DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Marco Giusti per Dagospia
Anche se non ha vinto nulla né a Cannes, dove era in concorso, né agli Oscar, dove era candidato per la bellissima sceneggiatura di due esordienti, Samy Burch e Alex Mechanik (che ha vinto però gli Spirit Awards), vi confesso che è davvero un piacere ritrovare Todd Haynes e due attrici come Natalie Portman e Julianne Moore in un film, "May December", dove l'unico filo sottile che tiene in piedi tutta la narrazione, apparentemente minima, un'attrice di Hollywood che va a conoscere a Savannah la donna che dovrà interpretare sullo schermo, è in fondo il rapporto di sfida tra loro due.
Crawford vs Davis insomma. Siamo sempre lì. Una battaglia a colpi di occhiate, piccole battute, intrecci femminili, segreti che dopo un'ora di attesa si scatena tra le due attrici secondo un vecchio modello Hollywoodiano che non può che farci impazzire e dove i tanti maschi della storia sembrano solo pedine di basso livello. Anche se è molto piaciuto ai critici americani e inglesi il bisteccone Charles Melton che è un po’ il maschio con teso dalle due.
Da una parte abbiamo la Gracie di Julianne Moore, che vent'anni prima ha lasciato marito e figli per mettersi con un tredicenne bono mezzo coreano, appunto il bisteccone Charles Melton, e finisce in galera incinta scatenando un caso nazionale. Dall'altra parte abbiamo la Elizabeth di Natalie Portman, giovane attrice, più colta, più sofisticata, laureata, che cerca di cogliere la verità della prima studiandola e parlando con marito ex-marito figli figlie.
Nella scena più clamorosa, le due si confrontano in un gioco di trucchi e di specchi dove Gracie dimostra la sua consistenza di predatrice e la sua pericolosità solo mettendo il rossetto a Elizabeth. Ma anche Elizabeth è una predatrice, visto che si tromberà il marito bono di Gracie, Charles Melton, senza una vera ragione se non quella di dimostrare il suo potere. Facendogli anche la morale. E poi ci mostrerà la sua bravura di attrice in un monologo magistrale che vale mezzo film dove ripete davanti alla cinepresa una vera lettera di Gracie al ragazzo scritta vent'anni prima.
Solo nel clamoroso finale dove assistiamo alla lavorazione del film e Elizabeth gira una brutta scena che abbiamo già visto in un brutto film tv sul caso, capiamo quanto poco amore Todd Haynes abbia del cinema di oggi e quanto sia complesso arrivare alla realtà delle persone. Tre ciak e poi la faccio a modo mio... Soprattutto alla realtà di donne che non sono mai come appaiono e dove si può essere falsi anche con se stessi. Fidatevi. È meglio di qualsiasi serie di Ryan Murphy. In sala.
may december 7natalie portman in may decembertodd haynes Julianne Moore - May Decembermay decembermay december 6
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