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PANICO A RAISPORT: IL NEO-DIRETTORE GABRIELE ROMAGNOLI HA CHIESTO AI REDATTORI DI REALIZZARE SERVIZI PIÙ “ROMANZATI” - “VOGLIO UN RACCONTO EPICO E STRAORDINARIO” - LIGUORI, IL TOTTI DEI DIRETTORI

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Marco Castoro per la Notizia - www.lanotiziagiornale.it

 

Anche tra i direttori c’è un caso Totti. Si tratta di Paolo Liguori, che da buon romanista sarà ben contento di essere accostato al capitano. Il direttore di TgCom24 non ci pensa affatto a lasciare la poltrona, nonostante sia già pensionato. Liguori è il più longevo dei direttori. È nato il 6 giugno del 1949. A giugno compirà 67 anni. E se pensiamo a Emilio Fede che ha diretto il Tg4 fino a 81 anni, Liguori è un pischello.

clemente mimun clemente mimun

 

È di quattro anni più vecchio di Clemente Mimun (9 agosto 1953), il numero uno del Tg5. Altro inamovibile nella galassia di Cologno. Il più giovane tra i direttori di Mediaset è Mario Giordano, il responsabile del Tg4, nato il 19 giugno 1966. Anche Anna Broggiato (24/6/57) e Alberto Brandi (31/12/63), rispettivamente a capo di Studio Aperto e dello Sport non sono più giovanissimi. Il dg Mauro Crippa è nato il 26 aprile 1959.

 

In casa Rai invece il più vecchio è Antonio Di Bella, il neo direttore di RaiNews, che proprio oggi compie 60 anni. Auguri. Gli altri sono più giovani. Appena di un anno Carlo Verdelli (15/7/57). Di tre anni Marcello Masi (10/1/59) del Tg2 e Bianca Berlinguer (9/12/59) del Tg3. Di quattro anni Gabriele Romagnoli (10/9/60) di RaiSport. Non dirige un tiggì però a guidare il drappello Rai c’è sempre Bruno Vespa l’irriducibile (è nato il 27 maggio del 1944). Il più giovane tra i direttori di Saxa Rubra invece è Mario Orfeo, il responsabile del Tg1.

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Il prossimo 21 marzo compirà 50 anni. Un Orfeo a cui il traguardo della mezza età sta facendo bene, al punto che stiamo assistendo alla sua seconda giovinezza. Ha smaltito i chili in eccesso (20) e ha ritrovato una forma smagliante. Un uomo quando dimagrisce – molti di noi possono confermarlo per esperienza diretta – è a causa del colesterolo in eccesso o perché è innamorato. Speriamo che nel caso di Orfeo sia la seconda ipotesi.

enrico mentana cantante (2)enrico mentana cantante (2)

 

Auguri. Ben più avanti con l’età Enrico Mentana. Il direttore del tiggì de La7 è nato il 15 gennaio del 1955. Quindi è a quota 61 anni suonati. Ma possibile che di giovani non c’è traccia? E invece sì. Basta guardare a SkyTg24 e SkySport. Sarah Varetto è nata il 18 gennaio 1972. Ha 44 anni. Cinque in meno di Fabio Caressa (18/4/67) che si sta avvicinando allo storico traguardo dei 50.       

 

IL ROMANZO DI RAISPORT

C’è un direttore di fresca nomina che sta cercando di cambiare tutto. Si tratta di Romagnoli. Fin dalle sue prime riunioni ha detto alla redazione di Raisport che vuole modificare il linguaggio dei servizi. “Ogni pezzo deve essere epico e straordinario”. Quindi più racconto romanzato, meno tecnica e tattica. Ma tra i 1200 giornalisti della testata, gli scrittori si contano sulle dita di una mano.

 

GABRIELE ROMAGNOLIGABRIELE ROMAGNOLI

Addirittura troppo spesso li vediamo all’opera con dei servizi senza i montatori, causa tagli budget, con le immagini che scorrono a rullo. A pochi mesi dagli eventi dell’estate – su cui Campo Dall’Orto punta tutto – la redazione di Raisport non è a conoscenza degli inviati, dei conduttori, delle ore di programmazione. Romagnoli ha pure promesso che i vicedirettori saranno interni. Ma alla Gazzetta c’è chi scalpita per entrare in campo.

 

I SOLDI DEL CANONE

RAI CANONE BOLLETTARAI CANONE BOLLETTA

Il rinnovo della concessione statale, quella che permette di gestire i soldi del canone, in scadenza il 6 maggio, è cosa fatta. Non sarà ventennale, neanche di 15 anni come volevano a Viale Mazzini, ma decennale. Dal gettito del canone in bolletta il 67% andrà alla Rai (di cui 50 milioni spettono alle tv locali) e il 33% all’erario per abolire Imu prima casa. Nel 2017: 50% Rai e 50% erario.

 

ADINOLFI, UNA CROCE

Dopo essere finito bersaglio di una finta campagna pubblicitaria ecco che Mario Adinolfi, direttore de La Croce, il quotidiano più veloce a scomparire dalle edicole, non perde il vizio di scagliarsi contro tutti pur di conquistare un voto in più di un bigotto alle prossime amministrative del Campidoglio. Questa volta Adinolfi se l’presa con il panda di Kong Fu 3, sugli schermi italiani dal 17 marzo. Siccome l’eroe animato ha due papà, il leader del partito della Famiglia parla di lavaggio del cervello gender ai bambini. Inutile sottolineare la valanga di commenti sui social.