![donald trump re sovrano imperatore](/img/patch/01-2025/donald-trump-re-sovrano-imperatore-2083894_600_q50.webp)
FLASH! - OGNI GIORNO, UNA TRUMPATA: NON SI SONO ANCORA SPENTE LE POLEMICHE SULL'IDEA DI COMPRARSI…
1. L’ATTRAZIONE FATALE DELL’AUTO D’EPOCA
Daniele P.M. Pellegrini per “la Repubblica”
Nelle vicende dell’automobile moderna le classiche non sono più semplicemente una nicchia per appassionati, una specie di territorio di confine che ospita nostalgici e commercianti snob. Mai come oggi le auto d’epoca sono di attualità e le manifestazioni a esse dedicate rientrano d’autorità negli appuntamenti classici del motorismo.
Non sorprende più, quindi, se “Auto e Moto d’Epoca” in programma a Padova da oggi a domenica (trenta edizioni alle spalle) è oggi un autentico fenomeno, tanto più significativo perché palesemente controcorrente con il clima del settore auto in generale. Il fatto è che le classiche tirano e, quel che più conta, attirano pubblico ed espositori grazie a un’alchimia che è diventata di successo.
Riempire 90.000 metri quadri di superficie della Fiera di Padova con circa 4.000 mezzi d’epoca, ospitare 2.000 espositori, una sessantina di club e vedere la partecipazione ufficiale di una dozzina di costruttori, non era probabilmente nemmeno nei sogni degli organizzatori delle prime edizioni, eppure oggi è una realtà che poggia stabilmente su una base fatta di passione, nostalgia e business.
mercedes benz 540k cabriolet a del 1937
Non si spiegherebbero altrimenti l’adesione di tante aziende e la presenza prevista di oltre 75.000 visitatori, provenienti da tutta Europa, quando in Italia è diventato difficile anche organizzare un normale salone dell’auto, e la conclusione sembra essere quella di una drammatica perdita di capacità delle manifestazioni standard di attirare contemporaneamente pubblico e industria.
Le auto e le moto classiche ci riescono perché offrono qualcosa in più in termini di appeal e di ambiente nel quale l’appassionato si muove: alla scoperta della storia del motorismo, alla ricerca di qualche ricordo o semplicemente affascinato da macchine belle e rare che sono state e rimangono meravigliosi giocattoli da grandi.
Si potrebbe anche dire che l’interesse per le classiche va di pari passo con il calo di desiderio per le auto moderne, con il risultato che sono proprio queste ultime a chiedere soccorso alle loro antenate per toccare il cuore dei clienti e risvegliare la passione per l’automobile d’oggi.
Non sorprende più quindi che manifestazioni come “Auto e Moto d’Epoca” ospitino indifferentemente stand di costruttori di grande rilevanza storica, come Alfa Romeo, Maserati, Mercedes e Porsche, e di altri, come Toyota o Volkswagen, che pur non avendo lo stesso fascino d’antan hanno l’ambizione di imporsi sul mercato. Mercato che in questo caso ha due facce perché mescola quello dei mezzi d’epoca, in rapida ascesa con quello meno vivace ma economicamente rilevante del nuovo o dell’usato di tutti i giorni.
L’abbinamento ieri/oggi si propone a Padova come il cardine su cui impostare un modo alternativo ed efficace di comunicare l’automobile, ossia proprio quello che i costruttori spesso fanno fatica a trovare nei tradizionali costosissimi Saloni. Così per Mercedes il clima di Auto e Moto d’Epoca è quello giusto per parlare dell’usato d’epoca certificato e lanciare il programma FirstHand Classic.
ferrari 400 superamerica cabrio swb
Tutto fa gioco alla passerella di tante protagoniste, automobili e moto, che sono testimoni di epoche irripetibili perché travolte dall’evoluzione tecnica, industriale e del costume e che ripropongono il gusto delle rispettive epoche: l’avventura dei primi del secolo, la ricchezza della motorizzazione d’élite, la ricercatezza tecnica ed estetica dell’epoca artigianale, il fascino della velocità vissuto con l’entusiasmo e l’avventatezza della gioventù dell’automobile.
