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Marco Giusti per Dagospia
Buone notizie dal Festival di Cannes. Anche se il nostro cinema sta attraversando l'ennesima crisi (te pareva, e' dai tempi del muto...), tra Nanni Moretti presidente della giuria, la presenza in concorso di "Reality" di Matteo Garrone (un tempo si chiamava "Big House"), quella fuori concorso dell'atteso "Io e te" di Bernardo Bertolucci (meglio cosi', l'idea di passare l'esame del professor Moretti deve aver disturbato non poco Bertolucci) e addirittura quella inattesa del "Dracula" in 3D di Dario Argento (ma va...), risollevano un po' l'orgoglio nazionale.
Detto questo, Cannes 2012 sfodera una serie di bei nomi gia' noti da mesi. David Cronenberg con "Cosmopolis" interpretato dall'ex-vampiretto Robert Pattinson (speriamo bene dopo il modesto film su Jung e Freud), il Jacques Audiard del "Profeta" con il nuovo "De rouille et d'os" interpretato dalla sempre piangente Marion Cotillard, il grande ritorno di Leos Carax con "Holy Motors" che vanta le superstar Eva Mendes e Kylie Minogue e il papa morettiano Michel Piccoli, il geniale Wes Anderson, che apre addirittura il festival con "Moonrise Kingdom", interpretato da Bruce Willis, Bill Murray e Tilda Swinton (gia' preso dalla Lucky Red), il brasiliano Walter Salles alle prese con "On The Road" di Kerouac.
Mettiamoci anche gli eterni Ken Loach ("The Angels' Share"), Abbas Kiarostami (siamo gia' pronti a dormire in sala con "Like Someone To Love"), il grande Alain Resnais ("Vous n'avez encor rien vu"), le scoperte dei Cannes passati come l'afro-americano Lee Daniels (quello di "Precious") che presenta "The Paperboy", il rumeno Christian Mungiu con "Beyond The Hills", il messicano Carlos Reygadas con "Post Tenebras Lux", i due coreaniori Samgsoo Im, quello di "The Housemaid", con "Taste of Money" e Samsong Hong, quello di "Ahahah" con "In Another Country".
Vengono invece dalla Venezia mulleriana (che ha veramente cambiato la geografia di tutti i festival) l'australiano John Hillcoat, che si presenta con un film sulla Depressione americana scritto dal suo vecchio socio Nick Cave (e' lui), "Lawless", interpretato dal Tom Hardy strepitoso di "Warriors", Shia La Beouf, Guy Pearce, Gary Oldman, il neozelandese Andrew Dominick, che, dopo il fascinoso "Jesse James" con Brad Pitt si presenta con un noir ancora interpretato da Brad Pitt, "Killing Them Softly" (ma c'e' anche Ray Liotta).
I bene informati dicono che hanno gia' la Palma d'Oro in tasca con "Amour" l'austriaco Michael Haneke (ancora?) e il suo interprete Jean-Louis Trintignant, che torna al cinema dopo la crisi che ha passato in seguito alla tragica morte della figlia Marie. Ci attendiamo qualcosa anche da Ulrich Seidl, il regista del grande "Canicola" sul sesso tra vecchi, con "Paradise Liebe", dal danese Thomas Vinterberg con "Jagten".
Fuori concorso si nota anche l'ultima stravaganza di Takashi Miike, "Aito Makoto". A parte qualche ovvieta', il programma e' più che buono e non poche potrebbero essere le sorprese. A cominciare dal ritorno di Philip Kaufman, quello di "Henry and June", che torna al letterario con "Hemigway and Gellhotrn".
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