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AGLIO, CAPRIOGLIO E PEPERONCINO – "HO INIZIATO PER LA MIA FISICITÀ PROROMPENTE E ORA A TEATRO INTERPRETO UNA ZITELLA RACCHIA E ACIDA - KLAUS KINSKI? MI HA ATTRATTO LA SUA FACCIA DA MATTO. ANDAVA AL SUPERMERCATO VESTITO DA PAGANINI - TINTO BRASS VIDE LA MIA FOTO SU UN GIORNALE E CHIAMO' A CASA. MIA MADRE PENSO’ A UNO SCHERZO… MOLESTIE? ZERO. HO UN INNATO SENSO DEL PERICOLO E AI PROVINI VADO CON LA MIA AGENTE'' – VIDEO + GALLERY HOT
Donatella Aragozzini per “Libero quotidiano”
È diventata popolare grazie al cinema, scelta da Tinto Brass a 18 anni per il film Paprika, ma Debora Caprioglio si è saputa scrollare di dosso l' etichetta di icona sexy e si dedica soprattutto al teatro. Ora è in scena, imbruttita, in Otto donne e un mistero di Robert Thomas, che dopo l' anteprima al Ciak di Roma sta girando l' Italia.
Un ruolo insolito per lei.
«Sì, sono una zitella racchia e acida che ce l' ha col mondo, non ha mai avuto un uomo ed è gelosa della sorella, ricca e bella»
Come riesce a risultare brutta?
«Ho un paio di occhialetti, ma più che altro ho fatto uno studio su come parla e si muove il personaggio e funziona perché il pubblico non mi riconosce».
Ormai recita quasi soltanto a teatro. Come mai?
«È la mia vera passione, una droga: negli ultimi 20 anni ho fatto quasi 50 spettacoli, da quando Monicelli mi fece fare La bomba in ambasciata, e ho dovuto rinunciare ad altro. Il cinema e la tv danno la popolarità, ma il rapporto diretto con il pubblico è più emozionante».
Uno dei suoi spettacoli recenti è Debora' s Love, sulla sua storia di donna e attrice.
«Sì, è un monologo in cui, con ironia e autoironia, mi racconto attraverso le mie passioni, dagli inizi a oggi».
Gli inizi sono legati alla vittoria in un concorso di bellezza: se fosse stata bruttina avrebbe fatto altro?
«Sicuramente ho iniziato per la mia fisicità prorompente, anche se io non mi consideravo bella, mi sarebbe piaciuto essere alta e magra. Però in realtà quel concorso non ha portato molto, tutto è cominciato quando ho conosciuto ad una cena Klaus Kinski: non sapevo nemmeno chi fosse, ma mi ha attratto la sua faccia un po' da matto. Dopo qualche mese è iniziata una storia durata tre anni e mi ha dato il ruolo della moglie nel film Paganini».
Che uomo era Kinski?
«Molto più normale di come si possa pensare. Era genio e sregolatezza, ma la sua sregolatezza era l' avere all' ennesima potenza tutta la gamma di sentimenti umani: una sensibilità pazzesca, un' irascibilità oltre misura, una passione maniacale per il lavoro. Durante la preparazione del film andava anche a supermercato vestito da Paganini. Mi ha affascinato, aveva molti anni più di me ma non ho avvertito questa differenza».
La popolarità è arrivata grazie a Tinto Brass.
«Anche quello è stato un incontro casuale: Tinto aveva visto la mia foto su un giornale e ha chiamato a casa perché mi voleva per Lulù a teatro, mia madre ha pensato ad uno scherzo telefonico e ha riattaccato. Poi ho fatto il provino e mi ha proposto Paprika».
Ha detto subito sì?
«No, sono stata molto indecisa. Lui è un maestro ma c' era da pensarci, poi mi sono detta o la va o la spacca e il film ha avuto un successo al di là di ogni aspettativa. La popolarità è arrivata come uno tsunami, tanto che la gestione del dopo è stata ardua».
In che senso?
«Tutti mi offrivano cose simili: mi sono data un limite, se entro i 26 anni non fossi riuscita a cambiare registro avrei smesso. Ho studiato recitazione e nel 1994 la Archibugi, in Con gli occhi chiusi, mi ha offerto un personaggio che era l' opposto dell' immagine che avevo in quel momento. È stata la svolta, dopo ho sempre fatto sempre film d' autore».
Che ne pensa del movimento #metoo?
«È bello che ci sia stata la voglia di ribellarsi, ma non bisogna eccedere.Ed è importante prevenire: io non sono mai stata vittima di episodi spiacevoli perché ho un innato senso del pericolo e ai provini vado con la mia agente».
Il suo nome per un breve periodo è stato associato anche alla politica.
«È stato un malinteso con un amico di mio marito, ma a me l' ambiente della politica fa paura, non mi piace, e ho detto no».
Ma segue le vicende politiche che ci riguardano?
«Pochissimo. In Italia si notano oggi crisi e decadimento, ma è un paese meraviglioso che, se valorizzato, potrebbe vivere di solo turismo.E bisognerebbe valorizzare di più l' arte e la cultura, perché l' ignoranza è pericolosissima».
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