Domenico Agasso per “la Stampa”
MATTEO SALVINI - SERGEY RAZOV - GIANLUCA SAVOINI
La diplomazia della Santa Sede sta compiendo ogni sforzo possibile per la mediazione di pace in Ucraina, mantenendo aperte tutte le vie che potrebbero condurre a fermare bombe e missili. «Ma non vuole detenere l'esclusiva delle relazioni con Kiev e Mosca», puntualizza un alto prelato d'Oltretevere. Né ha «pregiudizi su strade avviate da altri interlocutori».
È in questo contesto che - trapela dai Sacri Palazzi - con ogni probabilità si colloca l'incontro (mai confermato ufficialmente dalla Santa Sede) di due mesi fa del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin con Matteo Salvini. A parte eventuali altri temi affrontati nel colloquio riservato, il Vaticano ha certamente mostrato attenzione alla mossa tentata dal leader della Lega di una missione nella capitale russa.
monsignor parolin arriva al suo primo incontro bilaterale italia vaticano
«Ma solo perché la Santa Sede ritiene priorità assoluta su qualsiasi altra questione la tregua nell'Est Europa, non importa chi sia il negoziatore che riesca a ottenerla», afferma un presule. «Dunque non c'è alcuno strano asse Parolin-Salvini, tanto meno Vaticano-Lega», assicura il monsignore. Nel frattempo l'attività diplomatica ecclesiastica continua a essere concentrata, oltre che sugli aspetti umanitari, sul desiderio principale di papa Francesco: «andare a Kiev», che ora «è possibile», ha detto recentemente all'agenzia Reuters; e anche recarsi «a Mosca».
Sul volo verso il Canada il Pontefice ha ribadito l'intenzione di volare in Ucraina, un'iniziativa che non appare più remota sebbene continui a essere molto complessa da organizzare. Ma secondo Bergoglio per avere più possibilità di raggiungere una pacificazione servirebbe andare prima «in Russia».
matteo salvini con l'ambasciatore russo in italia sergey razov
E il Papa in Canada è tornato a esprimere la sua posizione sulla guerra: «Non abbiamo bisogno di dividere il mondo in amici e nemici, di riarmarci fino ai denti: non saranno la corsa agli armamenti e le strategie di deterrenza a portare pace e sicurezza».
Non c'è bisogno di chiedersi come proseguire i conflitti, sostiene con forza a Québec Francesco, ma come fermarli. E occorre evitare «la morsa di spaventose guerre fredde». Parole da cui emerge ancora una volta la volontà di non chiudere alcun canale di dialogo, né con Volodymyr Zelensky né con il Cremlino, perché l'obiettivo unico e urgente è sempre e solo la conclusione degli scontri armati.