DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA…
Marco Giusti per Dagospia
Fosse per me stasera, mi vedrei prima l’ultima puntata della serie di Paramount+, che si è dimostrata strepitosa, “Landman”, ideata da Taylor Sheridan e Christian Wallace, autore del podcast “Boomtown” che è la base della stessa serie, con Billy Bob Thornton come Tommy Norris, l’uomo che risolve i problemi a modo suo di una compagnia di petrolio texana che vede presidente il Monty Miller di Jon Hamm.
Se nella penultima puntata c’era stato uno strepitoso cameo – monologo totalmente improvvisato di Jerry Jones, vero proprietario dei Dallas Cowboys, nell’ultima c’è quello di Andy Garcia in un ruolo che potrebbe funzionare qualora fosse confermata una seconda stagione.
E poi mi vedrei in chiaro su Rai Movie alle 22, 50 un vecchio western di Raoul Walsh girato per la Columbia in 3D “Duello all’ultimo sangue” o “Gun Fury” con Rock Hudson, Donna Reed, Phil Carey, Roberta Haynes, Lee Marvin, Neville Brand. “Acuto, crudele e violento”, scrive John M. Smith, autore dell’ultima monografia su Walsh, grande regista d’azione della Hollywood degli anni d’oro, ma più sofisticato di quanto generalmente si possa credere.
Per la Warner, Walsh metteva a posto qualsiasi film, conoscendo perfettamente i tempi di western, bellici, avventurosi. I film suoi, come quelli di William Wellman andrebbero visti nelle scuole di cinema. Ma la serata cinematografica in chiaro è piuttosto ricca di buoni film.
Iris alle 21, 15 propone “Il padrino”, indiscusso capolavoro di Francis Ford Coppola con Marlon Brando, Robert Duvall, Al Pacino, Diane Keaton, Talia Shire, John Cazale, James Caan, Sterling Hayden, Richard Conte, Al Lettieri. Rai5 alle 21, 15 passa invece il più raro “Parigi, 13arr.” Di Jacques Audiard con Lucie Zhang, Makita Samba, Noémie Merlant, Jehnny Beth, Camille Léon-Fucien, commedia piuttosto bella scritta da Audiard assieme a Celine Sciamma e tratta da una graphic novel americana di Adrian Tomine con quattro personaggi, tutti trentenni, che intrecciano le loro storie d’amore appunto nel 13° arrondissement di Parigi.
Su Rai Movie alle 21, 10 i fan dello spaghetti western rimarranno incantati con “7 pistole per i McGregor”, western-comedy diretta da Franco Giraldi, scritta da Fernando Di Leo, Vincenzo Dell’Aquila e Duccio Tessari con Robert Woods, Fernando Sancho, Agatha Flory, Manny Zarzo, Alberto Dell’Acqua. Scatenato, scanzonato, tutto costruito su cadute, botte e duelli prodotto dalla Jolly Film, subito dopo Per un pugno di dollari e diretto da Franco Giraldi che era stato il primo aiuto di Leone nel film precedente.
Non solo, è anche scritto da Di Leo e Tessari, e girato nello stesso villaggio, ribattezzato El Rojo in onore del film di Leone. Il tutto nasce da un soggetto raccontato a voce al produttore Dario Sabatello da Duccio Tessari. Fernando De Leo ha sempre rivendicato come suo il soggetto: “Nei due film di Giraldi, i MacGregor, figura come soggetto il nome di Tessari, ma non è vero niente. Lui chiamò Sabatello – uomo che io ho profondamente invidiato perché aveva in casa due Modigliani – e gli disse: Ci sono due ragazzi pieni di idee, riferendosi a me e a Enzo Dell’Aquila. Sabatello, ebreo intelligentissimo, che capì subito tutto quello che doveva capire, ci chiamò, ma disse a Duccio: Però tengo il tuo nome, perché mi vendo meglio il film”. (“Nocturno”).
Alberto Dell’Acqua, che esordisce qui come attore western col nome di Albert Waterman, ricorda che Giraldi ebbe dei dissidi con la produzione e si era parlato anche di esonerarlo dalla regia. La stessa cosa la racconta in maniera diversa lo stesso Giraldi, ma faceva in qualche modo parte del suo rapporto sul set con il produttore Dario Sabatello, che doveva “controllare che non si spendesse”.
