ALTO GODIMENTO - CHE ANNO, QUEL 1976, QUANDO CON LA RIFORMA TELEVISIVA TUTTO CAMBIÒ, LA CARRÀ SI VESTÌ DA SUORA SEXY E L’ITALIA INIZIÒ A VEDERE NUDO IN TV - BONCO: “SIAMO PASSATI DAI MUTANDONI ALLE BALLERINE AL PORNO…”

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Massimiliano Lenzi per "il Foglio"

 

Carrà 
suora 
Carrà suora

Oggi, nel 2014, nell’èra di internet e dei social network, il sesso esibito sembra diventato pigro, inutile. Tocca appoggiarsi al gran culo da brindisi di Kim Kardashian sulla copertina di Paper, o al topless involontario-volontario di Veronica Maya da Carlo Conti per far ritrovare un brivido al social network. Gesti ripetuti e incarnati in una soap, nella nostra serialità televisiva e multimediale, un bromuro più che un eccitante. Attesi a lungo, postati, ma senza emozioni. Come i biscotti nel caffè e latte alla mattina.

 

Eppure c’è stato un tempo, non lontano, in cui lo spogliar del corpo, soprattutto femminile, ha materializzato il desiderio di infinite libertà e di godimenti, la voglia matta d’Italia, per troppi anni imprigionata tra gli oratori e il catechismo, la voglia di uscire dal piombo dei Settanta e dalla loro violenza infame, da un’invasione che induceva alla paralisi. Una vera rivoluzione. Un sudario, per liberarsi dalla doppia morale, cattolica da una parte e comunista dall’altra.

 

ambra - boncompagniambra - boncompagni

L’anno tentatore fu il 1976, vigilia in anticipo delle esplosioni delle televisioni commerciali (comprese quelle del Cavaliere Silvio Berlusconi), quando un settimanale come Oggi titolava: “In tv ondata di sesso e di cattivo gusto”. In copertina una Raffaella Carrà ancora giovane, vestita come una Monaca di Monza, con sotto la didascalia: “Seminuda e perfino suora sexy nel prossimo spettacolo del sabato sera. Spogliarelli, nudi integrali, scene di letto”.

 

Gianni Boncompagni Gianni Boncompagni

Galeotta fu la riforma televisiva del marzo 1976, forse la legge più libertaria (a nostra insaputa) che abbia prodotto l’Italia negli ultimi decenni. Altro che l’inutile polemica sull’uso del corpo delle donne al giorno d’oggi. Fu un detonatore quella legge, uno scoppio, sull’onda del quale si mise in moto la libertà catodica e che fece deflagrare il telesesso in tv. Scene erotiche trasmesse sempre più spesso, i seni scoperti, i primi nudi integrali. Le figure della gente, di un’Italia incerta che cominciava a vedere nudo, racchiuse davanti alla tv, nel salotto di casa.

 

I resistenti, poi, tutti impegnati a fermare quell’uscir di seno. Il magistrato Nicola Cerrato, per esempio, a spiegare che la sua “campagna contro la pornografia è rivolta principalmente a tutelare i minori, che ritengo non in grado di poter liberamente scegliere e giudicare”.

 

carlo ponti e sophia loren in svizzera nel 1967carlo ponti e sophia loren in svizzera nel 1967

Oppure gli psicologi, ricordiamo Antonio Miotto, a raccomandare che “il nudo televisivo e cinematografico, come tutte le immagini proposte con questi mezzi, viene offerto con la tecnica della successione rapida e discontinua delle immagini. Il che significa che il bambino non ha alcuna possibilità di approfondire l’esperienza visiva, di abbinare all’immagine un commento esplicativo, di integrare lo stimolo erotico in una visione globale della donna e dell’amore”.

 

Persino un uomo avvezzo a Hollywood come il produttore cinematografico Carlo Ponti, marito di Sophia Loren, arriverà a inveire contro i costumi in mutamento: “Nudo, turpiloquio, violenza. Come potrebbe andar bene il cinema in Italia – si interrogava – se ormai in tutti i campi i confini del proibito cinematografico sono gli stessi che valgono anche per la televisione, sia pubblica che privata?”

 

L’Italia stava cambiando, mutava il senso del pudore, i limiti delle proprie libertà, il gusto di vedere oltre i suoi tabù secolari. Una metamorfosi kafkiana che lasciava di stucco molti: giudici, psicologi, giornalisti, registi. La gente semplice.

 

beatlesbeatles

Ma che verrà invece letta faustianamente da quel diavolo aretino di Gianni Boncompagni, il Giovanni Boccaccio del fare televisione nel secolo scorso. Al ritornello dei troppi nudi mostrati in televisione, lui che si era fatto una reputazione con “Alto gradimento”, sogghignerà: “Siamo passati dall’oscurantismo alla pornografia, dalle ballerine con i mutandoni da guardie svizzere allo striptease in diretta al tg. Siamo una nazione che deve ancora imparare tanto”.

 

E di fronte alla frantumazione del tabù principe, l’immagine di Raffaella Carrà vestita da suora che mostrava la giarrettiera, Boncompagni chioserà: “E’ una foto scattata nel corso dell’omaggio ai Beatles che la Carrà ha registrato per una trasmissione. La suora in giarrettiera è un poster tratto dal film ‘Yellow Submarine’. Che facciamo, lo assolviamo?”. Che anno, quel 1976, quando il sesso proruppe nella televisione italiana e i Beatles già non stavano più assieme.