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Marco Giusti per Dagospia
MICHAEL CIMINO PRIMA DEL BOTOX
Michael Cimino. Io c'ero quella notte di parecchi anni fa quando tutta la critica mondiale celebro' il genio e la sfortuna di "I cancelli del cielo" di Michael Cimino in versione director's cut, per la prima volta proiettata su uno schermo. Uno dei piu' grandi flop di ogni tempo, il film che taglio' per sempre le gambe a Cimino, ma anche uno dei suoi piu' grandi capolavori.
Nelle notti veneziane di Enzo Ungari, assieme ai recuperi dei capolavori mai piu' visti di Hitchcock e di Nicholas Ray, la scoperta del capolavoro mutilato da Hollywood segno' la fine di Cimino, per l'industria americana, ma la sua rinascita come autore di culto nel cinema mondiale. Un culto che lo ha accompagnato fino alla sua scomparsa, ieri, a 77 anni.
Micheal Cimino prima della cura
Si puo' forse preferire "Il cacciatore", il suo piu' grande successo, meravigliosa parabola sulla guerra in Vietnam e sulla responsabilita' individuale degli americani in una guerra che non sentivano, o la Chinatown de "L'anno del dragone", ma certo "I cancelli del cielo" e' stato il film, allora, piu' amato e inseguito dai cinefili di tutto il mondo. Anche se, poi, e' rimasto, anche nella memoria, un po' inerte, un film manifesto di sfida e di sconfitta con l'industria, piuttosto che una grandissima opera in se'.
Un film bigger than life che rendeva Cimino pari a Coppola-De Palma-Scorsese, anche se ne segnava comunque una vetta che non avrebbe mai potuto piu' raggiungere. Quella notte capimmo il disastro e la grandezza del film in un rito collettivo che oggi, con questi festival un po' tutti sotto-sotto-Cannes, alla ricerca di eventi gia' visti e vissuti (ah, le ovvieta' dei restauri...), ci sembrerebbe impossibile poter praticare di nuovo.
I CANCELLI DEL CIELO - MICHAEL CIMINO
E non solo per volonta' dei direttori, ma anche per la mancanza di quel mondo pazzo e gioioso della cinefilia post-nouvellevaguista che era ancora ben viva ai tempi di Ungari e Melani e Buttafava. Un mondo dove Hollywood era ancora Hollywood e si parlava di cinema e non di incassi o di star. Cimino, mito bruciato in una notte a Venezia (uscimmo alle quattro di notte se non sbaglio), falo' dedicato alla cinefilia militante, divenne parte della nostra esperienza di spettatori con gli occhi spalancati che solo raramente possiamo oggi praticare con la stessa intensita'.
IL CACCIATORE - MICHAEL CIMINO
E penso all'"Hateful 8" di Tarantino col suo 70 mm. O ai film di Paul Thomas Anderson. Ecco, propongo a Barbera e a Monda, invece che la ricerca di film visti e rivisti almeno una proiezione di film rari e mai piu' rivisti su grande schermo come "L'anno del dragone" o, soprattutto, "Il siciliano", allora considerato da molti non riuscito, ma che penso ci possa rilevare grandezze allora non capite. Ma credo che vincera' ancora una volta l'ennesimo restauro del film supervisto.
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