Ricordiamo anche che era il primo film diretto da Giraldi e Papi e Colombo non erano di manica larga. “Questo produttore”, ricordava Giraldi, “era uno sconsolato e cioè che non mirava al massimo successo, ma al minimo disastro. La mia fortuna fu che lui dormiva fino a tardi, fino all’una. Mi diceva con aria molto seria, austera: “Allora Giraldi, lei domani va sul set e fa subito il totale, poi quello che riesce a fare tanto meglio...” Io gli rispondevo di sì... Lui poi arrivava sul set quando io avevo già fatto tutti i dettagli (con molta cura, perché nei film d’azione sono fondamentali) e chiedeva se era stato girato il totale. Tutti rispondevano di no, naturalmente, e lui, arrabbiandosi, chiedeva in spagnolo maccheronico: “con quien se podaria substituir a Giraldi?” Tutta la troupe rideva....”
Alla fine il film funzionò così bene, sia di pubblico che di critica, che Giraldi girò anche il seguito l’anno dopo. Robert Woods, che aveva già fatto gli western dei Balcazar, lo vede come il suo lancio definitivo. “Era un grosso film, fece il secondo incasso della stagione, credo, dietro a Per qualche dollaro in più di Leone. Lo comprò la Columbia per la distribuzione in America. Era il film più importante della mia carriera. Ed era anche un buon film. Franco Giraldi è un gentleman, un regista favoloso”.
manolo zarzo e nazzareno zamperla sette pistole per i macgregor
In mezzo a tutto questo gran lavoro di cascatori, Manuel Zarzo ricorda, nel documentario televisivo di Tessari, che si fratturò tre costole “segate perfettamente. Avevo le costole rotte e dovevo continuare a andare a cavallo”. Non a caso lo stesso Giraldi ammette che il film fosse, come lavorazione “la più grande fatica della sua vita”. In una scena girata su un treno poco mancò che la sbarra di un viadotto non colpisse in pieno la testa di Fernando Sancho. Gli portò comunque via il sombrero. Il film andò benissimo, incassando oltre un miliardo.
Sabatello, Papi e Colombo si preparano al sequel, da girare ancora con Giraldi. Robert Woods, non lo fece perché ruppe con Sabatello. “Non volevo più la protagonista, Agata Flori, che era l’amante del produttore, Dario Sabatello. Non mi piaceva. Gli ho detto che se c’era lei io non venivo. E non lo feci.”
Cine 34 alle 21, propone la commedia “Noi e la Giulia” diretta da Edoardo Leo con Edoardo Leo, Carlo Buccirosso, Luca Argentero, Claudio Amendola, Stefano Fresi, Canale 20 l’action “Security” di Alain Desrochers con Antonio Banderas, Liam McIntyre, Ben Kingsley, Gabriella Wright, Katherine de la Rocha. Su Rai4 alle 21, 20 trovate il thriller con un killer che insegue un ragazzino “9 Bullets – Fuga per la libertà” di Gigi Gaston con la bella Lena Headey, Sam Worthington, Dean Scott Vazquez, Cam Gigandet, Barbara Hershey.
Su Italia 1 alle 21, 20 abbiamo invece “The Avengers” kolossal di Joss Whedon con Robert Downey jr., Mark Ruffalo, Chris Evans, Jeremy Renner, Scarlett Johansson. Chi se lo ricorda più. Troppi supereroi tutti in un film. Cielo alle 21, 25 propone “Caccia al 12° uomo” di Harald Zwart con Thomas Gullestad, Jonathan Rhys Meyers, Marie Blokhus, Mads Sjøgård Pettersen, un film di guerra norvegese con un eroe della resistenza che scappa, unico fra dodici fuggiaschi, ai perfidi nazisti e viene inseguito nei boschi.
sono un fenomeno paranormale 2
Passiamo alla seconda serata con un tardo film di Alberto Sordi, “Sono un fenomeno paranormale”, il film che ironizzava su esoterismo e occultismo in tv diretto da Sergio Corbucci, soggetto di Continenza, Fulci, Steno, Scola e Sordi, scritto da Gianni Romoli e Bernardino Zapponi con Sergio Corbucci con Alberto Sordi, Eleonora Brigliadori, Elsa Martinelli, Pippo Baudo. Di solito veniva indicato come uno dei punti più bassi della carriera di Sordi.
