DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
1. PIAZZA AFFARI C'Ã POSTA PER TE
Massimo Riva per "Affari & Finanza - la Repubblica"
Il cammino non sarà breve ma bisogna dare atto al governo Letta di averlo cominciato: entro la fine di quest'anno le Poste potrebbero essere quotate in Borsa con un'offerta sul mercato fra il 30 e il 40 per cento del capitale. Il condizionale è d'obbligo perché la strada va spianata da non pochi ostacoli. Intanto, si tratta di sciogliere i nodi che riguardano l'accordo con la Cassa Depositi e Prestiti sulla gestione del risparmio postale ovvero il contratto che garantisce alla società dei recapiti un rimborso statale importante per i costi del servizio universale.
Ma poi sul successo finale dell'operazione pesano inevitabilmente le incertezze di un quadro politico sempre instabile che non consente di dare per sicuri impegni pur solennemente assunti.
L'auspicio comunque è che sia finalmente la volta buona perché questa pur parziale privatizzazione del servizio postale sarebbe un segnale di svolta anche per quanto riguarda il melmoso terreno dei rapporti fra potere politico e gestione economica dei beni pubblici.
Una Poste Spa quotata in Borsa ben più difficilmente potrà essere usata come strumento di comodo per operazioni improprie come l'ingresso nell'azionariato di Alitalia. Mossa infelice che di sicuro comporterà minori incassi per lo Stato al momento dell'offerta dei titoli sul mercato azionario.
2. MEDIOBANCA BATTISTRADA DEL CONSIGLIO ALL'EUROPEA
Andrea Greco per "Affari & Finanza - la Repubblica"
Mediobanca apre le danze della nuova governance bancaria all'europea. L'esercizio sfasato, che fa cadere a ottobre l'assemblea, porterà la merchant ad adeguarsi per prima alla direttiva Crd IV, che Bankitalia ha posto in consultazione e mira ad allineare l'organizzazione degli istituti verso la vigilanza unica. I cda dovranno diventare meno pletorici, i consiglieri più coinvolti e dedicati, avendo requisiti e curricula più efficaci e globali.
Andranno poi introdotti piani di successione, processi di autovalutazione e piani formativi per i ruoli chiave. Non è la prima volta che Mediobanca, proiettata verso nuovi piani e missioni banca d'affari versus holding, mercati esteri versus salotti italiani percorre strade non battute nella foresta bancaria. Che forse non è più "pietrificata" come diceva Giuliano Amato (1988) ma neppure sfavilla.
Il management guidato da Alberto Nagel dovrà focalizzarsi sul taglio dei consiglieri (da 22 potrebbero diventare 13) e conseguente rimozione del comitato esecutivo. Poi magari un ritocco al patto di sindacato, a vestigia barocche ora innecessarie, e al ruolo del presidente. Cose minori, a leggere tra le righe della bozza di vigilanza: dove s'annunciano scossoni e mutamenti più notevoli per le banche popolari e quelle dove il peso di fondazioni e localismi prevalgono. A cominciare da Intesa Sanpaolo.
2. ARRIVA ETIHAD L'ALITALIA DICA GRAZIE A BERGOGLIO
Paola Jadeluca per "Affari & Finanza - la Repubblica"
Se l'accordo Etihad con Alitalia dovesse, come tutto fa prevedere, andare in porto Colaninno e gli altri azionisti della compagnia aerea italiana dovrebbero ringraziare Papa Francesco. L'improvvisa apertura del vettore del Golfo, infatti, ruota attorno a una serie di strategie che, tra l'altro, puntano con grande interesse ai flussi di passeggeri tra l'Italia e il Sud America. Un tempo erano gli emigrati italiani in Brasile, Argentina e Venezuela a rendere interessanti le rotte tra i due paesi. Oggi il flusso maggiore è inverso; la classe media del Sud America è in forte crescita e tra le mete preferite dei turisti del Sud America figura l'Europa, Roma in primo luogo.
Con l'avvento di papa Francesco, poi, è arrivata l'ultima, forte ondata e gli argentini vogliono tutti atterrare a Roma. A questo nuovo mercato guarda con interesse Etihad, che negli ultimi tempi ha messo a punto una strategia di crescita per acquisire peso rispetto a Emirates, la compagnia di Dubai, e la Qatar, con base a Doha, rispetto alle quali è molto più piccola.
Un accordo benedetto, direttamente dal cielo. Un miracoloso intervento di cui beneficerebbe anche Adr, società di gestione dell'aeroporto di Roma-Fiumicino. Lo scalo romano, infatti, ha nel cassetto un ambizioso piano di raddoppio delle piste in attesa di una impennata dei voli. In questa ottica hanno già aumentato le tariffe. Ora si aspetta il decollo delle nuove piste.
MASSIMO SARMI ELKANN PROFUMO E DIETRO MASSIMO SARMI E CORRADO CALABRO LA SEDE DI MEDIOBANCA MARCO TRONCHETTI PROVERA E ALBERTO NAGEL FOTO BARILLARI alitalia etihad papa BERGOGLIO
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