“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Marco Giusti per Dagospia
Cannes decimo giorno. E' vero. "Youth" di Paolo Sorrentino potrebbe anche vincere questa Cannes modestissima, dominata dall'intelligenza e dalla ironia dei registi asiatici, Hou Hsiao Hsien, Kore Eda, Jia Ghana Ke, Apitchapong, Kawase che non hanno sbagliato un colpo, da un ottimo Tod Haynes, almeno un premio a Cate Blanchett, ragazzi?, da una strepitosa opera prima ungherese, "Il figlio di Saul" di Laszlo Nemes.
La verita' e' che nessuno conosce i gusti dei Coen, e anche chi li conosce personalmente giura che non e' semplice decifrarli, e quindi poco si riesce a comprendere. Ma al di la' dei trionfalismi di Cazzullo, Concita e Travaglio, e delle palle dell'Aspesi, "Youth" e' un film che agli americani e ai francesi non troppo sofisticati, quelli cioe' come Sophie Marceau, un po' sciura dei Parioli, e' il film ideale. Quindi pronti ai cori di Fazio e a Scalfari benedicente, alla faccia dei giornalisti italiani cattivi e rosiconi. Prepariamoci. Peggio della Juventus.
Si appresta anche a chiudere la sua prima settimana sui 2 milioni facendo piangere i pensionati e i vecchioni di "Repubblica" che ancora sognano Capalbio e uccidendo il povero film di Garrone, che e' realmente crollato in sala. Intanto gli ultimi allegrissimi film del concorso sono il trionfo della vecchiaia e dei malanni. Siamo in piena sfiga d'autore. "Sei felice?", chiede Isabelle Huppert isterica a un Gerard Depardieu grassissimo.
"Ti sembra che conciato cosi' possa essere felice?", le risponde lui mostrando il pancione. Non e' un gran film questo "Valley of Love" di Guillaume Nicloux, pero' vedere Gerard Depardieu enorme in mutande che si aggira per la Valle della Morte tra set celebri del cinema western ci appaga abbastanza. Aggiungiamo che accanto a lui c'e' Isabelle Huppert, sempre piu' magra.
Ma sono così belli assieme e e' cosi inconsueti vederli recitare da soli un intero film, inoltre in qualche modo nel ruolo di loro stessi, si chiamano Gerard e Isabelle e fanno gli attori celebri, che anche questo confuso, pasticciato film d'amore e fantasmi, alla fine sembra molto piu' simpatico e interessante di quello che e'.
Perche' di sicuro era inutile averlo in concorso, addirittura come quinto film della squadra francese, un eccesso molto chiacchierato. Una vecchia coppia, Depardieu e Huppert appunto, si ritrovano riuniti dalle ultime volonta' del figlio morto.
Ha scritte due distinte lettere ai genitori spiegando loro che durante i giorni e le notte che passeranno nella Valle della Morte, grande set per western fordiani, si fara' vivo in qualche modo misterioso. Incuriositi e impauriti da questa richiesta-testamento i due genitori si incontrano e affrontano assieme l'arrivo di qualcosa di misterioso che cambierak' per sempre la loro vita.
Al di la' della situazione, si e' detto, il film vive per l'alchimia dei due protagonista e per il piacere di vedere Depardieu e Huppert mettere in scena se stessi. Anche a Depardieu, ricordiamo, era morto un figlio molto amato. E pure lui si sara' dato chissa' quante colpe per averlo perso. Il film diventa quindi qualcosa di meno scontato del previsto e offre a Depardieu la possibilita' di giocare coi suoi sentimenti piu' profonda.
Ancora piu' tragico il film di stamane, "Chronic" di Michel Franco, ritratto minimalista di un infermiere, Tim Roth, che si divide tra malati terminale e ha un triste passato da nascondere. C'e' di tutto, la malata di Aids, il vecchio architetto colpito da infarto che si guarda You Porn, la malata terminale malata di chemio che vuole morire. Tim Roth se la spassa allegramente in un'America piccolo borghese, non parla mai e non ci consola per nulla. Non brutto, ma piuttosto inerte. Franco scrive, produce e dirige. Budget minimo. Chance di premi nulle.
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