pippo baudo alberto sordi sono un fenomeno paranormale
Invece è divertente e pieno di riferimenti alla tv trash del tempo, con tanto di apparizioni di Giucas Casella e Pippo Baudo. Ultimo film di ines Pellegrini. Il mio amico Gianni Buttafava avrebbe dovuto fare un ruolo. Ma non se la sentì. Al suo posto venne chiamato Gianni Bonagura. Ma ci sono anche Rocco Barocco e Massimo Garcia, agitatore delle notti dell’alta società tra Roma, Montecarlo e Parigi.
mostly sunny dal porno a bollywood
Cielo alle 23, 35 propone il documentario su una diva del porno che trova fortuna a Bollywood, “Mostly Sunny – Dal porno a Bollywood”, diretto da Dilip Mehta con Sunny Leone. Rai Movie alle 0, 15 passa invece il primo e unico film di Rovazzi, autore di un tormentone musicale che colpì i bambini nel lontano 2017, “Il vegetale”, diretto da Gennaro Nunziante con Fabio Rovazzi, Luca Zingaretti, Ninni Bruschetta, Paola Calliari, Rosy Franzese. E’ una graziosissima favoletta morale che non piacque ai critici italiani!
Confesso che a me non era affatto spiaciuto. Anzi. Lo trovavo ben scritto, ben diretto, preciso nel suo voler fare qualcosa di davvero diverso, di controcorrente, civile, garbato. Un po’ come sono Rovazzi e Nunziante. Ricordiamo, inoltre, che era un film targato Walt Disney, che la piccola e saccente Rosy Franzese, che nel film fa la sorellina di Rovazzi, è la star di Sirene in tv.
Nel film Rovazzi, a 24 anni, si ritrova a cercar lavoro nella Milano e nell’Italia di oggi, fra adulti banditeschi, compreso un padre manigoldo e assente per anni, Ninni Buschetta, finito in coma, che gli lascia in eredità, oltre a una ditta di costruzioni truffaldina, una sorellina, Rosy Franzese, ricca e viziata, che lui non conosce.
Mentre il personaggio di Checco Zalone sconvolgeva la realtà con una cafonaggine da italiano medio ignorante che nascondeva però una purezza d’animo, il personaggio di Rovazzi sconvolge la realtà perché è onesto da apparir stupido, per questo il padre lo chiamava il vegetale, e non accetta nessun tipo di compromesso con la società manigolda che lo circonda.
Chiude così l’industria del padre e si ritrova presto senza soldi e senza lavori. Accetta un lavoro sotto-sottopagato di raccoglitore di pomodori in un paesino, assieme a una massa di immigrati africani, che lui vive come fosse uno stage da impiegatuzzo milanese. Con una faccia immobile alla Buster Keaton, Rovazzi non fa una piega di fronte alla durezza del lavoro, che porta a termine con il solito modello di onestà e rispetto per gli altri.
Conoscerà uno strano amico, Armando, interpretato da Luca Zingaretti, che lo aiuterà non poco, si innamorerà di una bella maestra, Paola Calliari, e riuscirà a farsi voler bene dalla sorellina. Alla fine dello stage, diciamo così, dovrà tornare a Milano, ma l’esperienza del ritorno alla terra sarà stata più che fruttuosa. Funzionò? No. Anche perché il momento di Rovazzi stava finendo.
alberto sordi rossana di lorenzo il comune senso del pudore
Cine 34 all’1, 20 torna a proporci “Il comune senso del pudore”, tra i migliori dei tardi film di Alberto Sordi, qui anche regista, con Claudia Cardinale, Alberto Sordi, Florinda Bolkan, Rossana Di Lorenzo, Cochi Ponzoni, Dagmar Lassamnder, Philippe Noiret, Giacomo Furia.
Rai Movie all’1, 45 passa un buon film inglese “L’altra metà della storia” diretto da Ritesh Batra con Jim Broadbent, Charlotte Rampling, Harriet Walter, Emily Mortimer, Michelle Dockery, tratto da romanzo “Il senso di una fine” di Julian Barnes, sul passato che torna a gallo e ti rivedere sotto un’altra angolazione le scelte, spesso sbagliate, che hai fatto.
