Estratto del libro "La grande inchiesta di Report sulla pandemia" di Cataldo Ciccolella e Giulio Valesini - Edizioni Chiarelettere
LA GRANDE INCHIESTA DI REPORT SULLA PANDEMIA
I VERBALI RISERVATI DELLA TASK FORCE DI SPERANZA
Nel corso della sua esistenza, la task force informale messa insieme dal ministro Speranza sul finire del gennaio 2020 ha prodotto dei verbali che sono stati secretati fino a giugno del 2021. Il ministero della Salute si e sempre opposto alla loro pubblicazione e, anche di fronte alle richieste di alcuni parlamentari di renderli noti all’opinione pubblica, ha prima sostenuto che le riunioni fossero solo informali, poi ha negato l’esistenza di veri e propri verbali, derubricando i documenti a resoconti informali.
pierpaolo sileri foto di bacco (3)
Noi, grazie a una fonte interna, avevamo quei testi gia da mesi e li abbiamo resi noti prima di chiunque altro, a gennaio del 2021. Leggendoli con attenzione si capiscono le contraddizioni degli uomini ai vertici della sanita, l’impreparazione dell’Italia e la sottovalutazione degli eventi da parte di chi circondava il ministro. Vediamo alcuni stralci tra i piu significativi, come il resoconto della riunione del 29 gennaio 2020, nella quale Giuseppe Ippolito, direttore dello Spallanzani, per la prima volta indica la necessita di seguire le «metodologie del piano pandemico». Un piano, aggiunge Ippolito, di cui l’Italia sarebbe dotata.
GIUSEPPE IPPOLITO
IPPOLITO (INMI): riguardo la definizione di procedure omogenee, consiglia di riferirsi alle metodologie del piano pandemico di cui e dotata l’Italia e di adeguarle alle linee guida appena rese pubbliche dall’Oms.
Queste poche righe sono riportate nel verbale della riunione. Ad ascoltare, intorno al tavolo, c’erano anche Agostino Miozzo, allora dirigente della Protezione civile; Giovanni Rezza, all’epoca direttore del dipartimento malattie infettive dell’Iss; Silvio Brusaferro e, soprattutto, il ministro della Salute Roberto Speranza. Nel verbale, dopo la proposta di Ippolito, non si legge alcuna replica da parte di nessuno dei partecipanti alla riunione, e nei giorni successivi non fu presa nessuna decisione in merito al piano pandemico che, infatti, non verra mai attivato come invece sarebbe stato previsto dalla legge.
roberto speranza foto di bacco (8)
Dubitiamo che alla task force sfuggi che il 30 gennaio Tedros Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, dichiaro – anche lui con un certo ritardo – che la diffusione internazionale del Covid-19 era un’emergenza di sanita pubblica di rilevanza internazionale (Public Health Emergency of International Concern, o Pheic), come stabilito nel Regolamento sanitario internazionale. Per «emergenza di sanita pubblica di rilevanza internazionale» si intende «un evento straordinario che puo costituire una minaccia sanitaria per altri stati membri attraverso la diffusione di una malattia e richiedere una risposta coordinata a livello internazionale».
Due giorni dopo la riunione in cui Ippolito nomina il piano pandemico, e il giorno successivo alla comunicazione di Tedros, l’Italia dichiaro lo stato d’emergenza. Era il 31 gennaio 2020.
tedros adhanom ghebreyesus
Di quei giorni ci sono gossip – ci sarebbe piaciuto parlare di indiscrezioni, ma la qualita dei racconti stessi ce lo impedisce – che ci possono aiutare a comprendere il clima che si respirava a Lungotevere Ripa, a spiegare dinamiche psicologiche e di potere piu di una disamina scientifica. Come insegna il vecchio adagio, si dice il peccato ma non il peccatore, percio racconteremo gli episodi senza svelare chi sono i protagonisti.
diffusione del corona virus in cina
Nei primi giorni di febbraio, durante una riunione della task force, il viceministro Sileri, appena rientrato da Wuhan – la citta cinese ormai tristemente nota a tutti come focolaio della pandemia –, aveva messo in guardia sui pericoli del virus, ma a noi ha rivelato: «A un certo punto, un autorevole componente della task force, si gira verso di me e con le mani sulle parti basse, in maniera plateale, davanti a tutti esclama: “A Sile’, e nun porta’ sfiga!”».
Un paio di fonti (che non si conoscono tra loro) ci hanno segnalato un’altra storia colorita – e piccante – con prove alquanto imbarazzanti: uno dei dirigenti ministeriali con il gravoso compito di fronteggiare l’emergenza era solito, durante le riunioni, passare piu tempo a chattare con l’amante di turno – ci raccontano che portava spesso la precedente a convegni internazionali di sanita pubblica – che a lavorare per la salute degli italiani.
il team di medici cinesi che stanno combattendo contro il coronavirus 2 wuhan national biosafety laboratory