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DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI…
Riceviamo e pubblichiamo:
Lettera 1
All'attenzione dell'Amministratore delegato, Pietro Scott Jovane
e del Direttore generale Divisione Periodici, Matteo Novello
A gennaio 2013, nel panorama dei settimanali femminili, il newsmagazine "A" ha registrato +6,5% di copie diffuse in edicola. A queste si aggiungono le 812 copie digitali nella versione per iPad (fonte, gli ultimi dati Ads).
Cosa significa questo dato? Molte cose, secondo noi.
Il +6,5 di crescita in edicola, confrontato con quello dei principali concorrenti, risulta il migliore: Vanity Fair +3,4%, Gioia +l,9%, Grazia -4,7%. Unica eccezione, il settimanale "F" (+19,4%), che però, diversamente dagli altri, gode di una significativa e costante promozione televisiva.
Il risultato è decisamente più importante se consideriamo che "A" non ha goduto in questo periodo di attività di promozione della diffusione (fatta eccezione per alcuni occasionali abbinamenti in cui spesso "A" è stato il traino).
Le copie digitali vendute per iPad sono state promosse solo sul giornale stesso e attraverso l'account Twitter@magazine_A, ma non hanno beneficiato di altre attività di marketing né tanto meno di una presenza web di "A" autonoma, visibile e riconoscibile che, come è noto, permetterebbe di raggiungere i lettori più sensibili alla versione digitale.
Tutto questo significa, per noi, che "A" ha saputo non solo consolidare ma soprattutto rafforzare il rapporto di fiducia con i propri lettori, puntando sulla qualità dei suoi contenuti e delle sue iniziative.
Perché dunque ora Rcs MediaGroup, che come attività aziendale svolge quella di editore, ha deciso di privarsi di una testata che ha tutte queste potenzialità ?
La redazione di "A"
Lettera 2
grande entusiasmo per il Papa: parla come Belen...
Faber
Lettera 3
FRANCESCO! Orgoglio Bergoglio...E già un grande Papa
Lettera 4
evvai dago, grande......dopo francesco er pupone ora c'è pure francesco er papone......
Lettera 5
Caro DAGO, speravo per un verso in un Papa italiano o vicino all'Italia (e Dio sa se non ne abbiamo bisogno), poi in un Papa vicino ai poveri, e per altri aspetti in un Papa che venisse da uno dei Nuovi Mondi, lontano dai miasmi della vecchia Europa. Abbiamo un Papa Argentino e Piemontese, che si oppose ai colonnelli, che viene dal paese di Borges. Grazie! BLUE NOTE
Lettera 6
Caro Dago,
Da tifoso granata non posso che ricordarti una cosa mentre salutiamo il Vescovo di Roma Francesco: e' un po' come se un nuovo allenatore del Toro per rilanciare la squadra prendesse il nome di Paolino Pulici. Ci siamo capiti no? E ti ricordo anche che per un gesuita esistono solo popolo di Dio, sacerdoti e Vescovi. Sovrastrutture, movimenti, confraternite...tutta paccottiglia che da sempre i gesuiti avversano.
E un Gesuita che si chiama Francesco e' al tempo stesso un vero sportivo, come se Paolino Pulici dedicasse uno stadio a Gaetano Scirea o Dino Zoff. E ci risiamo capiti.
Per tornare al mio mondo quotidiano, speriamo che illuminati dall'esempio prendano presto qualche dirigente di banca onesto e competente non di politica e finanza, ma di credito e risparmio e lo mettano a guidare una banca.
Bankomat
Lettera 7
Il conclave non ha scelto il cardinale Odilo Pedro Scherer perché ha discendenti tedeschi. E dopo Ratzinger era praticamente impossibile essere scelto. Elementare Watson.
honeybump
Lettera 8
Dago,
non trovi anche tu che il nuovo papa somigli un po' a Stanlio? RP
Lettera 9
Caro Dago
In Italia la magistratura si occupa di tutto ma non da mai una mano quando serve. leggo che per la vicenda dei maro' e stata aperta un inchiesta in Italia presso la Procura di Roma. era cosi impensabile far recapitare un divieto di espatrio ai due Maro perche sottoposti ad inchiesta ? In questo modo i due rimanevano in Italia e agli indiani dicevamo: scusate in Italia la magistratura e indipendente e tanti saluti. ritengo sarebbe stata la soluzione migliore e non avrebbe creato una crisi diplomatica
Lettera 10
Dago querido,
la prima cosa che Papa Francesco I ha voluto dire ai fedeli è stata, testualmente, che i suoi fratelli Cardinali dovevano trovare un Vescovo per Roma e sono andati a prenderlo "quasi alla fine del mondo", dopodichè ha messo tutti a pregare.
cosa avrà voluto dire?