Cine 34 alle 3, 25 passa “Fra Tazio da Velletri”, glorioso decamerone di serie Z diretto da Romano Scandariato e Joe D’Amato, scritto da due bravissimi autori comici come Leo Chiosso e Gustavo Palazio, dal grande titolo popolare e con Fra Tazio interpretato addirittura dal mitico Mezcal, cioè Remo Capitani, nascosto sotto il nome di Ray O’Connor.
«Ray O’Connor sono io», mi dichiarò Remo Capitani nel 2009 a Stracult, «quello era il nome che avevo nei film western. Allora avevamo tutti nomi americani. Ero stato protagonista anche in Novelle galeotte d’amore e poi lo sono stato in Finalmente… le mille e una notte dove facevo da filo conduttore dei quattro episodi. Questo era un film soltanto da ridere, grottesco. La sceneggiatura era molto molto bella. C’era il sesso, ma non si doveva vedere. E invece è successo che nel film se n’è visto anche troppo, e fatto male. L’abbiamo girato a Gubbio, anche nel castello. Mi ha fatto molto ridere però la scena della Turina con Glauco Onorato. Avevo il contratto a settimana e non a posa. Si lavorava anche sabato e domenica, al 100% anche al 150%...».
Il vero problema del film, come notava anche Capitani, è la regia, passata dalle mani di Massaccesi, comunque alle prime armi, a quelle del suo aiuto Scandariato. Il film, ha detto quest’ultimo a Nocturno, «fu iniziato da Massaccesi di cui ero aiuto regista, ma poi litigò con la produzione e se ne andò, per cui fui io a terminarlo… diciamo che è stato girato per un terzo da Massaccesi e per due terzi da me».
Il film gemello, Sollazzevoli storie di mogli gaudenti e mariti penitenti, venne invece girato interamente da Massaccesi, anche se Scandariato firma come Romano Gastaldi anche quello. Ottimo il commento del critico genovese Piero Pruzzo «si è visto di peggio». Su Rai Movie alle 3, 30 passa il film più autoriale di Pippo Mezzapesa al suo esordio nel lungometraggio, “Il paese delle spose infelici”, tratto dal romanzo omonimo di Mario Desiati con Aylin Prandi, Nicholas Orzella, Luca Schipani, Rolando Ravello, Teresa Saponangelo, storia di un amore a tre, due ragazzi e una ragazza nella Puglia sfruttata da dove non si riesce facilmente a scappare.
melanie griffith tom hanks il falo delle vanita
Iris alle 3, 35 passa “Il falò delle vanità”, superflop di Brian De Palma, tratto dal best seller su Wall Street di Tom Wolfe con Tom Hanks, Bruce Willis, Melanie Griffith, Morgan Freeman. Non c’è un critico che ne avesse parlato bene quando uscì…Da recuperare assolutamente. Mi rivedrei anche, Iris alle 5, 35, la tarda e poco fortunata “Lulù” di Walerian Borowczyk con Ann Bennent, Michele Placido, Udo Kier, Beate Kopp, remake del celebre film di G.W.Pabst con Louise Brooks. Purtroppo imbattibile. E qui la chiudo.
landman landmanlulu 1lulu 2 landmanIL PADRINO - SCENA DELLA TESTA MOZZATA DEL CAVALLO il paese delle spose infeliciil paese delle spose infelici l’altra meta' della storia 1l’altra meta' della storiathe avengers 2rovazzi il vegetale9 bullets fuga per la liberta'dagmar lassander philippe noiret il comune senso del pudoreil comune senso del pudore 2dagmar lassander philippe noiret il comune senso del pudore rossana di lorenzo alberto sordi il comune senso del pudore landmanfabio rovazzi il vegetale il padrino francis ford coppola il gatto del padrino Il Padrino Al Pacinoparigi, 13arr.sono un fenomeno paranormale mostly sunny dal porno a bollywood 2sono un fenomeno paranormalesono un fenomeno paranormale sono un fenomeno paranormale 1 anna foglietta noi e la giulia caccia al 12esimo uomonoi e la giulianoi e la giulia landman
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