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Charlotte Lytton per “Daily Beast”
La Silicon Valley nel 2015 ha creato molti nuovi servizi, ma soprattutto sta studiando il modo per far vivere in eternità gli essere umani. La ricerca per superare le aspettative di vita è il nuovo progetto dei miliardari del tech, da Mark Zuckerberg a Sergey Brin. La lista degli imprenditori saltati sul treno che combatte la morte, è cresciuta rapidamente negli ultimi cinque anni, incluso Peter Thiel, co-fondatore di PayPal e developer di “Breakout Labs”, laboratori di ricerca per malattie degenerative. Larry Ellison, CEO di “Oracle”, ha donato 430 milioni di dollari per gli ultimi ritrovati anti-età, e il capitalista Paul Glenn, finanzia Harvard e MIT per investigare sui meccanismi dell’invecchiamento.
i miliardari del tech finanziano progetti sulla eternita
Il tentativo di fermare l’orologio della degenerazione corporea è diventato più aggressivo nel 2015. L’iniziativa “2045” dell’imprenditore russo Dmitry Itskov, co-fondatore di “New Media Stars”, è una vera e propria tabella di marcia verso l’immortalità digitale. Tra ora e il 2020 saranno creati cyborg a nostra immagine e somiglianza, entro il 2045 saremo ologrammi che mantengono però intatto il cervello originale. Larry Page, co-fondatore di Google, ha devoluto 750 milioni di dollari dell’azienda a “Calico”, centro di ricerca biotecnologico; Pierre Omidyar, mente di eBay, ha ceduto milioni di dollari alla “Human Longevity Inc,”, azienda che aspira ad aumentare la nostra longevità.
i miliardari del tech cercano la immortalita
E’ stato scritto molto su questi investitori filantropici, infatuati dell’esistenza prolungata, ma non si capisce perché la crociata sia condotta dai ricchi ragazzini del tech. Non parliamo di Sean Parker, fondatore di Napster che, soffrendo di pericolose allergie, ha donato 24 milioni di dollari alla ricerca nel settore, ma di tutti gli altri, che sembrano più seguire una moda, visto che finora non hanno mostrato scrupoli nel fare profitti. Prendiamo Google, i cui fondatori hanno avuto conti alle Bermuda per evitare le tasse britanniche.
Quei soldi potevano restare in casa e andare ad aiutare le parti più povere e deboli delle società. Invece i poveri hanno dovuto coprire il deficit e subire le politiche di austerità. Il rischio è che ci si dimentichi del presente, sognando un futuro fantastico. Ha ragione Bill Gates quando dice: «E’ un po’ egocentrico che i ricchi finanzino il modo per vivere più a lungo quando in giro ci sono ancora malaria e tubercolosi».
Se anche Mark Zuckerberg scoprisse il modo per non invecchiare, lo rivelerebbe? Lo darebbe agli ospedali gratuitamente? O diventerebbe piuttosto proprietà privata, un bene per cui pagare profumatamente, in soldi o in dati sensibili?
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