aldo baglio

ALDO BAGLIO SCAPPA DA SOLO MA TORNERA’ COL TRIO – LA PRIMA VOLTA SENZA GIOVANNI E GIACOMO: "NESSUNA ROTTURA TRAUMATICA. MA SE LE COSE ANDRANNO BENE, POTREI PORTARE AVANTI ALTRI PROGETTI DA SOLO” - INTANTO IN ESTATE NUOVO SET CON IL TRIO - NEL FILM ‘SCAPPO A CASA’ SONO MIGRANTE TRA I MIGRANTI. A MILANO, MI DAVANO SPESSO DEL "TERRONE", MA POI MI SONO ACCORTO CHE C'ERANO MOLTI PIÙ TERRONI CHE A CASA MIA…” – VIDEO

 

Fulvia Caprara per “la Stampa”

 

aldo baglio

La prima volta di Aldo Baglio senza i compagni di sempre, Giovanni e Giacomo, è un apologo sorridente sul tema del giorno, ma anche, allargando lo sguardo, sul concetto del non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. Scatenato viveur, amante di notti folli e belle donne, completo di parrucchino e macchina di lusso, dipendente dai social e innamorato del Rolex, il protagonista di Scappo a casa Michele, in viaggio di lavoro a Budapest, si ritrova migrante tra i migranti, scambiato per extracomunitario, registrato come tunisino, obbligato a dividere le sorti con gente di cui, fino a quel momento, aveva ignorato destini e necessità:

 

aldo baglio

«Il mio - dice l' attore - non è un film sull' immigrazione, un tema troppo grande e delicato perché io potessi occuparmene degnamente. Volevo solo raccontare la storia di un uomo superficiale, che scopre quanto è bello guardare oltre le proprie paure e le proprie resistenze. Fino a rischiare per gli altri. Non saprei dire se alla fine Michele diventi un uomo migliore, di sicuro sarà più felice di prima».

 

aldo giovanni giacomo

Il processo di cambiamento Insomma, più che di razzismo, Scappo a casa , diretto da Enrico Lando (e da giovedì in 400 sale con Medusa), parla di un «processo di cambiamento, del percorso interiore di una persona egoista e intollerante che si ritrova con lo zaino in spalla, costretta a camminare per il mondo». E a scoprire, come osserva Baglio, che «tutti siamo troppo abituati a parlare con le parole degli altri» e che «mettere muri non serve a niente, di certo non a fermare la valanga di persone che migrano» .

aldo giovanni e giacomo

 

Palermitano, classe 1958, fino ad oggi definito «il 33,3% del trio comico più famoso d' Italia», Aldo Baglio ha fatto i conti molto presto con i nodi dell' emarginazione: «Sono cresciuto a Milano, mi davano spesso del "terrone", ma poi mi sono accorto che da quelle parti c' erano molti più terroni che a casa mia. L' odio fra gli uomini è sempre esistito, accettare e farsi accettare è un passaggio importante, bisognerebbe riuscire a compierlo e ad andare oltre, con maggiore spirito di collaborazione». Una qualità finora poco praticata: «Dovevamo essere i guardiani della Terra, e invece abbiamo fallito.

SILVANA FALLISI E ALDO BAGLIO

Il mondo è rotto da tutte le parti, a livello ambientale la situazione è così, e non si risolverà, né ora né tra cento anni ».

 

Del neo-Baglio, momentaneamente in versione solista, fanno parte aspetti finora rimasti in ombra, nascosti sotto la patina del comico da risata facile : «Con il telefonino ho un rapporto terribile, c' è troppa roba da imparare e io sono molto pigro. So che in giro ci sono molti miei cloni, ma non mi interessa. Facebook può diventare facilmente uno strumento per escludere gli altri.

 

Basta che qualcuno scriva una cattiveria ed ecco che tutti ti isolano». A chi gli chiede se, nella prova in solitaria, abbia avuto Checco Zalone come modello ispiratore, Baglio risponde con un mezzo sorriso: «No, ho cercato di essere me stesso, semmai, oltre a Tre uomini e una gamba , ho citato Sergio Leone, il mio è uno "spaghetti eastern"»

 

ALDO BAGLIO

L' esperimento di Scappo a casa (che doveva chiamarsi «L' indesiderato» , ma poi, proprio per dare un' idea di maggiore leggerezza, ha cambiato nome) potrebbe avere seguiti: «In genere quando apro una porta, poi non la richiudo. Se le cose andranno bene, potrei portare avanti altri progetti da solo».

 

«Nessuna rottura traumatica» Per adesso, di sicuro, c' è che «in agosto, con Giovanni e Giacomo, inizieremo a girare il nuovo film». Il periodo di lontananza ha giovato a tutti («Giacomo ha fatto uno spettacolo teatrale, Giovanni ha scritto un libro») e la voglia di misurarsi su fronti diversi non era il frutto di una rottura traumatica: «A un certo punto - spiega Baglio -, ho sentito l' esigenza di mettermi in primo piano. Devo dire che ogni tanto ho provato paura e mi sono sentito perso, ma alla soglia dei 60 certi timori vanno superati».

ALDO BAGLIO GIOVANNI STORTI

 

Nel frattempo, a rassicurare Baglio, ci pensa Jacky Ido , l' attore francese di colore che, sullo schermo, interpreta Mugambi, il compagno di viaggio del protagonista: « Scappo a casa è un film estremamente politico, si allontana dall' analisi e si concentra sull' umanità, mostrando persone che, in genere, sono trattate come fossero invisibili».

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