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Luca de Gennaro per “la Stampa”
Che la protagonista femminile del Natale si chiamasse Maria era fuor di dubbio fin da quella notte a Betlemme, ma nel 1994 la storia ha aggiunto una «h» al nome e da allora la «Queen Of Christmas» è lei, Mariah Carey, che scrisse, con Walter Afanasieff, e cantò All I Want for Christmas is You. Un brano che ogni anno a dicembre scala le classifiche, imprescindibile in ogni playlist natalizia, veglione o cenone, che il New Yorker ha definito «una delle poche moderne aggiunte di valore al canone musicale delle canzoni natalizie».
Forse l'altra canzone di Natale scritta nell'era moderna che si può paragonare a lei è Last Christmas degli Wham!, uscita dieci anni prima, talmente inevitabile che vi è stato creato attorno il buffo contest globale detto «Whamageddon», che consiste nel cercare di evitarne l'ascolto per tutto dicembre, e autodenunciarsi sui social nel momento in cui ti capiti accidentalmente di ascoltarla, in un negozio, alla radio o ovunque. Una gara difficilissima che in pochi riescono a portare a termine.
Ma si scherza, ovviamente, e intanto Mariah e gli Wham! sono di nuovo ai primi posti della classifica globale delle canzoni più ascoltate. Ma la storia delle canzoni di Natale è lunga e nobile, e chiunque ci si è cimentato, da Bob Dylan a Bruce Springsteen, da Elvis Presley a Aretha Franklin. C'è chi ci ha costruito un pezzo di carriera, come Michael Bublè, il cui Christmas (2011) è il suo best seller assoluto, e che viene considerato una sorta di contraltare maschile alla regina Mariah.
christmas rappin di kurtis blow
Perché il Natale funziona anche commercialmente, tanto che centinaia tra le maggiori stazioni radio americane, ogni anno, dal giorno dopo Halloween, adottano il formato musicale All Christmas e per due mesi trasmettono esclusivamente canzoni natalizie. Ce n'è per tutti i generi. Il primo disco rap di successo fu Christmas Rappin'di Kurtis Blow, nel 1979, stesso anno in cui la ventenne Kate Bush (protagonista delle classifiche nel 2022 grazie al rilancio clamoroso di Running Up That Hill) pubblicava la deliziosa December Will be Magic Again.
christmas album dei jethro tull
Anche il rock progressivo inglese si era lasciato affascinare dalle atmosfere bucoliche delle festività: il Christmas Album dei Jethro Tull è un classico, ma nel genere la canzone più bella fu I Believe in Father Christmas di Greg Lake (1975), che malgrado la melodia tradizionale e i campanelli era una invettiva contro la commercializzazione del Natale. In Inghilterra è sempre stata tradizione (finché si vendevano i dischi) la lotta per la prima posizione in classifica nella settimana di Natale, quando le famiglie dopo pranzo si raccoglievano davanti alla tv per la puntata natalizia di Top Of The Pops.
Nel 1973, anno d'oro del «glam rock», la battaglia fu vinta dai tamarrissimi Slade, che con Merry Xmas Everybody scrissero uno dei più longevi inni britannici al Natale. Anche una band simbolo del punk come i Ramones, lontanissimi dalle melodie zuccherose, registrarono la loro Merry Christmas (I Don't Wanna Fight Tonight) , e i paladini del rock celtico alternativo, i Pogues, incisero nel 1987 la struggente Fairy Tale of New York, la canzone di Natale più trasmessa del secolo scorso dalle radio inglesi e da molti considerata la più bella di sempre.
E se Paul McCartney si avvicinò al genere con la spensierata Wonderful Christmastime, John Lennon la prese più sul serio e fece della sua Happy Xmas (War is Over) un inno pacifista di protesta contro la guerra in Vietnam.
Perché se a Natale si è tutti più buoni allora anche le canzoni possono essere un veicolo per far del bene. Dal 1987 uscirono regolarmente quattro album della serie A Very Special Christmas cui le più grandi popstar del mondo, come Sting, U2 e Madonna, contribuivano con canzoni natalizie (le copertine erano firmate da Keith Haring) ad un progetto benefico per ragazzi con disabilità. In questo, il punto più alto nella storia delle canzoni di Natale venne raggiunto il 3 dicembre 1984, giorno in cui uscì Do They Know It' s Christmas, che le maggiori stelle della musica inglese, convocate da Bob Geldof, avevano cantato per aiutare la condizione di estrema povertà in Etiopia.
Vendette tre milioni di copie in un mese, record di velocità, e raccolse otto milioni di sterline per la causa africana. Una canzone può servire anche a questo, non solo come sottofondo allo spacchettamento dei regali sotto l'albero, può farci pensare a cosa succede nel mondo, a chi il Natale non può permettersi di festeggiarlo, e a far riflettere con versi spietati come quello urlato da Bono in quella canzone: «Questa notte ringrazia Dio che sono loro e non sei tu».
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