Battiato mistico - “medito da 40 anni, abbastanza per fare il pensionato”

29 Nov 18:16

Giuseppe Videtti per "la Repubblica"

Il maestro impartisce ordini severi. LÃ¬ si fa a modo suo. Non sono ammesse repliche. Il ragazzo entra nello stanzone, si sistema sul pavimento. Il guru protesta: Â«Cosa sta facendo?Â». Il ragazzo obietta che quella Ã¨ la posizione in cui meglio riesce a rilassarsi e (forse) a meditare. Lui sbraita: Â«Come si permette?Â», poi si abbandona a un ingiustificato, eccessivo attacco dÂ´ira che lascia i presenti sbalorditi e dubbiosi. Altro che santone, un imbroglione. Il ragazzo Battiato avrÃ avuto allora ventÂ´anni o poco piÃ¹.

Â«Ero a Milano. A quellÂ´etÃ non avevo idea di cosa sarei diventato nÃ© mi aspettavo una carriera di questo tipoÂ», racconta lÂ´artista immerso nella quiete della casa di Milo, alle pendici dellÂ´Etna. Â«Il mio impulso era scappare, lasciarmi alle spalle le lamentele degli adolescenti: "Non cÂ´Ã¨ niente in questa isola di merda!". A sedici anni giÃ leggevo qualcosa di cibernetica e di Freud, poi una valanga di letteratura mitteleuropea. Erano avvisaglie, sarei diventato uno strutturalista. Il sapere Ã¨ infinito, ma puoi crearti i mezzi per esplorarlo. Ãˆ quel che diceva Stravinsky prima di cominciare a comporre: "Se non mettessi dei paletti mi spaventerei allÂ´idea di essere completamente libero"Â».

Quarantacinque anni e molte ore di meditazione dopo, Franco Battiato sarebbe capace di smascherare un falso profeta ancor prima di trovarsi al suo cospetto. Â«Come meditante dovrei giÃ andare in pensione, sono quarantÂ´anni che praticoÂ», scherza. Â«In questo momento mi trovo nella stessa condizione del poeta e mistico persiano SanaÂ´i, vissuto nel Dodicesimo secolo, che ha scritto Viaggio nel regno del ritorno, una sorta di Divina Commedia in cui il Dante della situazione confessa al suo Virgilio una totale avversione per la violenza che li circonda nelle valli (i gironi) che vanno esplorando. Io mi trovo esattamente in questa fase, un rifiuto istintivo, totale della violenza.

CÂ´Ã¨ un incontro di pugilato in tv? Cambio canale. Ho trovato insopportabili anche alcune scene di GomorraÂ». Sulla tv scorrono silenziose le immagini di Telesio, opera in due atti su libretto di Manlio Sgalambro che arriva nei negozi in cd e dvd il prossimo martedÃ¬. Â«Una fortunata commissione del Teatro Rendano e del Comune di CosenzaÂ», precisa Battiato. Â«Non mi sarebbe mai venuto in mente unÂ´opera su Telesio, ero totalmente preso dallÂ´idea di un film su HÃ¤ndel... Con tutti i libri che ho letto negli ultimi due anni so piÃ¹ del Settecento e di HÃ¤ndel che di me stesso. In fondo anche di Telesio a scuola leggevamo quattro righe, invece poi scopri che Ã¨ un filosofo di grande attualitÃ .

Ha intuito una sensibilitÃ umana negli animali - cosa sacrilega per lÂ´epoca - e che il seme non Ã¨ immesso da Dio. Confesso che quando ho letto il libretto di Sgalambro ho immediatamente esclamato: non Ã¨ musicabile! Mi sbagliavo. In questo caso, anzi, le parole hanno "attirato" un certo tipo di musica che altrimenti non sarebbe venuta fuori, mi hanno costretto a pescare in zone (metafisiche) che non sono congenite. Abbiamo giÃ una decina di offerte per rappresentarlo in teatro lÂ´anno prossimo. E forse questa volta potremmo mischiare ologrammi e scene reali. A Cosenza, nonostante il pubblico fosse scettico, in scena cÂ´erano solo ologrammi. LÂ´illusione era perfetta. Quando ho visto i primi risultati sono rimasto di stucco: ma siamo anche noi degli ologrammi? Sono nostri fratelli? LÂ´entrata in scena di Giulio Brogi allÂ´inizio dellÂ´opera Ã¨ impressionanteÂ».

Il tavolo tra i due divani Ã¨ colmo di libri. Dipinti di arcobaleno. LÂ´essenza del tantra di Urgyen Tulku; Il mistero del fiore dÂ´oro di Lu-Tzu, la bibbia del taoismo operativo; La mente oltre la morte del tibetano Dzogchen Ponlop; LÂ´essenza della vita di Willigis JÃ¤ger, ex monaco benedettino e maestro zen. Â«Anche i mistici occidentali sono fantasticiÂ», commenta Battiato.

