DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Stefano Landi per il Corriere della Sera
La loro è una vecchia amicizia. Fatta di do di petto e pacche sulle spalle. Dai tempi in cui Donald Trump, allora solo magnate dei magnati, invitò Andrea Bocelli a cantare per lui a una festa privata nel suo ranch in Florida. Era il marzo del 2010 e il tenore toscano si esibì sul palco della proprietà del futuro presidente americano a Mar-a-Lago. «È stata la miglior notte di intrattenimento in tutta la lunga storia di Palm Beach» sentenziò in un tweet Trump il giorno dopo.
Così ha pensato subito all' amico Andrea per il giorno più importante della sua carriera: il 20 gennaio a Washington, invitandolo a cantare in occasione della cerimonia per il suo insediamento alla Casa Bianca.
Non aveva però fatto i conti con l' ala sinistra del pubblico di Bocelli. Che pur di non correre il rischio di vederlo cantare per lui, hanno scatenato un boicottaggio in Rete a colpi di un hashtag diventato subito virale: #BoycottBocelli. L' ira dei fan equamente divisi in tutto il mondo (e magari le ripercussioni su future vendite di dischi e biglietti) avrebbe convinto Bocelli a fare retromarcia e declinare l' invito: «Perché la situazione si sta animando troppo, sta suscitando troppo clamore. Non c' è modo che si faccia questo concerto», avrebbe confidato una fonte al New York Post . Voci poi riprese dal Daily Mail e dai siti di tutto il mondo.
Nel valzer di voci vere o presunte si aggiunge quella di Tom Barrack, presidente del comitato d' inaugurazione, che in un' intervista alla Cnbc ha detto che «Trump non avrebbe mai chiesto a Bocelli di esibirsi: le cose non sono mai arrivate al "puoi venire, verrai, verresti"». Trump adora Bocelli. Per questo lo avrebbe cercato personalmente: i due, come ha confermato la consigliera del tycoon Kellyanne Conway, si sarebbero incontrati venerdì scorso alla Trump Tower, dopo che Bocelli si era esibito al Madison Square Garden di New York la sera prima.
Fino a sei giorni fa, la notizia era considerata una certezza, dato che anche Tmz , il sito di indiscrezioni americano più credibile, aveva annunciato che al suo fianco ci sarebbe stata a duettare il mezzosoprano americano Jackie Evancho, la 16enne uscita dal talent «America' s Got Talent». È stata la mamma di Jackie a sbandierare la notizia.
Bocelli in America è da sempre molto amato. Dal pubblico, che lo considera l' erede di Pavarotti, come dalla Casa Bianca con cui ha sempre avuto un filo diretto. Ha conosciuto Bill Clinton, poi George Bush e negli ultimi anni Barack Obama. E poi anche Trump: «Sono stato in tournée per l' America su un aereo che mi ha prestato e al concerto a Central Park era in prima fila davanti ai miei figli.
Sarà un presidente più moderato di quel che ha lasciato intendere sotto elezioni - ha raccontato qualche settimana fa in un' intervista a Aldo Cazzullo sul Corriere -. È un imprenditore: non ha interesse a fare pazzie» disse come a tranquillizzare gli animi di chi vedeva in «The Donald» una minaccia per la democrazia.
Secondo il New York Post , che ha elevato la notizia a breaking news nella sua sezione di gossip «Page Six», Trump sarebbe rassegnato a riscrivere la scaletta (musicale) della cerimonia. Anzi, secondo alcuni, avrebbe consigliato addirittura lui a Bocelli di fare un passo indietro per non rischiare contraccolpi artistici: «Non canterà a causa dell' eco polemica che ha suscitato la notizia: è triste che la gente di sinistra faccia sì che non si possa esibire in un giorno così storico».
Se Bocelli confermerà il forfait, a Trump toccherà rimettere mano all' agenda. E sembra sia disposto a farlo personalmente, rialzando la cornetta per non rischiare nuovi due di picche da artisti di serie A.
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