1- “REPUBBLICA” FOMENTA L’ODIO TRA NANI: “SILVIO SPOSTA DI PESO GIULIO E IL PDL AL MINISTRO: “DIMETTITI”. POI DÀ LA PAROLA AGLI STATISTI, INTERVISTANDO IL MINISTRO ALLE DISPARI OPPORTUNITÀ. L’AMARA CARFAGNA: “SE SCAJOLA PUNTA ALLE POLTRONE NON HA CAPITO IL MOMENTO STORICO”. HA RAGIONE L’EX COCCA DEL BANANA DI HARDCORE E DI BOCCHINO BEGANIZZATO: BISOGNA PUNTARE AL LETTONE DI PUTIN, NON ALLE POLTRONE 2- BISIGNANI, IL FAMOSO PROPRIETARIO OCCULTO DI DAGOSPIA, PRIMA DI ESSERE ARRESTATO PASSAVA LA VITA AL TELEFONO CON TUTTI I POTERI MARCI DI QUESTO PAESE. E ANCHE CON QUELLI NOBILI. DA OGGI “IL FATTO” INIZIA LA PUBBLICAZIONE A PUNTATE DELLE TELEFONATE DEL “VICE-LETTA”, PER LA GIOIA DEGLI IPOCRITI. OGGI SI PARLA DI DE BORTOLI, SANT’EURO, MASO MASI, MINA MINOLI, ALDO GRASSO, CISNETTO E MAZZA 3- INTANTO, SUL CORRIERE, FIORENZA SARZANINI COLPISCE ANCORA: “BISIGNANI, FILE SEGRETI NEL PC. IN RETE DURANTE GLI ARRESTI”. E DON FLEBUCCIO GLIELO NASCONDE IN BASSO A PAGINA 15. COSÌ IMPARA A PORTARE CERTE NOTIZIE

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A cura di Minimo Riserbo e Pippo il Patriota

1- LORO YULIA, NOI PAPI...
Il gas russo rende ricchi, ma non sempre rende liberi. Specie se poi accade, come riassume Franco Venturini sul Corriere (p. 1), che "un presidente filo-russo (Viktor Yanukovich) ottiene la condanna a sette anni di reclusione dell'eroina degli anti-russi (Yulia Tymoshenko) per aver concluso un accodo con la Russia (nella persona di Vladimir Putin)". Rompicapo? Un po' sì.

Ma quello che succede in Ucraina non è meno stravagante di quello che accade da noi, dove un premier in fuga (dalla realtà), e ossessionato dai comunisti, fa ogni tipo di affari con "amico Putin" e ci va a passare il finesettimana ogni volta che può, manco la dacia dell'ex capo del Kgb fosse sul lago di Como. In ogni caso, la Tymoshenko ha una presenza scenica e una teatralità di grandissimo fascino, mentre ormai il Cavalier Pompetta è solo un leader triste e raggrinzito con le orge contate, assediato da una muta di traditori che non hanno il coraggio della prima coltellata.

Invece la storia di Yulia è capace di sopravvivere anche a dettagli idioti come questo, riportato in un sommarietto del Corriere: "Al momento della sentenza non ha staccato gli occhi dal suo iPad". Il nostro, al momento della sentenza, al massimo cercherà quel ridicolo pettinino per bambini con il quale si massaggia il delicato crine.

2- CHE FAI, LO CACCI?...
La Stampa di Mario Calabresi ha il merito di non girare troppo intorno all'"incidente" di ieri e spara in prima: "Governo ko, Tremonti non vota". Dentro, si ricorda che nel 1988 Giovanni Goria diede le dimissioni dopo la bocciatura in aula del suo bilancio e lo stesso fece perfino Giulio Andreotti nel 1973. E Ugo Magri racconta come il Sire di Hardcore, nel faccia a faccia di ieri sera con Giulietto Tremendino, si sia ben guardato dal prendersela direttamente con il suo ministro dell'Economia, "preferendo sfogarsi in sua presenza contro l'incolpevole Verdini" (Stampa, p.3).

Repubblica fomenta l'odio tra nani: "Tremonti e Scajola assenti, è bufera. Silvio sposta di peso Giulio e il pdl al ministro: "Dimettiti" (p. 2). Poi dà la parola agli statisti, intervistando il ministro alle Dispari Opportunità. "Tra di noi troppa superficialità. Giulio doveva essere in aula". Carfagna: se Scajola punta alle poltrone non ha capito il momento storico" (p. 4). Ha ragione: bisogna puntare al lettone di Putin, non alle poltrone.

