CRONACHE DI PIOMBO E DI PASSIONE - GLI ANNI DEL “MESSAGGERO” DI VITTORIO EMILIANI: UN LIBRO, UN “GRAZIE” DI ZACCAGNINI E UNA LETTERA DI MARCO TULLIO GIORDANA

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1. GLI ANNI D'ORO DEL ‘MESSAGGERO' RACCONTATI DA VITTORIO EMILIANI
Paolo Zaccagnini per il suo blog, http://modestproposalz.blogspot.it

‘'Cronache di piombo e passione'' (Donzelli) e' la storia, appunto, di piombo e passione di alcuni felici, irripetibili anni del mio ex giornale, Il Messaggero di Roma, scritta superbamente dal mio ex direttore Vittorio Emiliani. Dal 1974 al 1987, quando con editto e per volonta' di Benedetto, detto Bettino, Craxi venne rimosso nottetempo da uno zelantissimo Claudio Martelli.

Una vigliaccata. Una ignobile, schifosa, terribile vigliaccata del carissimo amico di Craxi, tre anni fa riabilitato, senza alcuna vergogna, dall'onorevole kennediano Walter Veltroni. Furono anni magnifici, di battaglie vere, quando non si ridisegnavano le pagine alle 20,30 per mettere le foto desnude di Natalia Estrada, allora fidanzata col fratello minore del carissimo amico di Craxi, non si intervistava Francesca Cervellara da Latina, in arte Dellera, una volta a settimana perche', si diceva, amica intima di Raoul Gardini. Non si sparavano titoli a nove colonne sulla vendita della Centrale del Latte di Roma per compiacere questo o quello dei miserabili potenti italiani e romani.

Emiliani venne dopo le direzioni di Italo Pietra, il comandante partigiano che aveva arrestato Mussolini a Salo', e Luigi Fossati. Due galantuonimi. Con e senza la penna in mano. Emiliani ha seguito le loro tracce e quegli anni li ha vissuti lavorando, tanto, con e per lui hanno segnato la mia vita, in benissimo nonostante la sclerosi multipla che mi hanno procurato poi quelli del mio ex posto di lavoro. E per questo ringrazio, sorbole, il predappiese editor Emiliani Vittorio di cui sono stato umile, ma orgoglioso ancora oggi, vice caposervizio del Servizio Spettacoli. Grazie e... at salut, diretur.


2. LETTERA DI MARCO TULLIO GIORDANA A VITTORIO EMILIANI
Caro Vittorio, io già ero un ammiratore degli orfani & bastards (il libro di Emiliani sugli anni al direzione del "Giorno", ndDago), questo è ancora meglio, se possibile, perché sono "contemporaneo" ai fatti e li ricordo bene avendoli visti passare davanti al naso, subendoli e soffrendoli. E' l'altra faccia del libro di Martelli, l'altro socialismo possibile, una galleria di personaggi straordinari e per bene di cui viene subito una tremenda nostalgia.

Non c'è una delle tue conclusioni - buttate lì di sfuggita, molto sinteticamente e senza mai l'aria di tirarne una morale - con cui non mi trovi d'accordo. Abbiamo avuto simpatia e dispetto per le stesse persone, certo tu da posizioni di immensa esaltante responsabilità, peraltro mai tradita.

Quel Messaggero - fiaccato da Gardini e definitivamente demolito da Caltagirone - lo rimpiangiamo tutti, non perché fossimo ragazzi allora e rimpiangiamo l'aitanza e la combattività di cui eravamo provvisti, ma perché era veramente il portavoce di un'Italia all'offensiva, che non accettava la torsione orribile cui è stata sottoposta per tutti gli anni ‘70 e poi ‘80. Non ci sono più quei giornali perché non c'è più quell'Italia lì. Che disperazione, che tristezza.

In compenso il tuo libro fa venir voglia di rimboccarsi le maniche, il buon esempio è contagioso. Credo che avrà successo e non solo fra i clerks del mestiere. Oltretutto si legge con grande piacere e i personaggi, tutti, dai giornalisti ai tipografi, ai politici, alla gente semplice, balzano fuori scolpiti nella loro singolarità, ed è abbastanza incredibile se si pensa che il "cast" saranno duemila e più persone. Non mi ero mai reso ben conto di come il Messaggero sia stato la reincarnazione de Il Giorno, il suo allievo fedele.

Oggi un giornale così manca, il fighettismo di Repubblica con le sue stizzette e gli snobismi, non mi piace come mi piaceva la veracità "romana" del Mess, una solidità da artigiani come i biciclettai Collalti o Claudio Villa o il liutaio Paralupi, quella Roma sempre allagata dal Tevere che i giornale ha cantato e difeso. Credo che tutti abbiano dovuto renderti l'onore delle armi, prima o poi. Qui hai la riconoscenza e l'affetto enorme di un tuo ammiratore da sempre
Ti abbraccio forte. Bellisssimo, bravo. Grazie
marco tullio

P.S. Com'erano tutti meglio, anche le chiaviche... Piccoli, Forlani, perfino de Mita. Fanfani (di cui già mi avevi detto) io l'ho sempre stimato almeno quanto Moro. Che bravo sei stato durante i vari sequestri. Non era facile. Gli altri sono tutti inciampati nei loro crudeli (e inutili) principi. Anzi, nemmeno principi, ma simulazione di principi.

 

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