Antonio Forchione
Massimo Massenzio per “la Stampa”
Antonio Forchione, l' operaio licenziato dopo un trapianto di fegato alla Oerlikon Graziano di Rivoli, azienda metalmeccanica in provincia di Torino, potrà tornare in fabbrica. Dopo una mattinata di trattative, l' annuncio della marcia indietro dell' azienda è arrivato dal presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino: «I rappresentati locali della multinazionale svizzera mi hanno assicurato di voler ritirare la loro decisione che, prima di ogni altra cosa, presentava tratti di disumanità inammissibili».
Antonio Forchione
Secondo i dirigenti della Oerlikon, 1500 dipendenti, 4 stabilimenti in Piemonte e uno a Bari, Antonio, 55 anni e invalido al 100%, non era più utile all' azienda, nemmeno come fattorino. «Inidoneo al lavoro», lo definiva la lettera di licenziamento recapitata solo dopo il suo ritorno in officina, al termine di un periodo di 6 mesi di malattia e quasi 50 giorni di ferie. Il clamore suscitato dal trattamento riservato all' operaio torinese, dopo 27 anni passati ad assemblare ingranaggi nei capannoni della Oerlikon, ha convinto la dirigenza della multinazionale a riesaminare la posizione.
OERLIKON GRAZIANO
«Mi hanno buttato via come uno straccio vecchio», continuava a ripetere Antonio, davanti ai cancelli dello stabilimento. «Ma sono fiducioso. Il licenziamento è ingiusto, sono convinto che tutta questa brutta vicenda si possa risolvere». Nemmeno Forchione, tuttavia, si sarebbe aspettato un cambiamento così repentino.
Antonio Forchione
Il suo avvocato aveva già pronto il ricorso contro il provvedimento, ma dopo le indiscrezioni filtrate dal quartier generale di Zurigo e le rassicurazioni arrivate da Chiamparino, sembra certo che il licenziamento verrà ritirato. Le rappresentanze sindacali di Fim, Fiom e Uilm, che mercoledì avevano organizzato uno sciopero di solidarietà, esultano: «Abbiamo vinto una battaglia e siamo contentissimi per Antonio, persona speciale, non meritava di essere trattato così».