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Ilaria Ravarino per il Messaggero - Estratti
enrico brignano volevo un figlio maschio
Nove libri pubblicati e nemmeno una biografia («Lo farò quando sarò davanti alla fossa»). Comico e monologhista, in questi giorni a teatro con Ma diamoci del tu, il romano Enrico Brignano, 57 anni, ha un'insospettabile anima da scrittore.
L'ultima fatica letteraria, Non facciamone una tragedia la mitologia secondo me pubblicata da Einaudi per volontà dell'agente Beppe Caschetto, cui il libro è dedicato è una rilettura dei miti greci da Prometeo a Edipo, che l'attore immagina di raccontare la sera alla figlia Martina. Eroi riletti in chiave moderna e dei «che si comportano con le donne come gli uomini di potere con le veline. Solo che non le fanno diventare assessori comunali, ma immortali».
(...)
I miti erano scorretti. Lei?
«Io sono per calmierare, per l'ironia. Sono fasi: ci sono periodi in cui si potevano fare delle cose, come quando Michelangelo dipingeva i nudi per i Papi, e momenti in cui arrivavano i mutandai e quegli stessi nudi andavano coperti. Oggi siamo nella fase del mutandaio. Vorrei avere la sfacciataggine e il genio di un Checco Zalone o un Angelo Duro, che ci vanno giù pesanti».
E invece?
«Devo essere quello che sono. Non mi limito ma cerco altre strade».
Le commedie al cinema non funzionano: colpa del politicamente corretto?
«Da una parte è un problema di abitudine al cinema che non c'è più, dall'altra di investimento, in termini di budget e di autori.È diventata una questione di contratti: "ha firmato coso?", allora si fa. Alcune commedie poi escono in poche copie, due settimane e non le trovi più. I miei genitori non hanno fatto in tempo a vedere il mio film, Una storia pericolosa. Uscito il 30 agosto, con la promozione a 3 euro e 50. Che alla gente suona come se gli stessi rifilando un prodotto scadente, come se gli vendessi una borsa falsa».
Cortellesi, allora?
«Il suo film è un miracolo. Un successo straordinario e meritato».
Perché non cambia genere? «Perché da me vogliono questo. Se non ci sono io, del resto, chi prendono?
Si diceva di un suo ritorno in tv. E poi?
«No. Andrò da Fazio a presentare il libro, è un vecchio amico. Ma un programma in questo momento di buriana no. Ora tutti sono esperti di share. Non me la sento, sarebbe troppo rischioso. "Le perle ai sorci", diceva mio padre».
Prima dei 60 anni che obiettivo si dà: Sanremo?
«No, piuttosto un film da regista. Ed essere coccolato in un filmone da un autore bravo e importante. Oppure un tour mondiale: noi dal Paese ce ne andiamo, ma fuori c'è tanta gente che dell'Italia ha nostalgia».
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