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Marco Giusti per Dagospia
“Ho una poesia”. Difficile fare i conti con la poesia, quando la trovi. Specialmente se sei una donna, non più giovanissima e vivi in una società oppressiva che non ti ha lasciato mai nessuno spazio creativo o poetico. Non perdetevi questo Lontano da qui, che traduce il più giusto The Kindergarten Teacher, opera seconda di Sara Colangelo, italiana che da anni vive in America, e interpretato e prodotto dalla meravigliosa Maggie Gyllenhall, che abbiamo lasciato non poche settimane fa nei panni di regista e produttrice di porno nella serie The Deuce.
Remake di un film israeliano, Haganenet, scritto e girato nel 2014 da Nadav Lapid, Lontano da qui ha dalla sua una bella e attenta regia, non a caso ha vinto il prestigioso premio per la miglior regia al Sundance, una trasposizione intelligente, soprattutto nel riambientare la storia da Gerusalemme alla Bowery di New York di oggi e, soprattutto, una protagonista in grado di esaltare le contraddizioni, la repressione e l’esplosione interna del suo personaggio.
La maestra Lisa Spinelli, cioè Maggie Gyllenhall, sposata con un uomo pesante e coatto, con due figli poco interessanti, il maschio vuole addirittura partire militare in Iraq, si iscrive a un corso di poesia, condotto dal piacionissimo Simon, il bel Gael García Bernal. Contemporaneamente scopre che uno dei suoi bambini, Jimmy, di soli cinque anni, interpretato da Parker Sevak, si inventa di getto delle poesie meravigliose e profonde, che gli nascono come spontaneamente. In vent’anni di scuola non le era mai capitato un bambino del genere e vede la cosa come un dono inaspettato che non potrà che aprirla alla poesia.
Da una parte si appropria delle poesie di Jimmy per farle sue nelle lezioni di poesia, riscuotendo grande successo con Simon, al punto le dedicherà perfino un interesse sessuale ben ricambiato. Da un’altra l’incontro con Jimmy le modifica la vita, portandola a fare cose discutibili e sempre più assurde che una brava maestra non farebbe. Ma Lisa vede nel bambino e nelle sue poesie, soprattutto in quella dedicata a una certa Anna, la risposta alle tante sofferenze della sua vita noiosa.
E scopre ben presto che il padre di Jimmy, padrone di un locale e fratello di un intellettuale finito male, non è per nulla disposto a far sviluppare le doti poetiche al figlioletto. Dove si temeva potesse svilupparsi una follia poco controllata da melodramma, la regista e la sua protagonista riescono invece a darci della maestra Lisa un ritratto commovente e partecipe di una donna che vede la sua vita finalmente illuminata e si rende per la prima volta conto di quanta poca creatività abbia attorno. La sua non è una banale crisi di mezza età, è la rivolta di una persona contro un mondo che ti costringe a vivere nell’ombra e a limitare qualsiasi desiderio creativo. In sala dal 13 dicembre.
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