ARTEM USS
(ANSA) - E' "pressoché certo che vi sia stato, nell'organizzazione dell'evasione, l'intervento di altri soggetti che hanno mediato, ovvero hanno identificato, incaricato e messo in contatto il gruppo 'esecutivo' con l'evaso". Al momento, però, "non sono ancora stati identificati i soggetti che hanno messo in contatto Uss Artem con gli Jovancic e i loro sodali, ovvero i soggetti che hanno organizzato l'evasione".
Lo scrive il pm di Milano Giovanni Tarzia nella richiesta di custodia cautelare in carcere che, nelle indagini coordinate anche dal procuratore Marcello Viola e condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo milanese, ha portato all'ordinanza a carico, oltre che dell'imprenditore russo evaso dai domiciliari il 22 marzo, di cinque presunti complici (due arrestati finora) che l'avrebbero aiutato materialmente nel piano di fuga.
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E' del tutto "plausibile", scrive la Procura, "che il gruppo sia stato ben remunerato per la commissione del reato, non risultando alcun pregresso rapporto con l'evaso", ossia con Uss, "che possa far ritenere sussistente una ragione, diversa da quella economica, che possa aver indotto gli indagati a commettere ili reato".
Uss e i presunti complici, inoltre, stando alle indagini, godono di "appoggi in Stati esteri quali la Croazia, la Slovenia, la Germania, la Bosnia Erzegovina, la Serbia e la Repubblica federale Russa". Dall'analisi dei tabulati del telefono di Uss "durante la detenzione" non è emerso "alcun contatto con nessuna delle utenze in uso a coloro che hanno materialmente effettuato l'esfiltrazione" e, dunque, l'operazione sarebbe stata organizzata da altri che hanno, poi, ingaggiato i cinque, alcuni con precedenti penali.
LA STRUTTURA DOVE ARTEM USS ERA AI DOMICILIARI LA VERA FOTO DI ARTEM USS ARTEM USS NEL 2011