Â«JÃ¤ger ha 85 anni e vive in Germania. Da monaco era considerato un eretico. Ratzinger volle leggere il suo libro e gli intimÃ² di non pubblicarlo, pena la sospensione dalla celebrazione e dallÂ´insegnamento, che puntualmente arrivÃ². PerchÃ© la Chiesa non ha mai capito che una cosa Ã¨ la teologia altro Ã¨ lÂ´esperienza. Se come mistico non hai una vita pratica - lo sosteneva anche Jung - non vali niente. Non basta una vita per liberarsi dal cattolicesimo e dal romanticismo di cui le nostre esistenze sono infarciteÂ». Non cÂ´Ã¨ spazio per lÂ´amour fou in questa vita di Battiato. NÃ© per il compiacimento e lÂ´autoindulgenza. I sentimentalismi, banditi. La nostalgia, oltre il giardino.

Â«Forse allÂ´inizio della carriera, quando con Gaber si giocava a poker fino allÂ´alba e poi un cornetto un cappuccino e a letto, le mie canzoni avevano qualche coinvolgimento romantico. Mai sentimentale perÃ². LÂ´amore, lÂ´innamoramento e quel che ne deriva sono state cose facili per me da superare. Puoi amare una persona senza quel tipo di coinvolgimento, diventa tutto magnifico, non hai piÃ¹ controindicazioni. Si puÃ² ammazzare un altro perchÃ© non ti vuole piÃ¹? Spengo la tv quando raccontano queste storie di stalking, di delitti passionali; quando lÂ´amore perpetua il trauma diventa il regno degli equivoci. Sono possibili altri tipi di amore, ma se ne parlassi, ah quante ambiguitÃ , quante polemiche. Sarebbe come parlare di Dio. Ecco perchÃ© io non parlo mai di DioÂ».

La psicanalisi? Scettico: Â«SarÃ che ho avuto unÂ´infanzia tribale. Da bambino sono cresciuto in strada dove vigeva una legge che non era quella di casa. E nessuno di noi tornava mai la sera a raccontare quel che succedeva lÃ fuori. Chi ci conosce meglio di noi? I traumi gravi si possono risolvere solo se li guardi in facciaÂ». La politica? Allergico, come alla violenza: Â«Mi sento male quando ascolto le sue (di Berlusconi, ndr) bugie, mi viene il voltastomaco. Spengo la tvÂ». Il cinema? SÃ¬, ma senza compromessi: Â«Un produttore americano si Ã¨ interessato al film su HÃ¤ndel; "Facciamone una bella storia dÂ´amore, un nuovo Amadeus", mi ha detto.

Ma se io avrei strozzato Forman per come ha trattato il povero Mozart!Â». Debolezze? Pochissime. Â«Se conosci te stesso scateni gli anticorpi che tengono a bada limiti e fragilitÃ Â». Il mondo? I giovani? Â«CÂ´Ã¨ in giro gentaglia che non Ã¨ degna neanche di appartenere al genere umano. Ma sono sicuro che non siamo dentro un nuovo medioevo. E poi lÂ´Italia non Ã¨ il mondo. Non tutti i giovani sono sprovveduti e indifferenti a quel che accade, si fidi. Vedo in giro ragazzi svegli, piÃ¹ ventenni che trentenniÂ».

Paure? Â«Di quali paure parla, della morte? Non vorrei dire di aver risolto il problema e poi quando arriva non essere allÂ´altezza, ma poco a poco mi sto convincendo che non sarÃ cosÃ¬ drammatico. I momenti brutti che ho avuto nella mia vita sono stati solo di natura cosmologica. Una volta durante la notte mi sono alzato, sono venuto in questa stanza e ho guardato in faccia la mia paura, con attenzione, e la crisi si Ã¨ risolta. Non Ã¨ facile, perchÃ© in quel momento ti senti un essere sbattuto nel nulla, non ha legami con niente. Ãˆ la notte oscura di San Giovanni della Croce, sofferenze che sembrano insormontabili, insopportabili, e che invece puoi superare in un batter dÂ´occhio.

Basta ricordare che siamo impermanenti. Noi pensiamo di essere eterni, questa Ã¨ la nostra disgrazia. A scuola non cÂ´insegnano a morire; sulla morte invece gli antichi egizi hanno costruito una civiltÃ Â». Canzoni? Â«Non ho altri progetti che HÃ¤ndel in cantiere. Il resto deve aspettare, anche il prossimo disco. Se il film va in porto mi prenderÃ almeno due anni. Non ho canzoni sulla punta della lingua, lavoro a progetto, forse perchÃ© sono piÃ¹ un compositore che un cantautore.

NÃ© ho mai scritto una canzone mosso dallÂ´urgenza del momento, anzi se di notte mi viene unÂ´ispirazione improvvisa mi giro dallÂ´altra parte; se domattina ci sarÃ ancora bene, altrimenti addioÂ». Said appare sulla soglia a ricordare che la pasta (integrale) Ã¨ in pentola. Attraversando il soggiorno con vista sul giardino lÂ´artista fa scivolare le dita sulla tastiera del magnifico Steinway a coda che si Ã¨ appena regalato; il primo suono della giornata.

CÂ´Ã¨ unÂ´aria incantata sotto il vulcano nel primo pomeriggio. Quando il cancello si chiude e ti restituisce allÂ´asfalto, immagini che improvvisamente lÃ¬ dentro tutto magicamente si ricomponga come in una perfetta, preziosa miniatura persiana, dove i cipressi sono smeraldi aguzzi, i fiori rubini e diamanti e zaffiri incastonati su un prato di malachite, il cielo una tavola di acquamarina e il pennacchio di fumo levigata madreperla. Ogni cosa a suo posto. Divina e impermanente.