, di uno stato psico-fisico perfetto.

     

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    Joseph aveva conosciuto Clara sulla nave che, a metà degli anni Venti, lo portava in quel l' America nella quale aveva deciso di espatriare, lasciando un' Europa in cui aveva già raggiunto eclatanti risultati. Facciamo un passo indietro in quell' Europa. Il piccolo Joseph, tedesco di Mönchengladbach, è un bimbo rachitico, asmatico, con la febbre reumatica, una postura talmente storta da sfociare in anchilosi e gravi difficoltà di movimento.

     

    Ma applica una testarda forza di volontà a risolvere il «problema» del suo stesso corpo imperfetto: invece di rassegnarsi a diventare un Giacomo Leopardi che nemmeno scriva, si mette a studiare l' anatomia su un tomo che gli dona il medico di famiglia.

     

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    Poi osserva la fluidità del respiro e del movimento animale e dei bambini, si infervora per l' allenamento come concepito da Greci e Romani, studia ed esegue tutto ciò che può aiutarlo a risolvere l' insufficienza corporea che lo limita: dal Tai Chi alla meditazione zen alla ginnastica.

     

    E, come un brutto anatroccolo che poi si fa cigno, quel bambino rachitico e storto fiorisce in un giovane uomo dal fisico talmente perfetto che posa come modello artistico e insegna difesa personale - non alle vecchine, ma pare - ai detective di Scotland Yard.

     

    Ex semiparalizzato, è ora il possessore di un corpo da culturista e diventa una stella del circo come «statua greca vivente» che si esibisce persino in numeri acrobatici. Finito in campo di prigionia per via delle sue origini tedesche durante la prima guerra mondiale, fa molto meglio del personaggio di Roberto Benigni ne La vita è bella, che raccontava favole al figlio per resistere.

     

    Joseph, più concreto di un Donald Trump del fitness, diventa allenatore dei suoi compagni di prigionia con l' intento di migliorarne l' umore nella difficile esperienza, ed inizia a mettere a punto alcuni esercizi che poi confluiranno nel metodo Pilates.

     

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    Ma, credeteci, il più deve ancora venire. Trasferito in un altro campo, lavora come barelliere in ospedale e, osservando la temporanea paresi corporea dei feriti - che doveva ricordargli la sua da bambino - inizia a realizzare con le molle dei letti rudimentali accessori che permettano a chi è costretto a rimanere sdraiato di allenarsi - e così di guarire. Nel dopoguerra, continuò la sua carriera di coach e di riabilitatore di reduci: fu proprio usando vecchi letti - ai cui lati applicava corde, carrucole e altra ferramenta di recupero - che creò il prototipo di quelle che sarebbero state le sue prime due macchine per gli esercizi, Cadillac e Reformer.

     

    A questo punto, potrebbe bastare. E invece no. Joseph iniziò a diventare famoso presso i medici, che restavano decisamente sturbati dai risultati dei suoi esercizi. E gli venne addirittura offerto di allenare l' esercito tedesco. Per motivi ideologici rifiutò e decise di trasferirsi in America.

     

    Immaginate l' arrivo di questa fucina inarrestabile di ottimismo e geniale competenza sul corpo nel regno dei self made men... Se in Europa era stato successo, in America è consacrazione. Lo studio nella Eighth Avenue divenne un mito, Joseph ideò nuove macchine (Silla Wunda e Ladder Barrel, le realizzava in legno il fratello Fred, carpentiere).

     

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    Si innamorarono del suo Contrology stelle del balletto come Martha Graham e coreografi, che iniziarono a mandargli i propri allevi sia in caso di infortunio sia per ottimizzare le condizioni di perfezione psico-fisica che un danzatore deve possedere. La gloria del Contrology, che oggi chiamiamo pilates, era appena cominciata.

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