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1 - LETTERA DI GIOVANNI LEGNINI A DAGOSPIA
Caro Dago,
la ringrazio dell'attenzione e le scrivo per segnalare alcune inesattezze nella sua pur accurata ricostruzione. Innanzitutto evidenzio che non ho affatto dimenticato l'Iva al 4%, ma nell'intervista a cui lei fa riferimento, in risposta alla prima domanda del giornalista, ho specificato che esistono agevolazioni fiscali e che, al contrario, sono state abolite quelle postali.
L'iva al 4% è una misura introdotta nel lontano '91 ed e' ben strano che si imputi a questo governo proprio nel giorno in cui lo stesso sottrae 125 milioni di euro di agevolazioni fiscali al settore, riportando dal 4 al 21% l'iva sui gadget legati ai prodotti editoriali (le "bamboline, borsette e chincaglierie varie" che lei cita nel pezzo).
Lei mi accusa di essermi esibito in un'arringa a favore dei 'poveri editori' ma le segnalo che proprio oggi pomeriggio, in un tavolo tenutosi nella sede del Dipartimento, le idee del Governo da me espresse riguardo l'innovazione del settore, le agevolazioni per i giovani e l'attenzione per l'editoria on line, hanno riscontrato il consenso non solo degli editori, anche di quelli on line, ma di tutte le rappresentanze sedute al tavolo, comprese quelle dei giornalisti, dell'ordine e del sindacato.
Ma l'inesattezza che più mi preme correggere è la denominazione del mio paese di nascita, Roccamontepiano e non Roccapontepiano. In ogni caso, la ringrazio per l'attenzione che ha voluto riservarmi e la saluto cordialmente.
2 - RISPOSTA DI DAGOSPIA
Prendiamo atto della cortese messa a punto dell'on. Giovanni Legnini.
Nell'intervista rilasciata domenica al Corriere della Sera lei "sfidava chiunque" sulla
"convinzione tanto diffusa, quanto infondata" che i giornali godessero di finanziamenti pubblici. Una tesi tanto cara allo stesso direttore del quotidiano di via Solferino, Flebuccio de Bortoli. E davvero non se ne comprendono le motivazioni da giornalismo "alle vongole".
Dagospia , in realtà , si era limitata solo a raccogliere il "guanto" (di carta) che ci veniva lanciato dal nuovo responsabile per l'editoria del governo Letta. Alla sua prima uscita pubblica. Facendo osservare che i tra i sostegni indiretti al settore l'on. Legnini si era dimenticato di specificare l'Iva al 4% proprio tra le agevolazioni fiscali da lui menzionate (ahimè genericamente).
Una misura introdotta, come ci ricorda adesso, nel lontano 1991. Inoltre, tra le dimenticanze facevamo rilevare come stampa e tv godessero pure della pubblicità istituzionale. Nella stessa intervista, purtroppo, non c'era alcuna traccia, della notizia-bombastica (un "buco" del Corrierone?), contenuta oggi nella sua gradita missiva: l'abolizione dell'Iva al 4%, riportandola al 21%, anche per i gadget legati ai prodotti editoriali distribuiti nelle edicole.
Ben fatto! E speriamo che i cittadini di Roccapontepiano (esistono?), scambiato per il suo
paesello nativo, Roccamontepiano, la prendono con la stessa simpatica ironia da Lei riservataci per il nostro imperdonabile refuso.
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