2. MA CHE STILE LA GRANDE BELLEZZA DEL DESIGN ARTIGIANALE
Francesco Paternò per “la Repubblica”
C’È tutto e il suo contrario, ma è l’opposto di quanto avviene nei classici saloni dell’automobile per il mondo. Se a Ginevra o a Detroit, auto elettriche condividono i riflettori con mostri a 8 o più cilindri che con un litro di benzina fanno a malapena un giro del palazzo, a fianco dei costruttori di auto e moto del Salone di Padova ci sono più di un centinaio di espositori non auto e non moto.
È l’epoca bellezza, parola chiave per raccontare quando il design era artigianato, le matite non erano mouse e la tridimensionalità non te la dava né un computer né tantomeno una stampante.
Non stiamo parlando di un mondo meraviglioso che non c’è più, ma dell’occasione che “Auto e moto d’Epoca” di Padova fornisce per rivedere la propria storia e indicare una direzione. Così è facile imbattersi in marchi di auto che affiancano pezzi del proprio Novecento a prototipi come la Volvo o a modelli ibridi come la Bmw i8, o addirittura inciampare sulla Toyota, che pure per modelli di clamore in occidente può contare su un secolo brevissimo. Ma che a Padova coglie l’occasione per festeggiare i “soli” vent’anni del suo Suv Rav4, modernariato di successo.
Eppoi chi viene a Padova pare non abbia età. Nel senso che si vedono giovani per gli stand, quegli stessi ragazzi e ragazze che anagraficamente sono abbondantemente in età da patente ma che studi e statistiche descrivono perlopiù disinteressati all’oggetto automobile.
Ai quali bielle e pistoni non fanno né caldo né freddo, o le officine nella loro percezione sono ormai locali rilevati da chissà quale epoca industriale dove la sera andare eventualmente a bere. Giovani per i quali mobilità e suo bisogno non passano più necessariamente per una quattro ruote, meno che mai in modo esclusivo.
Padova è una eccezione che conferma la regola? Più probabilmente, è la regola da violare (come quasi tutte le regole) quando davanti agli occhi si hanno oggetti diversi che raccontano storie declinando il verbo al passato, al presente e a volte al futuro. Come se fosse il risultato di una diversa applicazione della grammatica a un prodotto che il design artigianale rende tangibile. E spinge a curiosare e indugiare sul prodotto moderno che gli sta a fianco, che sta su strada e che magari prima o poi si guiderà.
Certamente il design non può tutto, né quello tecnologico dei nostri tempi né quello fatto di matite. O di scalpelli, come accadeva a Flaminio Bertoni, di professione scultore, autore di vari modelli il più celebre dei quali festeggerà 60 anni nel 2015, la Citroen DS esposta per la prima volta al Salone di Parigi del 1955. Il design che attrae giovani e meno giovani nulla ha per esempio potuto per la Volkswagen Maggiolino, insieme alla DS altra icona del secolo scorso. Con le sue forme compatte e arrotondate, il Maggiolino è nato con motore e trazione posteriore.
La seconda e terza generazione chiamate New Beetle e poi di nuovo Maggiolino (nome declinato nella lingua dei paesi dove viene venduto) hanno preso alcune forme e a volte difetti della prima, ma il motore emigrato sotto il cofano anteriore da lì non è più tornato indietro. Per motivi di costi e non tecnici, quelli che governano in modo sempre più stringente l’industria dell’auto. È bene saperlo. Potrebbe essere una lente per apprezzare ancora di più il design artigianale di Padova.
FLASH! - OGNI GIORNO, UNA TRUMPATA: NON SI SONO ANCORA SPENTE LE POLEMICHE SULL'IDEA DI COMPRARSI…
FLASH! - L'OFFERTA DI 97 MILIARDI DI DOLLARI DI ELON MUSK (CIFRA FOLLE: SOLO LA MANOVRA DEL GOVERNO…
"DELFIN” CURIOSO – DA DOVE ARRIVA LA NOTIZIA CHE LA HOLDING DEI DEL VECCHIO POTREBBERO LIQUIDARE IL…
DAGOREPORT - GIORGIA MELONI SOGNA IL FILOTTO ELETTORALE PORTANDO IL PAESE A ELEZIONI ANTICIPATE?…
DAGOREPORT – MUSK È IL “DOGE”, MA IL VERO BURATTINO DELLA TECNO-DESTRA USA È PETER THIEL. PER…
FLASH! - TRA I FRATELLI D’ITALIA SERPEGGIA UN TERRORE: CHE OLTRE AI MESSAGGINI PRO-FASCISMO E AI…