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DOPO 50 ANNI, MI SCAPPA LA POOH-POOH - GRASSO: “LA REUNION DEI POOH ORGANIZZATA DA RAIUNO, ACCOMPAGNATA DA SANE DOSI DI LIFTING E TINTURE, E’ LA RIVINCITA DELLA BAND VERSO CHI HA SEMPRE SORRISO DEL LORO DISIMPEGNO E DELLA NON APPARTENENZA AL CANONE INTELLETTUALE"

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Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”

 

aldo grassoaldo grasso

Arriva un momento nella vita in cui bisogna fare i conti con i Pooh. Anche se per la reunion organizzata da Rai1 (la rete che sta teorizzando la retrovisione, la visione all'indietro) c'erano Riccardo Fogli, Patty Pravo, Carlo Conti, Checco dei Modà e altri (venerdì, 21.20).

 

In tanti anni i Pooh, con le parole di Valerio Negrini, hanno raccontato la quotidianità (c'è un loro brano autobiografico che merita, «Pronto buongiorno è la sveglia»), gioie, tradimenti, incontri e addii. Roby, Dodi, Red e Stefano sono come la loro musica: non si può dire eterna, ma duratura sì. Accompagnata da sane dosi di lifting e tinture. È un modo di prendersi una rivincita verso chi ha sempre sorriso del loro disimpegno, della loro non appartenenza al canone spettacolare e intellettuale della modernità. Sono il contrario di una «band maledetta».

REUNION DEI POOH SU RAIUNOREUNION DEI POOH SU RAIUNO

 

 

Come diceva Edmondo Berselli, «per capire qualcosa dei Pooh bisogna assistere a un loro concerto». Professionalità pura. Megaproduzione, luci, effetti, suoni. Qualche tir di attrezzature. Canzoni conosciutissime o semidimenticate eseguite con l'intonazione perfetta di chi non si concede la minima imperfezione. Ritornelli che scatenano i cori. Un pubblico entusiasta, e di ogni età, per smentire i critici, o quelli che appena dici Pooh rispondono «Piccola Katy». Prima che esistesse il popolo del Web è esistito il popolo dei Pooh.

 

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Durante la reunion, bastava che una telecamera inquadrasse il pubblico per vedere che tutti, ma proprio tutti, cantavano a squarciagola, sapevano a memoria testi e musica: un momento di empatia collettiva. Sì certo, quando nei concerti cantavano: «Mi dispiace, devo andare/il mio posto è là/il mio amore si potrebbe svegliare/chi la scalderà» a Lella Costa veniva facile dire «C'abbiamo messo trent' anni a capire che dovevamo rispondere: "Ti chiamo un taxi?"». Più onestamente, c'abbiamo messo cinquant' anni a capire che i pensieri forti fanno presto a diventare deboli. E viceversa.

 

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