Osservatore Romano
Lettera 11
Caro Roberto, la domanda sorge spontanea : da quando in qua una laurea in Alabama è riconosciuta in Italia ? Margherita - Venezia
Lettera 12
...e se il nome Francesco si riferisse al Gesuita Francesco Saverio, amico del fondatore dell'Ordine e Santo anch'egli?......un sacco di articoli da riscrivere!!
Lettera 13
Stimato Dago, vorrei farti notare le stranezze del destino che accomuna, a volte, persone tanto diverse. In questo caso il Cardinale Scola che ambiva di varcare il Soglio e lo ha scoperto essere uno ... scoglio e Schettino che si è infranto sulle Scole ...
CordialitÃ
Ricco di Andra
Lettera 14
Scusa Dago,
famme capì...i Piddini quando sono al governo vorrebbero (da paladini della trasparenza e della lotta all'evasione fiscale) pubblicare on-line le dichiarazioni dei redditi di TUTTI gli italiani contribuenti. Poi però, se un giornale (come il tuo) si permette di pubblicare le Loro Spese e i Loro Compensi, allora parte immediatamente la minaccia di querela dall'Orfini di turno? Come diceva un vecchio spot: Meditate gente! Meditate!.....
(Gluca)
Lettera 15
Caro Dago,
Paola Ferrari, conduttrice della Domenica sportiva, Assessore della nuova Giunta Maroni: ogni commento è superfluo...
Recondite Armonie
Lettera 16
Figurarsi. E' argentino, e quindi è compromesso con Videla. Il tedesco era nazista. Fosse stato americano, sarebbe stato pedofilo. Un italiano era di sicuro un maneggione. L'irlandese sarebbe stato alcolizzato.....e via di questo passo E chi si poteva salvare? D'Agostino. Ecco, l'unico Papa che andava bene.
Lettera 17
Leggendo la lettera del Presidente della Repubblica al giornale.... a Firenze si commenta: "al solito Giannini ha pisciato fuori dal vaso!" o sbaglio?
Sandro Salvetti
Lettera 18
Il nuovo Pontefice ha voluto chiamarsi Francesco. All'indomani della sua elezione, coloro che hanno scambiato la chiesa per un'agenzia etica filantropica concorrenziale all'ONU che dovrebbe occuparsi di pace, di giustizia e di problematiche sociali, hanno cantato vittoria. Una buona fetta di cattolici è convinta ( non è chiaro se per ignoranza o malafede) che la teologia "francescana" prediliga le questioni umani a quelle spirituali.
L'equivoco nasce da certa bibliografia che ha dipinto San Francesco d'Assisi come un sempliciotto pacifista che nel tempo libero parlava con gli animali e giocava a scopone con i compagni di merenda della mezza luna. In realtà , i suoi sermoni erano più simili alle scudisciate di Savonarola che ai "volemose ben" del papa buono, della luna e delle carezze ai bambini.
"Considerate e vedete che il giorno della morte si avvicina. Vi supplico perciò di non dimenticare il Signore, assorbiti come siete dalle cure e dalle preoccupazioni di questo mondo, poiché tutti coloro che dimenticano il Signore e si allontanano dai Comandamenti di lui, sono maledetti e saranno dimenticati da lui. E quando verrà il giorno della morte, tutte quelle cose che credevano di possedere saranno loro tolte.
E quanto più sapienti e potenti saranno stati in questo mondo, tanto maggiori saranno i tormenti che dovranno patire all'inferno", proferì San Francesco ai reggitori dei popoli del suo tempo. Altro che rottura con i vecchi schemi ratzingeriani, la continuità teologica con l'ex pastore tedesco è dunque assicurata.
Gianni Toffali Verona
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