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LO HA COMBATTUTO PER VENT’ANNI E ORA MICHELE SANTORO RIMPIANGE BERLUSCONI - ORA CHE IN RAI COMANDA RENZI, ATTRAVERSO CAMPO-SANTO DALL’ORTO, IL TELE-TRIBUNO NON HA PIÙ SPAZIO - TUTTI I SUOI PROGETTI, DA UNA FICTION A NUOVI FORMAT, SONO STATI BOCCIATI

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Enrico Paoli per “Libero Quotidiano”

 

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Quel che non piace alla Rai renziana affascina i produttori americani, anche se a realizzare il prodotto è Michele Santoro. A Hollywood saranno pure a stelle e strisce, ma le cose belle le vedono oltre le ideologie. Perché a viale Mazzini non conta il merito, ma il metodo. E il sistema in voga è quello di dare voce a coloro che non offuscano la narrazione del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dato che la tv di Stato non muove foglia che Palazzo Chigi non voglia, tanto per rifarsi alla cara, vecchia saggezza popolare. E il caso Santoro, sollevato domenica scorsa dal vice direttore di Libero Franco Bechis, è da manuale.

renzi a servizio pubblicorenzi a servizio pubblico

 

I NO A MICHELE

L'ex conduttore di Annozero e Servizio Pubblico, non più in video ma alacremente al lavoro con la sua casa di produzione, aveva presentato alla tv pubblica vari progetti, tutti puntualmente bocciati.

 

«Ho effettivamente presentato alla Rai», spiega Michele Santoro in una nota inviata a Libero, «che peraltro aveva assunto precisi impegni nei miei confronti una serie di proposte riguardanti una fiction - "Processo all'Olocausto" - e nuovi format originali.

 

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Mentre la fiction è stata ritenuta non coerente (ovvero fuori linea rispetto al palinsesto di RaiRenzi, ndr) con la linea editoriale della Rai, ma sullo stesso argomento e con anni di ritardo rispetto al nostro progetto diventerà una grande produzione americana con un cast stellare e la partecipazione della Bbc, le proposte di nuovi formati sembravano in dirittura d'arrivo nell' ultima fase della gestione Gubitosi.

 

Con le recenti scelte del governo Renzi e l' arrivo dell'amministratore delegato, Antonio Campo Dall' Orto, la Rai ha chiuso qualunque dialogo con me e la mia squadra senza fornire alcuna motivazione». Insomma, il problema è Santoro e non il prodotto presentato. E la Rai ragiona su parametri che vanno al di là dell' offerta televisiva, come hanno ampiamente testimoniato le ultime nomine al vertice delle reti generaliste. Avanti tutta con gli amici degli amici, ma con i nemici nessuna pietà.

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Sarà per questa ragione che Michele Santoro, una volta un anti berlusconiano di ferro, oggi rivede le sue posizioni. «È una situazione triste, dominata da interessi lobbistici, per certi versi peggiore di quella esistente con Berlusconi», afferma l'ex teletribuno, «che comunque fa a pugni con le dichiarazioni del presidente del Consiglio a proposito di merito e professionalità».

 

berlusconi, santoroberlusconi, santoro

Un esempio su tutti. Ultima Leopolda, dicembre 2015. Nel pieno del suo one man show Renzi affronta il tema dei neo-boiardi di Stato, un must, di quelli che vanno venir giù i teatri. «Li ho nominati nei Cda perché sono bravi», afferma Matteo, calcando con il tono della voce su ogni singola parola, «perché la chiave della Leopolda è il merito».

 

ZERO INTERLOCUTORI

Ah ecco, il merito: ovvero il valore di quello che uno sa fare. Peccato che in molti casi, compreso Campo Dall' Orto, l'unico merito è essere passati dalla Leopolda. Altro modesto dettaglio. «Per mancanza di interlocutori», spiega ancora Santoro nella nota inviata a Libero, «non ho invece mai proposto alla Rai il film documentario (non docudrama) sulla strage dimenticata dei giovani camorristi napoletani che stiamo realizzando con la coproduzione di Videa di Sandro Parenzo».

 

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Ecco, sentir parlare di mancanza di interlocutori in un' azienda che conta una miriade di direttori e un circa 12 mila dipendenti, fa venir voglia di iscriversi al partito del «no canone».

 

«Continueremo il nostro lavoro», chiosa Santoro, «studiando soluzioni originali come sapemmo fare al momento in cui decidemmo di dar vita a Servizio Pubblico». Ecco, continuate. Santoro lo puoi amare o odiare, ma non poi dire che non sappia cos' è la tv. Al di là del merito.

 

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