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Silvia Truzzi per "il Fatto quotidiano"
Aveva detto alla Stampa che la Rai doveva essere presente con programmi di approfondimento per informare i cittadini, durante la più grave crisi economica degli ultimi anni. Per questo e per una battuta a Italia Oggi ("Se c'è Santoro vado a Sky gratis"), il direttore di Rai4 Carlo Freccero ha ricevuto una censura formale dal direttore generale Lorenza Lei.
Missiva perentoria in cui si fa presente, alla fine: "Le rappresentiamo formalmente l'invito ad evitare di comunicare all'esterno prese di posizione personali e ad attenersi al più rigoroso rispetto della normativa dell'azienda... con l'avviso che in caso di ulteriori reiterazioni si valuterà ogni opportuna iniziativa anche per i profili disciplinare e risarcitorio". Come dire, direttore avvisato: il primo passo di una trafila che prevede una multa e poi il licenziamento.
"Si fa appello a una circolare interna, relativa alle comunicazioni sulla Rai, che ha senso se io rivelo segreti industriali", spiega Freccero. "Ma chi lavora in Rai è anche un operatore culturale, la Rai non è solo un'azienda che fa profitti, ma assolve a funzioni di servizio pubblico. La libertà d'espressione è una pre-condizione del nostro lavoro. Il servizio pubblico si fonda sull'essere al servizio dei cittadini. E poi l'editore della Rai è la politica: quindi occorre avere libertà d'espressione. Io ho sempre parlato e scritto sui giornali, non ho mai avuto problemi".
Contromisure? "Ho provato a parlare con Giorgio Van Straten, consigliere del cda in quota opposizione. Mi ha detto che era d'accordo con la Lei: siamo come una tv commerciale, mi ha detto. Ma non mi stupisce. Ma soprattutto ho dato mandato a un avvocato: mi pare incostituzionale vietare a qualcuno di manifestare il proprio pensiero".
FRECCERO
Lorenza Lei - foto Ansa
MICHELE SANTORO FOTO ANSA
Van STRATEN
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