ALL’INIZIO C’ERA UN PICCOLISSIMO IMPRENDITORE CHE INTIMAVA: “O LA BORSA O LA VITA”. ORA LA BORSA È PRONUNCIATA CON LA MAIUSCOLA - IL ’68 HA FIGLIATO DUE DECENNI. IL PRIMO PRODUSSE GLI ANNI DI PIOMBO, IL SECONDO GLI ANNI DI ‘DRIVE IN’, IL BANANA FIORISCE NEL LATO B DEL ’68 - NON VILIPENDERE CRISTO O MAOMETTO O BUDDA, DOVREBBE ESSERE UNA QUESTIONE DI BUON GUSTO - COME FANNO LE MIE AMICHE AD ASCOLTARE UN TIZIANO FERRO? L’OMOSESSUALITÀ È UN’OFFESA ALLE DONNE”…

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1- SE PENSO
Patrizia Valduga per "D - la Repubblica delle Donne"

Ogni tanto un vignettista se la prende con Maometto, ma veniamo a saperlo solo se qualche maomettano si arrabbia e reagisce in modo più o meno violento. Allora si ricordano Theo Van Gogh, il regista di "Submission" "ucciso da un islamico" (si è mai scritto "ucciso da un cattolico" o "ucciso da un ebreo"? Non si fa torto a quel miliardo di persone di fede islamica che non ammazzano, come impone il Corano?), la sceneggiatrice del "film" (dieci minuti di pellicola!) subito spiegabilmente famosa, gli altri vignettisti minacciati di morte, e infine si rivendica fieramente la libertà di espressione.

Penso che anche per questa dovrebbe esserci un limite, quando è al limite dell'irresponsabilità: senza bisogno di reintrodurre il reato di vilipendio, dovrebbe essere una forma di cultura non vilipendere Mosè o Cristo o Maometto o Budda, dovrebbe essere una questione di buon gusto e, soprattutto, oggi per l'Islam, anche di buon senso.

2- O LA BORSA O LA VITA...
Adriano Sofri per "Il Foglio"

All'inizio c'era un piccolissimo imprenditore con una pistola giocattolo che fermava una casalinga o un pensionato e intimava: "O la borsa o la vita". Alla fine c'è la grande finanza, la solita signora, il solito pensionato, e la solita intimazione, ma ora la Borsa è pronunciata con la maiuscola.

3- COME FANNO LE MIE AMICHE AD ASCOLTARE TIZIANO FERRO?...
Camillo Langone per "Il Foglio"

Ma come fanno le mie amiche ad ascoltare Antony and the Johnsons, Tiziano Ferro, George Michael? Io non capisco. Ho sempre sentito l'omosessualità come un'offesa alle donne: possibile che loro, le vilipese, non la pensino così? D.P. mi ha risposto: "Ascolto tal dei tali perché mi piace, mica ci devo scopare".

Facendo sfoggio di un vocabolario e di un pragmatismo che quasi ammiro, da tanto che ne sono incapace, ma che non condivido. Non credo che una canzone d'amore per gatti possa fungere da canzone d'amore per topi. Non credo in un amore che prescinda dall'oggetto e possa rovesciarsi indifferentemente su maschi, femmine, bestie, piante, minerali... Se l'amore non ha mèta non è amore, è gorgheggio.

E comunque come si fa ad ascoltare un Tiziano Ferro che dichiara "Ho un fidanzato e sono felice"? Si potrebbe farlo se dicesse qualcosa di meno rotocalchistico e di più artistico, ad esempio: "Ho un fidanzato e sono infelice perché questo è un abominio secondo Levitico 18,22 e quindi secondo Dio". Allora sì.

SE SILVIO È IL LATO B DEL SESSANTOTTO
Marcello Veneziani per "il Giornale"

Nascono oggi due gemellini omozigoti, due libri più o meno con lo stesso titolo e la stessa tesi: "Berlusconi e il '68" realizzato di Mario Perniola e "Il sessantotto realizzato da Mediaset" di Valerio Magrelli. I due testi incriminano Berlusconi anche per aver realizzato il Sessantotto. Con l'aggravante di averlo pure traviato. Intendiamoci, la tesi non è infondata né originale (ne scrisse De Rita, ne scrissi anch'io).

Vi dico in sintesi la mia versione. Il '68 ha figliato due decenni. Gli Anni Settanta presero dal '68 la cupa ferocia massimalista e rivoluzionaria, la violenza ideologica, che da verbale si trasformò in fisica. Gli Anni Ottanta presero dal '68 l'edonismo egocentrico, il permissivismo etico, estetico e sessuale. Il primo produsse gli Anni di piombo, il secondo gli Anni di Drive in, il boom delle tv commerciali. Berlusconi e il suo Biscione fioriscono là, nel lato B del '68. Molti agenti e creativi del berlusconismo provengono proprio dal '68. L'immagine al potere.

Ma negli anni Novanta Berlusconi scende in politica quando la sinistra post-comunista adotta un profilo radical-giacobino, di impronta tardo-sessantottina. E Berlusca affianca al lato gaudente, da crociera, una versione ridente e light di Dio, patria e famiglia. Da libertario, libertino e liberale. Il '68 inacidisce nei nostri anni. Il lato indecente del berlusconismo viene da lì, ma dal '68 viene pure il muro portante della sinistra, incupito dal moralismo forcaiolo, e da ultimo patriottardo. È il prolasso del '68. E ora beccatevi Monti. Non sessantottino ma sessantottenne.

 

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