IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - ADDIO AL GRANDE BOB HOSKINS - È STATO L’UNICO IN GRADO DI RECITARE CON UN CONIGLIO ANIMATO - POTEVA RECITARE QUALSIASI RUOLO, ANCHE SE NON ERA BELLO NÉ ALTO

Marco Giusti per Dagospia

E' stato Winston Churchill, Nikita Krusciov, Beria, Benito Mussolini, Papa Giovanni XXIII, il dittatore Noriega, Geppetto, Supermario, J. Edgar Hoover, Spugna, il mozzo di Capitan Uncino. E' stato anche l'unico attore in grado di poter parlare da pari a pari con un coniglio animato nel capolavoro di Robert Zemeckis, "Chi ha incastrato Roger Rabbit?". Lo sapevamo dal 2012, l'anno che ha abbandonato il cinema perché malato di Parkinson, dopo aver interpretato uno dei sette nani in "Biancaneve e il cacciatore, che Bob Hoskins ci avrebbe presto lasciato.

E la cosa non può che intristirci, perché è stato un grande attore, umano, sottile, generoso, sempre pronto a sostenere film difficili, registi faticosi, ruoli anche ingrati e sempre diversi. Ma sempre con una naturalezza invidiabile, un aderenza al personaggio perfetta. Anche nei disastri, come "Supermario", un ruolo che era stato rifiutato da campioni come Roberto Benigni e Danny De Vito, che non avrebbe mai dovuto fare e che riconosceva come "il più grande insuccesso della mia vita".

Non era nato per far l'attore, c'era arrivato per caso a 26 anni, partecipando a un'audizione solo per accompagnare un amico e vincendo solo perché non si era fatto da parte alla chiamata dell'"avanti un altro". Era nato 71 anni fa, nel Suffolk, a Bury St. Edmund, dove sua mamma si era ritirata per i bombardamenti tedeschi su Londra. Di famiglia modesta, padre cuoco e madre maestra d'asilo, aveva lasciato la scuola a 15 anni, ma aveva una vera passione per la letteratura e rivelò da subito un talento naturale per la recitazione. Del resto poteva recitare qualsiasi ruolo, anche se non era bello e neanche alto. Nei primi anni '70 lo troviamo diviso fra teatro e tv.

Nel cinema appare con Richard Dreyfuss nel curioso "Il pornografo", diretto da John Byrum, poi con Richard Lester in "Royal Flash". Ma sarà la grandiosa serie inglese "Pennies From Heaven" di Dennis Potter del 1978, dove interpreta il protagonista, il venditore ambulante Arthur Parker nell'America delle Depressione, a lanciarlo davvero, anche se non verrà richiamato per la versione cinematografica.

E il suo ruolo andrà a Steve Martin. Per John McKenzie recita in due film prestigiosi come "The Long Friday" con Helen Mirren e in "Il console onorario", dove divide la scena con Richard Gere e Michael Caine. Lo troviamo poi in "Brazil" di Terry Gilliam, mentre ritrova Richard Gere in "Cotton Club" di Francis Coppola, il suo primo film americano. E' un Mussolini per niente caricaturale nel televisivo "Io e il Duce" di Alberto Negrin per la Rai assieme a campioni come Susan Sarandon e a Anthony Hopkins.

Un cast incredibile per la tv italiana di oggi. Ma il suo capolavoro è "Mona Lisa" diretto da Neil Jordan dove fa un pappone umano e gentile di una ragazza nera, Cathy Tyson, che lo porta alla nomination agli Oscar. Il suo Eddie Valiant in "Chi ha incastrato Roger Rabbit?" di Robert Zemeckis gli darà fama eterna.

Recita con i migliori, da Paperino a Daffy Duck, da Roger Rabbit a Jessica nel regno di Cartoonia e anche lì porta tutta la sua naturalezza e la sua umanità. Purtroppo non avrà negli anni '90 lo stesso successo e si ritroverà, spesso, in film ricchi e sbagliati. Pensiamo a "Sirene", dove recita accanto a Cher, a "Il proiezionista" di Andrei Konchalovski, dove sarà Beria, al "Nixon" di Oliver Stone. Se la caverà meglio come Spugna in "Hook" di Steven Spielberg a fianco di Dustin Hoffman, ma spesso viene usato come figurina di contorno un polpettone non sempre riusciti.

In "Il viaggio di Felicia" del canadese Atom Egoyan, invece, si dimostra l'attore fine e meraviglioso che era, in un film duro e difficile dove dominano i sentimenti di pietà e d'amore. E sarà fantastico anche nei piccoli film di Shane Meadows "Ventiquattrosette" e "A Room From Ronfu Brass", dimostrando quanto credesse ai giovani registi di talento inglesi di fine anni '90.

Lo ritroviamo nel 2001 come Krusciov in "Il nemico alle porte", il gran film sull'assedio di Leningrado di Jean-Jacques Annaud, ma interpreterà pure in Italia Geppetto nel "Pinocchio" di Alberto Sironi, Giovanni XXIII in "Il Papa Buono" diretto da Ricky Tognazzi, uno dei direttori del night in "Go Go Tales" di Abel Ferrara. Incontra i vecchi amici Michael Caine, Helen Mirren, Tom Courtney e David Hemmings in "Last Orders" di Fred Schepisi, ma non ritroverà più un ruolo come Eddie Valiant.

"Il mio più grande piacere nella vita", disse nella sua ultima intervista nel 2012, "è avere un giorno senza appuntamenti con proprio nulla da fare. Significa che posso leggere un libro, ascoltare la radio e fare esattamente cosa voglio. Se tu stai girando un film devi dare tutto te stesso, completamente. Tu non puoi entrare e uscire. E' lavoro. La mia agenda adesso è libera, completamente libera. Questo è come voglio vivere. Faccio solo quello che voglio".

 

 

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