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COSA HA FATTO GIGI PROIETTI A ALDO CAZZULLO? IL VICEDIRETTORE DEL “CORRIERE DELLA SERA” METTE IN CONTRAPPOSIZIONE GIORGIO GABER, CHE AL ”MAURIZIO COSTANZO SHOW” CANTA “UNA SPASSOSA CANZONE SATIRICA SULLA TV DEL DOLORE”, E PROIETTI “CHE ASSISTE UN PO’ INGELOSITO”. POI LA PIAZZA LI’ CON NONCHALANCE: “GIGI PROIETTI MI SEMBRAVA UN MESTIERANTE, AVVANTAGGIATO DALL’ESSERE DI ROMA, CIOÈ DELLA CITTÀ DOVE SI FANNO LA TV E IL CINEMA. MA ORA BASTA ANDARE SU YOUTUBE E VEDERLO RACCONTARE LA STORIA DEL CAVALIERE BIANCO E DEL CAVALIERE NERO, PER RENDERSI CONTO CHE OGGI SAREBBE CONSIDERATO UN GRANDISSIMO…” (OGGI? GIGI PROIETTI E’ SEMPRE STATO UN GRANDISSIMO) – VIDEO

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Da corriere.it

Caro Aldo,

Gramellini è troppo severo con la musica italiana attuale. Lei che ne pensa?

Matteo Salerno

 

Ogni epoca ha l’arte che si merita? Lo scrive Gramellini per non sprofondare nella disperazione...

Marco Ferrari

 

 

GABER E PROIETTI

Aldo Cazzullo per corriere.it - Estratti

 

 

 

Cari lettori,

gigi proietti

Nel leggere il Caffè di Massimo Gramellini sul declino della musica italiana, ho ripensato a un breve video del 1991 che gira in questi giorni su Instagram. C’è Giorgio Gaber alla chitarra, che canta una spassosa canzone satirica sulla tv del dolore («e alla fine c’è nonno Renato, che c’ha l’Aids da quando è nato, ha avuto un trionfo da Mino Damato…»).

 

Accanto a lui ride, un po’ divertito un po’ ingelosito, Gigi Proietti. Più in là sorride felice Mariangela Melato. Li applaude il padrone di casa, un Maurizio Costanzo dal baffo ancora nero.

 

Dopo Gaber, Proietti e la Melato, in scaletta c’era un’intervista a Giovanni Falcone. Non soltanto l’Italia ha un drammatico problema di classe dirigente. Fatica pure a produrre talenti artistici, di cui un tempo era generosa. Da alcuni anni le canzoni di Sanremo sono quasi tutte uguali, anche perché sono scritte e prodotte dalle stesse tre o quattro persone.

 

È vero, ogni generazione ha i suoi eroi, i suoi cantanti, i suoi campioni. Però insomma non siamo così vecchi da non ricordarci Gaber. Ogni volta che veniva a Torino prendevo il giorno libero, la «corta», per andare a sentirlo a teatro. La pièce teatrale che mi ha emozionato di più in vita mia è «L’affare Makropulos», in cui Mariangela Melato impersona Elina Makropulos, nata a Creta nel 1585, figlia dell’alchimista che aveva inventato un elisir di lunga vita per l’imperatore Rodolfo II, che non fidandosi l’aveva costretto a farlo bere alla figlia sedicenne; che così non poteva morire.

GIORGIO GABER

 

«È atroce sopravviversi. Per voi ha tutto un senso. Tutto ha valore per voi. Sciocchi, siete felici per la stupida ragione che presto morirete...». Al confronto di due artisti così grandi, Proietti mi sembrava un po’ un mestierante, avvantaggiato dall’essere di Roma, cioè della città dove si fanno la tv e il cinema. Ma adesso basta andare su YouTube a vedere Proietti che racconta la storia del cavaliere bianco e del cavaliere nero, per rendersi conto che oggi sarebbe considerato un grandissimo.

aldo cazzullo

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