DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Aldo Busi duetta con Carlo Antonelli, direttore di GQ
«L’ordine, la disciplina, un tempo appartenevano alla destra: se venivano accettati dalla gente era per non essere perseguiti da chi li imponeva. Ma se uno ribalta la frittata, e non vuole sentirsi dire queste stronzate dal primo fascistello oracolare che arrivi al potere, il rigore se lo impone da sé. La mia è una disciplina funzionale all’essere scrittore, perché non ha senso essere scrittori e non voler cambiare il mondo.
Tanto varrebbe entrare in politica, fare il magistrato o scegliere la carriera militare: per queste categorie di persone, più il mondo resta quello che è e più risulta garantita la perpetuazione della loro poltrona. La disciplina è multiforme. È anche non disperdersi quando le energie sono al lumicino e grandi la demoralizzazione e lo sconforto, la rabbia politica...
Anche per questo, quando sento parlare dell’adozione di bambini da parte di coppie omogenitoriali, lo dico sempre: meglio un orfanello a una coppia di checche sfrante, ma libertarie e spiritose, che a una coppia etero di fascistelli razzisti tutti casa, chiesa, Lega e privé sempre lì a puntare il dito contro nemici di comodo.
ALDO BUSI EN TRAVESTIdago con carlo antonelli
Quanto al matrimonio tra cittadini dello stesso sesso: ognuno ha diritto alla propria infelicità istituzionalizzata. Però bisogna dire che i contentini simbolici non ci bastano più, al matrimonio è da preferire una promozione duale del patrimonio: qualsiasi riconoscimento dei diritti civili che non riconosca la possibilità di adozione e la reversibilità della pensione è una presa per il culo.
Queste leggine che invece di cambiare il vergognoso stato di fatto italiano lo suffragano e lo protraggono all’infinito vanno respinte, finché la proposta non diventi comune, sensata, paritaria e civile. Toglietemi tutto ma non i miei contributi versati: o si abolisce la reversibilità della pensione a chiunque o io devo poterla dare a chi mi pare e piace, e a maggior ragione se lascio il mio coniuge con uno o più figli adottivi da tirar su».
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