Per fortuna che c'è il Pompiere della Sera, che non perde mai la testa. In prima pagina Massimo Franco sostiene che ieri "il tonfo è stato imprevisto" (si ride) e dentro si spiega alle Sciurette preoccupate che adesso c'è "Rischio paralisi alla Camera" (p.2). Ma tu pensa. E il Dito Medio di Bossi che fa? "Bossi guarda al voto: non so quanto dura" (p. 9). Guarda al voto è degno del Popolo di Giovanni Galloni.

3- L'ISOLA DEI QUIRINALISTI...
"Vigile attenzione". Il Quirinale attende "atti istituzionali". Avvincente come sempre le velina quirinalizia (Corriere, p. 8).

4- CAVALIER POMPETTA, METTITI IL BAVAGLIOLO...
Porta sfiga, il carcere ai giornalisti. Lo avevamo detto, ma questi avvocatucoli di provincia che ronzano intorno al trono del Banana pensano solo a eseguire e fatturare. "La legge bavaglio verso un binario morto. Salta il voto di oggi, il Pdl chiede il rinvio. La Lega: le priorità sono altre" (Repubblica, p. 11). Sì, le priorità sono altre quando piovono cazzi e devi stare attaccato alla poltrona per non fare la fine di un Papa (Alfonso) qualunque.

5- BISY BISIGNANI, MA TU GUARDA QUANTI AMICI!...
Gigi Bisignani, il famoso proprietario occulto di Dagospia, prima di essere arrestato passava la vita al telefono con tutti i poteri marci di questo paese. E anche con quelli nobili. Da oggi il Cetriolo Quotidiano inizia la pubblicazione a puntate delle telefonate del faccendiere piduista, per la gioia degli ipocriti. Nella doppia pagina curata da Malcom Pagani, scappato a gambe levate dall'Espresso in soli 10 mesi, oggi si parla di Flebuccio De Bortoli, Michele Sant'euro, Maso Masi, Mina Minoli, Aldo Grasso, Enrico Cisnetto e Mazza Mauro (pp. 6-7).

Intanto, sul Corriere, Fiorenza Sarzanini colpisce ancora: "Bisignani, file segreti nel pc. In Rete durante gli arresti" (p. 15). E don Flebuccio glielo nasconde in basso a pagina 15. Così impara a portare certe notizie.

6- MA FACCE RIDE!...
"Fra i parlamentari torna l'usanza di regalarsi libri di teologia, meglio se di un piccolo editore" (Stampa, p. 7). Altra cosa, ovviamente, è leggerli.

7- DISECONOMY...
La foto pubblicata a pagina 9 della Stampa rende bene l'idea della crisi di democrazia reale - e non formale - che attraversa l'Europa. Si vedono le macchie di vernice rossa sulla facciata in marmo bianco della Bank of Greece e, davanti, i poliziotti in cosiddetto assetto anti-sommossa. Sabato, a Roma, si ride.

8- NELLE MANI GIUSTE...
Non dovendo i suoi padroni costruire o trafficare in Campidoglio, la Stampa squaderna una micidiale paginata sulla sicurezza della città amministrata con mano ferma da Alè-danno e dal cavalier Cerroni di Malagrotta. "Roma, allarme violenza: "E' incontrollata". Il procuratore capo Ferrara alla commissione antimafia: "Fenomeno sociale". Fulvio Milone, in trasferta da Napoli, racconta "la capitale camorrizzata, un vulcano pronto a esplodere. Tecniche e metodi rubati ai clan napoletani: interi quartieri in mano alle gang" (p. 19).

9- IL CREATIVO IN REDAZIONE...
"Discese ardite e risalite. I capricci del termometro sulle pianure del Nord" è il titolo di una pagina davvero surreale della Stampa (p. 21). Il very american journalist Mariopio Calabresi invia l'ottimo Paolo Russo a caccia di esperti e alla fine si ricava il consiglio dei medici: "coprirsi a strati". Una telefonata a nostra nonna avrebbe svoltato il pezzo in pochi secondi e con poca spesa.

 

Yulia TymoshenkoBerlusconi e PutinMARIO CALABRESI MARA CARFAGNA CLAUDIO SCAJOLA SCAJOLA E TREMONTI DISCUTONO DI CASA UMBERTO BOSSI de bortoli